Milano, 3 luglio 2015 - 08:58

Undici mesi, figlio di vegani: ricoverato per malnutrizione,
il dilemma dei genitori

Il bimbo ha carenze di vitamine. Papà e mamma hanno scelto una dieta fai da te per il figlio. I guai sono iniziati con lo svezzamento

di Marco Gasperetti

L’ospedale Meyer di Firenze (Ansa) L’ospedale Meyer di Firenze (Ansa)
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Quando, dopo le iniezioni di vitamina B12, è arrivato il primo omogenizzato alla trota, Filippo l’ha divorato con un sorriso. E i genitori guardandolo si sono quasi commossi. «Avremo rimorsi, ma adesso abbiamo capito», hanno detto ai medici. Il loro figlio, undici mesi, era appena arrivato al pronto soccorso dell’ospedale Cisanello di Pisa in uno stato di denutrizione qualitativa e con un grave quadro clinico di regressione neurologica. «Non riusciva né a gattonare e neppure a stare seduto», racconta Giovanni Federico, docente di pediatria all’Università di Pisa e responsabile di Diabetologia pediatrica all’ospedale Cisanello. Il motivo? Una dieta non appropriata che avevano deciso per lui i genitori, una coppia di vegani «integralisti», convinti che il piccolo potesse fare a meno di molti alimenti.


Avevano cercato di svezzarlo con una dieta vegana (ma scelta senza i consigli di un pediatra) che il piccolo aveva rifiutato e allora la madre aveva continuato ad allattarlo al seno. Ma il problema, spiegano i medici, è che anche la donna aveva carenze nutrizionali - per un’errata scelta degli alimenti vegani, in sé non dannosi se ben bilanciati - e una forte carenza di vitamina B12 che ha trasmesso con il latte al figlio. La B12 è indispensabile nei primi quattro anni per il sistema nervoso centrale.
I genitori di Filippo (un nome di fantasia), che vivono in provincia di Pisa, sono stati indagati per maltrattamenti. Il piccolo, trasferito dopo un aggravamento all’ospedale Meyer di Firenze, è ancora in una situazione critica ma i medici sono cautamente ottimisti, anche se è presto per sapere se i mesi di nutrizione non appropriata possono avere causato eventuali danni al piccolo.
Filippo è stato ricoverato a Pisa all’inizio della scorsa settimana, quasi per caso. Ha manifestato «strani disturbi» a casa e la madre ha chiamato un pediatra a pagamento perché non sembra (ma le indagini devono ancora accertarlo) che avesse scelto il medico assegnato dal servizio sanitario nazionale. Il dottore si è reso conto immediatamente della regressione neurologica del piccolo e ha disposto il ricovero.

Sembra che oltre alla carenza di vitamina B12, nel sangue di Filippo siano stata trovati valori insufficienti di altri elementi come vitamina D e ferro.
Il piccolo, dopo le prime cure e lo svezzamento (non vegano) accettato dai genitori, sembrava star meglio. Poi, tre giorni fa, è arrivato un peggioramento del quadro clinico. Consulto dei medici pisani e trasferimento del paziente all’ospedale Meyer di Firenze. Altre cure e infine un nuovo miglioramento che fa ben sperare per il futuro.
La procura di Pisa e il Tribunale dei minori di Firenze stanno indagando. Anche sulle capacità dei genitori di Filippo di essere padri e madri responsabili. «Hanno sempre dimostrato affetto nei confronti del piccolo - dicono i medici - e il bambino non era affatto trascurato. Il problema è che si sono resi conto troppo tardi di aver deciso una dieta vegana sbagliata senza chiedere pareri a medici esperti».
Sembra inoltre che il piccolo abbia avuto una sorta di regressione posticipata. In un primo momento il suo sviluppo, con l’allattamento materno, è stato normale, senza segnali di alcun problema. Poi, dopo il tentativo di svezzamento, la situazione sarebbe precipitata.

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