"Non ritratto le accuse; condanno il ricorso alle calunnie per denigrare la vittima"
Cappuccino lascia l'ordine per protesta: "Abusi sessuali orripilanti nel convento di Pietrelcina"
LA vittima Anna Verde a Le Iene
La vicenda e l'inchiesta de le Iene https://laici.forumcommunity.net/?t=57494830“Mi ritengo libero da ogni aggancio con voi”. Nuova lettera di Padre Domenico all’Ordine dei Cappuccini
By Redazione on 25 aprile 2018
Alla c. a. di Fr. Felice Cangelosi
Provinciale
Frati Cappuccini – Messina
Per la terza volta (e adesso è la quarta volta) ti scrivo per mettere in evidenza la mia volontà, relativa all’intenzione di uscire dall’ordine. In effetti io, già dal 21 Novembre 2017, mi sono ritenuto fuori dall’ordine, fuori con la mente, col cuore e nella realtà concreta, con la pubblicazione via Fb. Ripeto che non si tratta affatto di capriccio o di crisi vocazionale, ma per la pesantezza di un esercizio di potere che da un certo periodo hai manifestato nei miei confronti. Infatti, aggrappato al tuo potere, ti sei rivestito della boria di un garibaldino e sei diventato come un bullo mastino, più che potente, con l’ansia di colpirmi ad ogni piè sospinto, evidenziando, nei miei confronti, un odio conclamato e uno spirito vendicativo, al punto che non mi parli più da tanto tempo, che mi hai strappato dalla provincia, e… da Castelbuono, soprattutto in maniera quasi violenta ed avvilente, che mi hai imposto di non metter più piede a Castelbuono per essere stato minacciato di ritrattare quello che ho testimoniato davanti alla autorità giudiziaria, dicendo il vero, su quanto, a mia conoscenza circa abusi e molestie, subite da Anna Verde. Pertanto Io, Padre Domenico, confermo che ho stimato sempre l’ordine cappuccino e ho imparato ad amarlo dall’età di 12 anni, da quando sono stato chiamato al seminario (giovedì 27 sett. 1945) e, a poco a poco, anno dopo anno, durante la crescita e l’inoltro progressivo nella dinamica interna fino alla maturità, ho avuto la chiara sensazione che il “cappuccino” fosse penetrato nel profondo del midollo delle mie ossa. E sono stato cappuccino, convinto e convincente, lavorando indefessamente, giorno dopo giorno e senza risparmiarmi, in tutti i campi dove sono stato impegnato, come presbitero, per ben 60 anni. Mai perplesso, mai scoraggiato, mai avvilito e sempre entusiasta di quello che facevo, dando tutto di me stesso, avvertendo la presenza del Signore in tutto quello che ho potuto realizzare. Posso dire altrettanto per quanto riguarda il rapporto con il popolo che, a seguito della mia lunga esperienza ( 40 anni) a Castelbuono, infatti, mi sono visto seguito e amato per la mia onestà, equilibrio e assoluta disponibilità.
Mi sorprende, pertanto, e, non poco, l’arrivo della 1° e 2° ammonizione canonica per la dimissione dall’Ordine!!!. Ti confesso che ci ho riso di sopra un bel po’, divertito. Come si può pensare alla mia dimissione dall’Ordine dopo che io, liberamente e consapevolmente, col senso di piena responsabilità, ho espresso, ripetutamente, la mia volontà di lasciare l’Ordine e ciò, ripeto, non per crisi vocazionale o per motivi banali???. Silurato, infatti, a Reggio Calabria ed ivi inchiodato senza il minimo rapporto di dialogo coi superiori e nemmeno col resto della fraternità… Ho avuto la netta sensazione di essere stato rifiutato e, da te, vomitato dalla bocca, dalla mente e dal cuore, perchè ritenuto un essere inutile e dimenticato da tutti, per due anni e mesi… senza mai una chiamata, una parola di conforto umano… Ero riuscito a capire che quel luogo, Reggio Calabria, corrispondeva alla conclusione della mia storia umana, come una precisa e inesorabile premeditata condanna. Giorno dopo giorno mi accorgevo, infatti, che qualcosa covava in te e in tutti, in maniera latente e subdola e si manifestava, in modo indiretto, facendomi stare male. Posso dire che ho sperimentato il peso e la dinamica delle inquisizioni medievali. A stento ho sopportato per due anni e mesi l’esilio di Reggio Cal. ma, alla fine, si è rivelata, in tutta la sua portata, quella fragilità che è anche dei più forti, e, in queste condizioni, ho sfiorato, più di una volta, il pericolo di un crollo rovinoso a livello psicofisico o di una scivolata in una depressione senza ritorno, così è successo al pronto soccorso di Reggio C., nella notte tra il 17 e 18 settembre del 2017. Ho avuto tanta paura, quella notte per la salute e per tutto… così ho