Milano, 17 luglio 2014 - 09:56

La bicicletta fa male alla prostata?

Nessun rischio di disfunzione erettile e infertilità per chi passa ogni settimana molte ore in sella. Dubbi minimi invece sul possibile legame con lo sviluppo di un tumore

di Vera Martinella

shadow

La controversia è aperta da tempo, il sospetto talvolta riaffiora: possibile che gli uomini amanti della bici siano esposti a un rischio maggiore di disturbi urogenitali? Ovvero, pedalare molte ore alla settimana può favorire problemi seri come disfunzione erettile, infertilità o persino tumore alla prostata? La risposta è rassicurante, secondo l’esito di uno studio appena pubblicato sul Journal of Men’s Health da ricercatori dello University College di Londra che hanno valutato le probabilità di ammalarsi di 5.300 ciclisti inglesi fra i 16 e gli 88 anni abituati a stare in sella per un tempo variabile fra le tre e le nove ore circa alla settimana.

Lo studio avanza un’ipotesi, ma servono conferme

«Il ciclismo è uno sport molto diffuso fra gli uomini e sebbene sia indubbiamente salutare da tempo persistono i dubbi sui possibili danni che può portare nell’area urogentitale – sottolineano gli autori dell’analisi -. Per questo abbiamo esaminato i dati contenuti nello studio britannico Cycling for Health UK study con l’intento di verificare se esista un legame fra l’andare regolarmente più ore in bici e l’insorgenza di problemi per la salute maschile». Gli esiti indicano che non c’è alcuna correlazione fra il tempo trascorso in sella e disfunzione erettile (risultata più frequente fra chi soffre d’ipertensione, fuma o a un’età superiore ai 60 anni) o infertilità, mentre appare lievemente aumentato il rischio di carcinoma prostatico fra gli ultracinquantenni che pedalano più di quattro ore alla settimana. Ma, come sottolineano i ricercatori stessi, «sebbene pare che molte ore sulla bici facciano crescere il livello di Psa (l’antigene specifico prostatico che indica la presenza d’infiammazioni dell’organo) servono ulteriori conferme e più approfondite analisi per capire se il lieve rischio di cancro emerso non sia dovuto ad altri fattori, primo fra tutti l’età, visto che il tumore alla prostata è il più frequente fra i maschi».

Una relazione con il tumore ai testicoli

Nessuno studio finora aveva dimostrato un nesso fra ciclismo e carcinoma prostatico, che potrebbe essere dovuto ai traumi perineali riportati da chi trascorre molte ore sul sellino, mentre erano già emerse evidenze che stabilivano una relazione con il tumore ai testicoli, per via dei traumi ripetuti allo scroto, e con la prostatite. «La bicicletta fa benissimo alla zona pelvica perché attraverso la pompa muscolare delle gambe viene attivata la circolazione venosa» commenta Michele Gallucci, responsabile dell’Urologia all’Istituto Tumori Regina Elena Roma, e vice presidente dell’Associazione Urologi Italiani.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ti potrebbero interessare anche articoli correlati
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT