«Gay e orgoglioso». Quando lo sportivo fa coming out

L'ultimo è stato l'astista canadese Shawn Barber. Tra tuffatori, campioni di nuoto (e un calciatore), tutti i coming out degli atleti
«Gay e orgoglioso». Quando lo sportivo fa coming out

«Sono gay e orgoglioso». Con un post su Facebook, l'atleta canadese 22enne Shawn Barber ha fatto il suo coming out. «Voglio ringraziare i miei genitori, che sono un grande sostegno», ha scritto l'astista campione del mondo a Pechino 2015. «Grazie a loro e alle persone che mi continuano ad appoggiare, continuerò a crescere come persona». Barber si è poi rivolto ai suoi amici: «Sarete sempre i miei amici. Vi voglio bene».

Lo scorso autunno Barber fu al centro di una storia controversa. Risultò positivo alla cocaina ma non fu sospeso dalla federazione canadese: dimostrò che la positività era stata causata da un bacio dato a una persona che l'aveva appena assunta.

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Il canadese è soltanto uno degli ultimi sportivi che hanno deciso di fare coming out. Un passo non facilissimo in un mondo, quello dello sport, che rappresenta una delle ultime frontiere in tema di diritti LGBT. Se si guarda ai giochi olimpici si scopre che tra i 10.708 atleti presenti a Pechino nel 2008 avevano fatto coming out in sette, unico uomo il tuffatore australiano Matthew Mitcham, oro in quella edizione nei tuffi dalla piattaforma.

Non si arrivava a 10 per Londra 2012. Ci sono però all’estero esempio di coming out sportivi con risvolti positivi. Il caso più noto è quello del tuffatore britannico Tom Daley. «Dopo che l’ho detto – spiega Nicole – a me non è successo assolutamente niente, se non sentirmi più a mio agio con me stessa, con la squadra e con tutti quelli che ho intorno».

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