deciso di provvedere a lasciare quella sede sotto la tutela dell’avvocato e ho fatto ritorno a Castelbuono appunto per motivi di salute, la quale, immediatamente ha ripreso il suo ritmo ed equilibrio normale ad ogni livello fino ad oggi. Dopo tutto questo, pertanto, devo rilevare come in nessuna legge canonica e no, è scritto tutto quello che mi avete fatto soffrire e, pare per il capriccio di un potere di cui ti sei appropriato proprio per fare e vedere soffrire. Il codice di diritto canonico è diventato per te il punto fisso che regola il termometro del tuo agire… E’ possibile che un articolo o un comma del DC valga più di una persona e di una persona di 85 anni che debba essere strapazzato peggio di un cane, per impedirgli di esercitare quello che ha ricevuto, e non dagli uomini… quell’esercizio che mi ha sempre sostenuto per 60 anni? Mi ha mortificato fin nel profondo del mio essere, che proprio in occasione del sessantesimo anno di ordinazione, mi sia stato impedito gridare il mio Grazie a Dio per tanto dono? Tu sai che quello che io sono diventato il 9 marzo del 1958, non è frutto della mia industria o del mio saper fare, ma libera scelta del Signore che, già dall’età di 12 anni, mi ha chiamato, cosa che io ho capito benissimo e l’ho tenuto sempre presente, ricordando anche quel primo giorno in cui sono andato al seminario di Randazzo, data che io ho ricordato quasi ogni anno? E tutto ciò a beneficio della Chiesa e del prossimo. Rimango ancora inebetito e scioccato. Mi sembra proprio di vivere quella scena quando Gesù ha presentato la sua nuova legge di libertà, di gioia e di salvezza e i Farisei, brontolando, si aggrappavano alla legge degli uomini!!! Per questo io reputo che più che un‘offesa a me, si è trattato di un impedimento alla grazia e un rifiuto alla misericordia. Aggiungo ancora che, considerato come morto, completamente isolato, abbandonato ed emarginato oltre che privato di un minimo di dialogo per due anni e mesi, con i superiori, chiusi nel silenzio, insieme al resto della fraternità provinciale… *Mi dissocio dal fatto che, per essere stato membro effettivo dell’Ordine, debba sentirmi coinvolto in quegli atteggiamenti persecutori ad oltranza, nei confronti di Anna Verde, con l’intento di rovinarne la vita e oscurarne la personalità, la fama e il buon nome… Anna, invece, è innocente, di moralità a posto e onesta… *Mi è sonata come un brutale giudizio sommario, la lettera del 06.06.016, un’autentica condanna che mi ha umiliato in profondità e fortemente offeso nella mia dignità e personalità umana… *In questa lettera mi si impone di ritrattare quanto io ho scritto, per sostenere Anna contro l’azione persecutoria da parte del covosenzaVangelo e quello che, sotto giuramento, ho dichiarato davanti al giudice, cosa che non farò mai, costi quello che costi. Gli abusi e le molestie sessuali, di cui è vittima Anna Verde, sono fatti storici, concreti, orripilanti e indimenticabili che, nell’esperienza di Anna, grondano ancora sangue di profonde ferite morali… *Ho registrato, in tutto questo tempo, la completa assenza dell’intera Fraternità e la radicale indifferenza dei singoli membri della fraternità provinciale, particolarmente in determinati momenti in cui era in serio pericolo la mia vita e, considerandomi morto, hanno disperso, dalla mia stanza di Castelbuono, cose che, per me, avevano un valore significativo di una lunga attività coi Bambini e i giovani… *Condanno, con forza, scandalizzato, il ricorso al braccio secolare, mediante “galoppini”, non senza compenso, al fine di danneggiare, con dicerie calunniose e registrazioni, fatte circolare privatamente , per denigrare Anna Verde sia moralmente che socialmente… (E’ dire che il 29.09.2012, tu, provinciale, hai detto, dinanzi all’autorità, che: Anna Verde è una persona di animo umile e generosa e, moralmente pulita). *Biasimo sinceramente il fatto che Anna che, dal 2013 ad oggi, pur avendo avuto la possibilità di lavoro, per se e le sue sorelle, si è trovata, sempre e puntualmente, davanti ad un muro alto e invalicabile, che “la mano nera” di Troina, legata al covosenzaVangelo di SGR, aveva determinato che ciò non avvenisse e… non avveniva di fatto…
Pertanto, ancora una volta, per quello che ho dovuto subire fin adesso, mi ritengo libero da ogni aggancio con voi, se no, sarò costretto a prendere provvedimento. Non ho niente da dare a voi e niente ricevere da voi. Rispettosi saluti.
