Milano, 21 ottobre 2016 - 22:17

Vertice Ue, l’irritazione dei tedeschi
per le scelte «centrifughe»

Nel mirino il premier Matteo Renzi, che è riuscito a fare cadere il riferimento a nuove sanzioni per Mosca come chiedeva Berlino. Gli altri fronti aperti

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Un amico è deluso, un avversario gongola — si nota a Berlino. Mentre una ministra canadese ha le lacrime agli occhi perché la Ue sembra non essere in grado di firmare l’accordo commerciale Ceta tra Canada ed Europa, Vladimir Putin sarà stato soddisfatto nel registrare che il Consiglio europeo riunito a Bruxelles ha cancellato dal suo documento ufficiale il richiamo a nuove sanzioni contro il Cremlino a causa del massacro in corso ad Aleppo — diceva ieri sera un esponente della Cdu di Angela Merkel. Considerazione rivolta a Matteo Renzi, che nella notte tra giovedì e venerdì è riuscito a fare cadere il riferimento a nuove sanzioni da comminare a Mosca.

Fronti aperti

La preoccupazione, si dice un po’ ottimisticamente a Berlino, non è tanto sulle sanzioni che — si assicura — se dovranno esserci prima o poi verranno decise. Il problema è che il presidente del Consiglio da un po’ di tempo dà l’idea di essere su una traiettoria «centrifuga» rispetto a quasi tutto ciò che viene discusso dai capi di governo europei. Che nella Ue ci siano differenze di interessi e di opinioni è considerato normale nel governo tedesco. L’idea che corre, però, è che queste differenze debbano essere composte in un compromesso che tocchi sicurezza (quindi la questione Putin), rifugiati (il Migrant Compact proposto dall’Italia), economia (le flessibilità che Roma chiede sul bilancio).

Scelta pericolosa

La continua critica di Renzi all’Europa, così come lo stop sulle eventuali sanzioni contro Mosca, sono considerati una scelta elettorale in vista del referendum del 4 dicembre. Scelta però giudicata pericolosa. Non è che Frau Merkel e la Cdu non si posizionino in vista del loro appuntamento elettorale tra un anno. Dicono però che sul massacro di Aleppo — Guernica del 2016 — non si può vacillare.

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