periodo gennaio-giugno

Inps, stabile solo un’assunzione su 4. Cresce il lavoro a chiamata

(STEFANO SCARPIELLO)

2' di lettura

Nei primi cinque mesi del 2017, nel settore privato, si registra un saldo tra assunzioni e cessazioni, pari a +729mila, superiore a quello del corrispondente periodo sia del 2016 (+554mila) che del 2015 (645mila). Lo rende noto l’Osservatorio sul precariato dell’Inps. La variazione netta dei contratti stabili continua a rimanere positiva, sebbene con numeri piuttosto bassi: + 43.465 rapporti (nel 2016 il saldo era a quota 68.706 contratti a tempi indeterminato, nel 2015 si schiazzava a 361.691 per effetto degli incentivi Jobs act esautitisi a dicembre 2016).

«Prosegue la fase di ripresa»
ll saldo annualizzato (vale a dire la differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi), a maggio 2017, risulta positivo, scrive l’Inps, e pari a +497mila. Tale risultato cumula la crescita tendenziale dei contratti a tempo indeterminato (+21mila), dei contratti di apprendistato (+48mila) e, soprattutto, dei contratti a tempo determinato (+428mila, inclusi i contratti stagionali e i contratti di somministrazione). «Queste tendenze – osserva l’Inps - sono in linea con le dinamiche osservate nei mesi precedenti e attestano il proseguimento della fase di ripresa occupazionale».

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In aumento del 116,8% i contratti a chiamata a tempo determinato
Oltre all’incremento dei contratti di somministrazione a tempo determinato (+14,6%), secondo l’Inps «appare particolarmente significativa la crescita vigorosa» dei contratti di lavoro a chiamata a tempo determinato, che, sempre nell'arco temporale gennaio-maggio, passano da 76mila (2016) a 165mila (2017), con un incremento del 116,8 per cento. È probabile che su questi numeri pesi la cancellazione dei voucher nel mese di marzo; una circostanza che ha costretto i datori a individuare strumenti contrattuali sostitutivi dei buoni. Quest’effetto spiega anche la riduzione dell’incidenza dei contratti a tempo indeterminato sul totale delle nuove assunzioni. Adesso siamo scesi al 25,9%, superavano il 40% nel 2015.

Licenziamenti in calo
Da segnalare poi la riduzione dei licenziamenti: nel periodo considerato sono stati 235mila in calo del 2,6% rispetto al periodo gennaio-maggio 2016.

Le retribuzioni
Quanto alla composizione dei nuovi rapporti di lavoro in base alla retribuzione mensile, l’osservatorio Inps registra, per le assunzioni a tempo indeterminato intervenute a gennaio-maggio 2017, una riduzione della quota di retribuzioni inferiori a 1.750 euro (55,0% contro 57,9% di gennaio-maggio 2016).

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