Troina, 30.03.018.
Fr. Domenico Costanzo
www.castelbuono.org/padre-domenico-...lice-cangelosi/Castelbuono .Org AZIENDE
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Padre Domenico. La lettera a Frate Felice Cangelosi
By Redazione on 18 giugno 2017
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Riceviamo da Padre Domenico Costanzo, e pubblichiamo di seguito, lo stralcio di una lettera indirizzata all’attenzione di Fr. Felice Cangelosi e per conoscenza al Generale dell’Ordine dei Frati Cappuccini F. Mauro Jehri., con la quale lo stesso ribadisce la propria posizione in merito ad alcuni punti dell’annosa vicenda in cui, quale testimone, è coinvolto e che ha determinato il suo allontanamento da Castelbuono.
Carissimo, nonostante tutto, riconosco le vostre persone e le rispetto, come è giusto, ma non sento di condividere il modo con cui vi rapportate con me e con altre persone. Costituiti, infatti, in autorità, l’impegno che vi compete, da espletare nel servizio della carità e la dinamica della fraternità, perla specifica dell’ordine francescano cappuccino, tutto scorre sulla base del potere che, sembra, miri, piuttosto, come ho potuto costatare, sulla mia pelle e di qualche altra persona, alla distruzione, e non alla promozione, al rispetto della giustizia e al bene della persona stessa. Il tuo intento, Felice, infatti, ho capito benissimo, è quello che io soccomba o mi riduca in malo modo, per poi chiudere la mia vita nel totale abbandono… Così si spiega questo strategico silenzio e le continue punzecchiature che mi pervengono da parte di esseri, pieni di veleno, che tendono a demolire, avvilire e scoraggiare. Anche le lettere aperte fanno la loro parte che mettono in evidenza grosse e poderose menzogne e inviti, con vile ricatto, a ritrattare quanto ho dichiarato davanti al giudice, nei confronti di Anna verde.
Ti pregherei, pertanto, di usare mezzi più decenti e altrettanto efficaci, se devi arrivare al tuo scopo. Ma prima ascoltami.
1 – Non ho mai usato telecamere nascoste e non ho mai ripreso nessuno;
2 – Affermo, in maniera determinante, che mi rifiuto categoricamente di ritrattare una sola riga di quanto ho scritto a sostegno di Anna Verde contro l’azione persecutoria da parte tua e del covo s. V. e, particolarmente, non intendo , assolutamente, ritrattare, quanto ho dichiarato, sotto giuramento, davanti al giudice, in relazione agli abusi e molestie sessuali subite da Anna Verde che, ancora oggi, grondano sangue di profonde ferite morali e, pertanto, continuo a sostenere Anna Verde e la custodirò sempre, come una perla.
[…]
www.castelbuono.org/padre-domenico-...-a-castelbuono/Padre Domenico lascia l’ordine dei Cappuccini e torna a Castelbuono
By Redazione on 27 novembre 2017
Ieri sera Padre Domenico ha affidato a Facebook un lungo e amaro messaggio con cui ha comunicato ai propri amici e alla comunità tutta le proprie dimissioni dall’Ordine dei Cappuccini. Oltre all’inevitabile dispiacere traspare però anche una serenità di fondo, che scaturisce dalla coerenza con i valori promossi per una vita, confermati durante l’ultimo periodo nella vicenda che l’ha visto, da testimone e denunciatario di abusi, non piegarsi alle pressioni e alle sanzioni inferte nei suoi riguardi dalle alte strutture della Chiesa.
