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Australia mette fine a tassa sulle emissioni di CO2

Abolizione era impegno primario governo conservatore

17 luglio, 10:45

L'Australia ha abolito la carbon tax, la tassa sulle compagnie maggiormente responsabili delle emissioni di CO2, introdotta due anni fa dal governo laburista.

La legge di abolizione era stata facilmente approvata nella Camera bassa, dove il governo conservatore gode di una netta maggioranza, e ha passato il vaglio del Senato con 39 voti a 32 grazie a sette voti di senatori di piccole formazioni, eletti lo scorso settembre ma entrati in carica solo il primo luglio. Hanno votato contro solo i laburisti e i verdi.

Abbott aveva fatto dell'abolizione della tassa una promessa centrale del suo governo, sostenendo che questa penalizzava le aziende e che il suo costo gravava sui consumatori in termini di bollette più care dell'elettricità. "E' una grande notizia per le famiglie australiane e per le piccole imprese", ha dichiarato oggi. "Noi onoriamo le nostre promesse e costruiamo un'economia forte e prospera", ha aggiunto.

Il leader laburista Bill Shorten ha accusato Abbott di "arretrare l'Australia mentre il resto del mondo va avanti". "Il primo ministro ha puntato la sua carriera politica sulla creazione di paura, ha concentrato su questo il dibattito politico e passerà alla storia come una delle persone più miopi e opportuniste che abbiano mai ricoperto quella carica". La leader dei Verdi Christine Milne ha parlato di "un giorno tragico", in cui il parlamento ha respinto la volontà del popolo australiano, aggiungendo che "i grandi inquinatori dovrebbero pagare per la distruzione che stanno causando al pianeta".

Le organizzazioni degli industriali hanno invece ben accolto l'abolizione come "primo passo" verso il raggiungimento di una politica efficace di riduzione delle emissioni", riferendosi al piano di 'azione diretta' che il governo ha promesso di attuare.

La tassa introdotta dal governo laburista di Julia Gillard era pari a circa 18 euro a tonnellata di CO2 a carico di circa 350 aziende, per lo più produttrici di elettricità e grandi aziende manifatturiere ed entro 12 mesi avrebbe dovuto passare a un meno oneroso sistema di mercato delle emissioni, simile a quello operante nell'Unione Europea.

Il governo Abbott sostiene che potrà conseguire l'obiettivo di riduzione delle emissioni del 5% rispetto ai livelli del 2000 entro il 2020 con il suo piano di azione diretta, che offrirà incentivi finanziari alle compagnie e alle organizzazioni che ridurranno volontariamente le proprie emissioni. Secondo l'ente scientifico indipendente Climate Council "abolendo leggi che impongono un prezzo per limitare l'inquinamento da effetto serra, l'Australia è diventata la prima nazione del mondo a smantellare un mercato funzionante ed efficace del CO2, con un monumentale salto all'indietro, proprio mentre altri grandi paesi intensificano l'azione sul clima".

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