Parla con lei

I figli abbandonati e il peso delle parole

di MICHELA MARZANO
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Dopo i dibattiti che hanno rilanciato le polemiche sull'accesso alle origini dei figli nati con parto segreto, i membri della Commissione Giustizia alla Camera sono sommersi dalle mail dell'Anfaa (Associazione Nazionale delle famiglie adottive). A differenza di molte altre associazioni (Astro Nascente, FAeGN, Italiadoption, e via dicendo), l'Anfaa sostiene che le modifiche in discussione per rimodulare lo sbilanciamento oggi esistente in Italia tra il diritto dei figli a conoscere le proprie origini e il diritto delle madri biologiche a mantenere l'anonimato sono molto pericolose.

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Non solo violerebbero il diritto delle donne all'anonimato, spingendole a non partorire più in ospedale, ma spingerebbero anche molte di queste donne a ricorrere all'aborto. Tanto più che affidare i figli alle Istituzioni non sarebbe affatto un "abbandono", ma un "gesto d'amore": "Continua ad essere utilizzato nel dibattito in corso in Commissione Giustizia anche il termine abbandonato, riferito al neonato non riconosciuto, che invece, come ben sappiamo, non è abbandonato bensì affidato alle Istituzioni affinché abbia al più presto la sua famiglia: un gesto di amore, come lo ha definito Catherine Bonnet". Le parole hanno un significato, continua l'Anfaa nelle sue mail. Significato che il Parlamento "dovrebbe avere la decenza di rispettare". Ma di che cosa stiamo parlando esattamente? Chi non rispetta chi?

Certo, nessuno dovrebbe mai permettersi di giudicare le donne che partoriscono in modo anonimo. I motivi di scelte di questo tipo possono essere molteplici e complessi. C'è chi non se la sente materialmente o psichicamente di diventare madre. C'è chi, troppo giovane, viene costretta dai propri genitori a non riconoscere il figlio. E via dicendo. Scelte drammatiche, che portano con sé sofferenza e, talvolta, anche molti rimpianti. Scelte da rispettare, quindi, senza se e senza ma. Come si fa però a dire che, per un bambino affidato alle Istituzioni, non si tratta poi anche di un abbandono? Come si fa a negare il dramma di tutte quelle persone che cercano disperatamente di avere accesso alle proprie origini? È ovvio che, in caso di volontà da parte delle madri di conservare l'anonimato, il legislatore non può far nulla per i figli nati con parto segreto. Ma perché negare loro anche solo la possibilità di verificare il volere della madre biologica? Perché far finta di non sapere che c'è stato abbandono? Chi non rispetta veramente il senso delle parole? 
Twitter: @MichelaMarzano