Roma

Cortei, Alfano: "Basta con i saccheggi o chiudo il centro di Roma". La sfida dei movimenti: "Non ci fermeremo"

Il ministro dell'Interno interviene sulle ultime manifestazione nella capitale, difende "la polizia corpo sano" e giudica "inaccettabili gli attacchi agli agenti da parte dei giornali". E sul numero identificativo: "Sì, ma per i manifestanti"

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"E' inaccettabile che il centro storico di Roma sia sottoposto a rischio di saccheggio ogni due o tre mesi, non vorremmo che ci costringessero a vietare in queste manifestazioni l'accesso al centro storico" della capitale. Lo afferma il ministro dell'Interno Angelino Alfano in conferenza stampa nella sede del Ncd dopo i recenti scontri durante i cortei nella città. "Noi stiamo con i cittadini di Roma - ha detto il titolare del Viminale - che non ne possono più di subire cariche e tentativi di saccheggio, è inaccettabile: queste azioni sono stati evitati grazie alla nostra polizia".

Polizia che Alfano difende: "Cosa si vuole che dicano i poliziotti: 'Prego accomodatevi? sfasciate i palazzi? rompete le vetrine?' - ha continuato il ministro.  "La polizia è un corpo sano" che difende le città italiane "dai saccheggiatori" ed è quindi "inaccettabile che finisca sotto accusa" dopo le manifestazioni dei giorni scorsi. "Chi ha sbagliato - ha poi aggiunto Alfano, riferendosi ad alcuni poliziotti ritratti in foto e video mentre calpestano o manganellano manifestanti già bloccati a terra - pagherà", ma, ha aggiunto, "sono insopportabili gli attacchi alla polizia da parte dei giornali che mostrano solo le foto contro i poliziotti". "Ringrazio anzi il prefetto e il Questore di Roma e le forze dell'ordine".
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Alfano ha anche mostrato le foto di alcuni manifestanti che hanno partecipato ai tafferugli, commentando: "Non sono foto segrete, sono state fatte dai giornalisti. Ecco i bravi ragazzi che si battono contro l'austerity e la precarietà: con le fionde con le pietre dentro, con i caschi neri, i petardi e i massi".  Poi, mostrando alle telecamere un altro scatto: "Ecco un altro idealista, uno studioso dell'economia e filosofia del diritto con fionda e casco". Un pensiero che il ministro, tramite il suo staff, ha affidato anche a Twitter: "La libertà di manifestare è sacra. Ma tirare razzi non è manifestare". Poi sul numero identificativo chiesto sul casco degli agenti, il ministro è stato netto: "sono contrario. Se questi sono i manifestanti, io il numero identificativo lo metterei a loro...vengano loro alla manifestazione con il numero identificativo".

Dopo le parole del ministro dell'Interno, i movimenti per la Casa sono tornati all'attacco lanciando una nuova sfida che potrebbe consistere nell'occupazione simultanea di tutti i Comuni, come ha riferito Paolo Di Vetta, uno dei leader del Movimento. "L'unico strumento di lotta possibile per chiedere il ritiro del piano sull'emergenza abitativa, un decreto - spiega - che dovrà essere convertito in legge entro il 29 maggio''. Non lo spaventano neanche le dichiarazioni di Alfano che, secondo Di Vetta, "si sposano perfettamente con quelle del prefetto Pecoraro che ha parlato di 'regolamentazione del diritto costituzionale di manifestare'. Affermazioni molto gravi che minano la democrazia", aggiunge. "In un momento di crisi come questo Alfano, invece di tenere conto della rabbia e dei problemi della gente, si pone il problema di limitare democrazia. E' come nascondere la polvere sotto un tappetino''. In merito agli scontri avvenuti durante il corteo dello scorso 12 aprile il leader del Movimento per il diritto all'abitare afferma di ritenere ''complicato per chiunque promuovere manifestazioni su contenuti seri e importanti come i nostri e pensare che possano risolversi pacificamente. Bisogna pensare che queste manifestazioni sono formate da precari, disoccupati, famiglie senza casa ed è normale che la rabbia sia tanta''.

Sullo sgombero dello stabile occupato alla Montagnola Di Vetta racconta: "Durante gli scontri con la polizia sono stato anche ferito. Tutte le famiglie sgomberate sono ancora accampate nella sede del municipio VIII. Non ci sono soluzioni. Credo che dovranno passare la Pasqua lì. Abbiamo incontrato il presidente del municipio Andrea Catarci e il vicesindaco di Roma Luigi Nieri che hanno dato la loro disponibilità a far avanzare la delibera regionale sull'emergenza abitativa che però viene cancellata automaticamente dal decreto Lupi. Quindi per ora non è cambiato nulla''. Tra le prossime iniziative del Movimento per il diritto all'abitare ci sarà la manifestazione del 17 maggio a Roma, ''un corteo sull'acqua pubblica e i beni comuni nel quale parteciperemo anche noi - annuncia - sarà anche un modo per sondare il terreno sul discorso di Alfano che ha minacciato di chiudere il centro storico. Se accadesse - conclude Di Vetta - noi non ci fermeremo, anche se in questo caso saranno gli organizzatori del corteo a decidere il da farsi''.

Su cortei e occupazioni è intevenuto anche il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, che ha elaborato il decreto sul Piano casa, contestato in questi giorni dagli attivisti che hanno indetto le mobilitazioni: "E' evidente - ha detto - che se da un parte è doveroso moralmente e politicamente dare una mano alle famiglie in difficoltà che vivono l'emergenza abitativa, dall'altra il rispetto della legge deve essere doveroso e rigido per tutti. Se uno occupa una casa abusivamente nel nostro Paese commette un reato e non gli si può allacciare la luce, il gas, l'acqua. Questa cosa è contestata da una piccolissima frangia di manifestanti". Poi, ha aggiunto: "Noi però vogliamo censire le case sfitte e metterle in affitto a canoni concordati".

Le reazioni. E se il Nuovo centro destra locale fa quadrato attorno alle parole di Alfano, Gianluca Peciola, capogruppo Sel in Campidoglio, affida la sua reazione a Twitter con l'hashtag #alfanodimettiti e #libertàdimanifestare: "Il ministro - scrive il consigliere - accende la miccia della polveriera Roma e copre gli agenti violenti".