Sedici anni. Ieri Guido ha compiuto sedici anni. Per una persona con autismo in Italia è una data critica, segna un passaggio difficile: un sedicenne non è più seguito dalla neuropsichiatria infantile, e se ne dovrebbero occupare altri soggetti. Dovrebbero, ma… Guido non sa cosa sia un compleanno, ai regali non è minimamente interessato, nemmeno le torte gli piacciono. Del resto, la sua mente quanto a numeri non va al di là del 2, figurarsi il 16. Non ha nemmeno il concetto di settimana, figurarsi quello di anno.
Io invece ho anche quello di decennio, e penso agli anni futuri che attendono Guido. E mi viene da pensare a quali differenze presenti la condizione dei disabili gravi nelle differenti culture. In Occidente, all’interno di una cultura individualistica, in cui i legami familiari sono deboli, la sorte dei disabili è fortemente legata alla qualità dei servizi, che dipende moltissimo dalla prosperità economica del sistema. In altre culture, invece, dove i legami intrafamiliari e clanici sono solidi, il disabile trova un suo spazio di accudimento allargato, di lui si possono occupare zii, zie, cugini, i numerosi fratelli. Questo implica anche il mantenimento del ruolo tradizionale della donna, che presenta forti elementi sacrificali che in quelle culture sono vissuti e accettati come naturali.
In Occidente, il singolo ha conquistato, in linea di principio, uno spazio di diritti. Questi solitamente sono compresi in modo astratto, quasi fossero naturali, e non legati ad un particolare momento storico-culturale, a sua volta intrecciato con lo sviluppo (o la decadenza) delle forze produttive e la ricchezza delle nazioni. Detto in altri termini: i diritti dei disabili, come quello di avere una vita il più possibile umana, riposano su un insieme di elementi culturali ed economici che possono andare incontro anche a crisi gravissime. Il futuro economico dell’Europa e dell’Italia attualmente è precario. Vedendo le cose sotto questa luce, non c’è spazio per facili ottimismi.
Guido nulla intuisce delle preoccupazioni dei suoi familiari, nulla sa del futuro. E continua come sempre. Questa mattina ha gettato un vaso di marmellata dietro il frigo, mandandolo in frantumi; ha sparso il sapone liquido sul pavimento davanti al bagno, facendo cadere sua madre; ha lanciato il computer del fratello dalla finestra del primo piano. Il computer è sopravvissuto. Alleluia.
alleluia 🙂
"Mi piace""Mi piace"
PER GUIDO. Un compleanno è sempre un compleanno!
Parafrasando da “Nessun luogo è lontano” di Richard Bach
“Tu non sei piccolo, perché già sei cresciuto: sei grande e giochi con il tempo e la vita – come tutti facciamo – per il gusto di vivere.
Tu non hai compleanno, perché sei sempre vissuto; non sei mai nato, e mai morirai.
Non sei figlio di coloro che tu chiami papà e mamma, bensì loro compagno d’avventure, in viaggio alla scoperta delle cose del mondo, per capirle.
Ogni regalo che ti fa un amico è un augurio di felicità: …….anche solo questo pensiero.”
Auguri anche a tutti i tuoi COMPAGNI DI AVVENTURE!
"Mi piace""Mi piace"
A volte non è facile leggervi, dà l’idea di una fatica senza fine, senza un momento di respiro, senza veder la luce alla fine. Forza.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Grazie.
"Mi piace""Mi piace"
L’ha ribloggato su L'arme, gli amori.
"Mi piace""Mi piace"
Auguri Guido, comunque sia, auguri per i tuoi sedici anni.
E auguri affinchè la sanità e lo stato non gli neghino ciò che gli è di diritto: la dignità di essere umano pur se nella disabilità.
Un caro saluto
"Mi piace""Mi piace"
Grazie!
"Mi piace""Mi piace"