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La parte più scura del “mondo di sopra”

Banda della Magliana, strane Ong, faccendieri, fascisti, nomi che riaffiorano in vicende giudiziarie dalle storie più torbide della cronaca di Roma

di Uriele

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Ci sono persone torbide ed eventi del passato indigeribili e indigesti che di tanto in tanto tornano su e si ripropongono. Ne abbiamo notati un paio in questi giorni.

Il primo, una notiziola di cronaca di Roma riguardante un personaggio in relazione a un giudice che ha avuto una linea assai garantista. La persona in questione è Stefano Virgili, cassettista, uomo di Carminati, pluripregiudicato. E’ stato arrestato a Roma dai Carabinieri per violazione grave della sorveglianza speciale, mentre incontrava un altro noto pregiudicato, ma il giudice lo ha rimandato a casa senza particolari obblighi. Virgili è uno degli autori del famigerato colpo al caveau al Tribunale di Roma capitanato da Carminati; il colpo fruttò dei documenti “d’oro”  di uomini potenti oltre che ingenti quantità di danaro e preziosi. Stando al giornalista d’inchiesta Lirio Abbate con quei documenti Carminati e alcuni dei suoi si costruirono una vita, diciamo, protetta. Ma, guarda caso, Virgili quando è stato arrestato recentemente dai Carabinieri parlava col pluripregiudicato già suo complice  al colpo al caveau; e Facchini oggi sembra svolgere incarichi di faccendiere con ditte che commercializzano microspie. Ma con Facchini e Vigili, cassettisti, era lì al colpo al caveau un altro specialista di scassinatura di casseforti, Manlio Vitale, er Gnappa, un uomo che sembra ricattare Scarpellini da anni per cifre cospicue, riscosse con cadenza settimanale dentro… al Senato. In effetti er Gnappa si vestiva in giacca e cravatta una volta a settimana e riscuoteva il dovuto da collaboratori di Scarpellini all’interno del Senato; i Carabinieri cercando di capire gli accessi al Senato der Gnappa stanno ricostruendo la tela di rapporti strani della relazione Gnappa/Scarpellini e sono oggi indagati Ciocchetti (ex deputato UdC, poi di FI, poi Fittiano), la ultracattolica tradizionalista Irene Pivetti, Mirko Coratti (oggi del PD, ex tutto, sotto processo per mafiacapitale), e svariati funzionari parlamentari. Ma Stefano Virgili è uomo anche noto per avere cercato di “incastrare” l’ex magistrato Fernando Imposimato e sembra sapere tante cose pure sulla morte anomala in carcere di Niki Aprile Gatti. Virgili, altro che un Carneade qualunque.

Il secondo, l’inchiesta giudiziaria di Woodcock e Ielo, cioè di due procure della Repubblica, sulla vicenda Romeo/Consip. Tutti i mass media riportano notizie e commenti in tutti i formati su un altro Romeo, indagato per il caso Raggi, il sindaco di Roma. Con tutto il rispetto per l’inchiesta su Raggi/Comune di Roma, il caso Romeo/Consip è di ben altra gravità e rilevanza finanziaria, ma “stranamente” non ne scrive o tratta quasi nessun quotidiano e ci sono anche poche notizie di agenzia. Solo il Fatto del 10.02 titola “L’amico di babbo Renzi dietro l’Unità a Romeo”. Si tratta di una inchiesta relativa al più grande appalto d’Europa di 2.7 milioni di € sotto l’egida di CONSIP per il cosiddetto facility management, nell’indagine sono implicati pure il renziano di ferro Lotti e il Comandante Generale dei Carabinieri (qualcuno dovrebbe spiegare la liceità della recente disposizione emanata durante il Governo Renzi sull’obbligo per la polizia giudiziaria di riferire delle indagini ai superiori gerarchici di corpo: praticamente i carabinieri dovrebbero riferire al loro Comandante Generale delle indagini proprio a suo carico: neanche nello Zimbabwe!). Si risconta una lunga teoria di società schermo che hanno agito per “agevolare” i disastri finanziari della renziana L’Unità. In questo affair leggiamo coinvolto il finiano di ferro e uomo campano dalle controverse aderenze passate e presenti Italo Bocchino. Ieri avevamo letto che nel corso delle indagini erano stati perquisiti gli uffici di Rocco Borgia, cui fa riferimento la società Sviluppo srl. Ma chi è questo novello Carneade? Si trovano pochi riferimenti sul web, alcuni siti lo danno uomo delle cooperative “rosse”, quello che è certo è si tratta di un massone storico, presente nella lista pubblicata da Popoff, che si muove tra Roma e la Calabria. Inoltre di Rocco Borgia figura il suo nome in interrogazioni parlamentari di Elio Lannutti nella precedente legislatura e di Laura Castelli nella attuale.  Agiva in Somalia, in tutti i momenti critici fino a un decennio fa nella ONG CINS, con un alter ego apicale nel CINS che era tale Umberto Santich. La Farnesina nelle risposte parlamentari non è stata in grado di riferire se Umberto Santich sia lo stesso Umberto Santich sotto processo a Roma per lo scandalo Orsi, PM Paolo Ielo, e lo stesso Umberto Santich, consulente della Farnesina ai tempi di Frattini, e infine lo stesso Umberto Santich sotto indagine a Vicenza per il dissesto della Thermoplast. Comunque nella risposta del 2012 all’interrogazione Lannutti la Farnesina faceva sapere che Rocco Borgia era tra i rinviati a giudizio ”per i reati di cui agli articoli 54, 110 e 640-bis del codice penale dalla procura della Repubblica di Roma per truffa ai danni del Ministero” degli Esteri. Vicende strane, direi anodine, atre e oscure.

 

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