Della vicenda ce ne siamo occupati sin dal principio (qui l’intera raccolta), dapprima amplificando la testimonianza di Padre Domenico e le sue ragioni, condannando la ritorsione della Chiesa – che, in tutta risposta, l’aveva rimosso dalla sede castelbuonese – anche facendoci promotori di una petizione che raccolse 9000 sostenitori.
Siamo lieti di apprendere della decisione del nostro frate, che gli consentirà di godere del calore e del meritato affetto della “sua” comunità, certi che le parole ed il comportamento di Padre Domenico, anche nella conduzione di questa vicenda, continueranno a costituire un esempio positivo per il nostro paese.
A tutti i cari concittadini castelbuonesi e agli amici vicini e lontani, Pace e Bene. Col cuore, trepidante, fra le mani, desidero raggiungervi per esprimere quanto, in questi giorni. mi è motivo di grande sofferenza morale. Due i motivi determinanti, il primo: ho lasciato l’ordine dei Cappuccini. Per due anni e mesi ho resistito a una disposizione che mi relegava a Reggio Calabria dove avrei dovuto scontare, fuori dalla provincia e della Fraternità e privo di ogni rapporto con la stessa fraternità provinciale, una pena inflittami per aver partecipato e testimoniato davanti ai giudici, a sostegno e testimonianza di abusi e molestie sessuali a favore di una donna, Ho resistito, a mala pena, per due anni e mesi, ma è sopraggiunto il tempo in cui i miei 85 anni mi hanno dato segnali chiari e abbastanza efficaci da cui ho capito che una grave minaccia si faceva strada verso la pazzia o verso una grave depressione. Non ho desiderato, ci mancherebbe, nè l’una nè l’altra e, sollecitamente ho provveduto ad allontanarmene. Non si tratta di crisi di vocazione, tutt’altro… Ho stimato e amato immensamente l’Ordine Cappuccino fin dall’età di dodici anni e sempre legato alla mia vocazione e alla consacrazione. Comunque, anche se ho lasciato l’istituzione, rimango il cappuccino di sempre, noto a tutti, come P. Domenico, frate del popolo, per i piccoli e per i grandi. Mi stabilirò, pertanto, a Castelbuono e non mi allontanerò da voi. Spiacente, però, di non poter essere, provvisoriamente, quello che facevo fino a pochi giorni fa. Infatti non è ancora finito l’iter della passione, che, intanto, continua col fatto che la chiesa, mediante i suoi ministri non mi consente di vivere l’attività ministeriale del mio essere Sacerdote, quindi mi trovo con le mani legate. Ho costatato, infatti, e provato sulla mia pelle, il fatto che strutture e organismi della Chiesa, che sono potenzialmente garantiti dalla GRAZIA della benedizione del Signore, vengano strumentalizzati dalla cattiveria umana, ergendo muri, anzi che elevare l’uomo e promuoverlo alla dignità di figlio di Dio e strumento della chiesa ,appunto per la promozione dell’uomo stesso …si gioca ad avvilire bloccare,impedire ed allontanare, pensando di mostrare zelo per la giustizia e il rispetto delle leggi .Cosi’ , si manifesta non l’azione di promuovere ,costruire ,ma la pretesa di sentirsi al proprio posto. La chiesa ,se non è Madre ,se non mostra l’amabilità nella premura di avvicinare chi ha sbagliano per ricostruirne la personalità. Quando si mette davanti agli occhi il quattro spettrale delle sanzioni canoniche e mai il senso di quella misericordia ,carisma proprio della Sposa di Cristo. l’uomo rimane sperduto, deluso ,schiacciato e annientato addirittura .Pertanto, carissimi, non cerco, per tanto pietà, ma semplicemente comprensione e supporto anche con la preghiera vicendevole. Credetemi, mai potevo immaginare che, nel mondo religioso, si potesse arrivare a minacciare … con atteggiamenti di potere, davanti a quale non mi piegherò mai. Non ho paura e sento di averne ancora del fegato per resistere nella difesa della Verità Un saluto cordiale per tutti e auguri di Bene.
Fra Domenico Giuseppe Costanzo.