Gazzetta di Modena

Modena

Soliera, muore a 53 anni per le punture di vespe

Valeria Cammarota
Soliera, muore a 53 anni per le punture di vespe

Il carpigiano Gualtiero Mesini stava tagliando una siepe ai laghi Arcobaleno di Limidi quando è stato assalito

26 agosto 2016
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SOLIERA. Un pomeriggio drammatico che ha sconvolto i Laghi Arcobaleno di Limidi, in via Carpi Ravarino, noto ristorante e luogo dove è anche possibile praticare LA pesca sportiva. Gualtiero Mesini, 53 anni, il minore di sei fratelli, residente a Carpi, è deceduto mentre lavorava.

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Tre punture di vespe sul braccio gli sono state fatali. Erano passate le 17 quando, mentre Mesini sistemava alcune siepi intorno ai laghetti, ha accidentalmente urtato, rompendolo, un nido di vespe nascosto nel verde. Con lui c’era un collega a cui non ha manifestato particolari sintomi. Poi, dopo alcuni istanti, la vittima ha iniziato a tremare, chiedendo al compagno di chiamare i soccorsi perché non si sentiva bene e voleva essere portato in ospedale. È stato allertato il 118, arrivato con l’ambulanza da Carpi.

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Contemporaneamente, sono intervenuti anche l’elisoccorso di Bologna e una pattuglia dei carabinieri di Soliera. A partire dalle 18, per quaranta infiniti minuti, gli operatori sanitari hanno tentato la rianimazione: invano. Lo choc anafilattico e il conseguente arresto cardiaco hanno interrotto la vita di Mesini, sotto gli occhi della moglie, Claudia Gallicchio. Alle 18.45, in un silenzio surreale, la titolare dei Laghi Arcobaleno, Rachele Roversi, si è inginocchiata al suolo, dando il triste annuncio agli amici, che attendevano notizie a debita distanza. Alle 19 l’elisoccorso è decollato vuoto, lasciando il posto agli accertamenti da parte dei carabinieri e all’arrivo del medico del lavoro che ha chiesto di parlare con il collega della vittima, presente al momento dell’incidente, per delineare il susseguirsi preciso degli eventi.

Gualtiero Mesini lascia anche due figlie, accorse sul posto a pochi minuti dall’accaduto. Di minuto in minuto, anche gli amici più cari sono arrivati ai laghi Arcobaleno. Increduli. «È assurdo», «una morte stupida», «solo poche ore fa ci siamo sentiti», «oggi siamo certi di dove siamo, tra poco non sappiamo»: queste le frasi che si sussurravano di bocca in bocca e che solo quando ci si confronta con una drammatica realtà si comprende realmente quanto esse non siano espressioni prive di concretezza. La moglie e le figlie sono rimaste sedute accanto al marito e al padre per tutto il tempo necessario a tentare di capire, rispondere alle domande di medici e carabinieri fino a quando, alle 20.30, le onoranze funebri hanno recuperato la salma di Mesini.

Una morte improvvisa e violenta che ha lasciato tutti increduli, traumatizzati, storditi e arrabbiati. Lo choc anafilattico, si ricorda, è una reazione allergica grave e in alcuni casi letale: può verificarsi dopo pochi secondi o minuti dall’esposizione a una sostanza a cui si è allergici, ad esempio il veleno di una vespa, come in questo caso. Il sistema immunitario di alcune persone, infatti, reagisce anche a sostanze che non dovrebbero, in teoria, causare alcuna reazione allergica, causando sintomi quali l’abbassamento repentino della pressione e la contrazione delle vie aeree, impedendo il respiro e fermando il cuore.