Cultura

Addio a Sebastiano Vassalli, dallo Strega al Nobel: nei suoi libri la storia d'Italia

Aveva 73 anni. A settembre avrebbe dovuto ritirare il Premio Campiello alla carriera. Mercoledì solenni funerali civili a Novara

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NOVARA - La candidatura al Premio Nobel per la letteratura e l'assegnazione del Premio Campiello alla carriera, che avrebbe dovuto ritirare a settembre a Venezia, sono solo gli ultimi tasselli di una vita interrotta da un tumore fulminante e incurabile, tenuto riservato e scoperto all'inizio della scorsa primavera. Lo scrittore Sebastiano Vassalli è morto la scorsa notte, al'età di 73 anni, in una camera dell'hospice "Monsignor Zacchero" di Casale Monferrato (Alessandria) dove è stata allestita la camera mortuaria. Lo scrittore, informano dalla struttura ospedaliera, aveva espresso la volontà di essere cremato. Era stato lui stesso a scegliere la casa di cura, fuori la 'sua' Novara, dove saranno anche i funerali.

"Secondo le volontà dello scrittore - dice il primo cittadino - saranno funerali laici, molto sobri, ma con un alto contenuto civico. Allestiremo la camera ardente nella stessa giornata di mercoledì, dalle 10 alle 17, nella Sala Genocchio, a Palazzo Vochieri, sede della Biblioteca Negroni, luogo a cui Vassalli era molto legato. Il funerale si terrà invece nel cortile del Broletto alle 17.30".

Nato il 24 ottobre 1941 a Genova, da madre toscana e padre lombardo, Vassalli ha vissuto a Novara da sempre, fin da quando era bambino. Si era laureato in Lettere all'Università di Milano con Cesare Musatti, affrontando i rapporti fra arte contemporanea e psicanalisi. Poi l'insegnamento, tra gli anni Sessanta e Settanta insieme a un'intensa attività artistico letteraria. E all'amore per la pittura. E' stato con tutte le sue anime che ha fondato anche le riviste Ant. End e Pianura. Dopo alcune prose sperimentali come Narcisso, uscito nel 1968 da Einaudi, Tempo di massacro e L'arrivo della lozione (Calypso), e plaquette poetiche come Il millennio che muore (Einaudi 1972), la sua opera comincia a distinguersi per un profondo lavoro di ricerca storica che va dal Medioevo alla Controriforma fino al Ventennio fascista e al Sessantotto italiano. Ma arriva anche a un ipotetico futuro.

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Nel 1980 Abitare il vento (Einaudi) segna una svolta: il protagonista, come nel successivo Mareblù, uscito due anni dopo da Mondadori, si sente incapace di cambiare il mondo con metodi trasgressivi e rivoluzionari. Nel 1983 esce il provocatorio pamphlet Arkadia, dove Vassalli critica i gruppi sperimentali di cui ha fatto parte: nella sua ricerca di nuovi personaggi o, meglio, di una letteratura pura, diventa emblematico il poeta Dino Campana, riproposto nel 1984 nella Notte della cometa (Einaudi). Nel 1985 Vassalli ha scritto il pamphlet Sangue e suolo, nato da un'inchiesta propostagli all'Einaudi da Giulio Bollati sul bilinguismo e il calo numerico degli italiani in Alto Adige, e Il neoitaliano.

Il successo arriva nel 1990, con una personale opera di ricerca storica,  e la pubblicazione de La chimera, ambientato nel Seicento, vincitore lo stesso anno del Premio Strega. Pubblicato da Einaudi e tradotto in diverse lingue, il romanzo fa affiorare un gusto per l'intreccio e la costruzione dei personaggi che gli ha valso un grande favore di critica e pubblico, raccontando la storia di una strega.
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E' dedicato invece al Settecento Marco e Mattio, uscito da Einaudi nel 1992, e all'Ottocento e agli inizi del Novecento Il Cigno (Einaudi, 1993) prima e, dopo la parentesi quasi fantascientifica e satirica di 3012: cuore di pietra (Einaudi, 1996), un'epopea della storia democratica dell'unità d'Italia che ruota intorno a una grande casa di Novara. Nel 1998 è uscito Gli italiani sono gli altri, (Sottotitolo "Viaggio (in undici tappe) all'interno del carattere nazionale italiano", Baldini e Castoldi), una raccolta di articoli polemici scritti per varie testate giornalistiche, e il romanzo La notte del lupo (Baldini e Castoldi), protagonista Yoshua, un Gesù privato di ogni aspetto divino e soprannaturale.

Con Stella avvelenata, pubblicato da Einaudi nel 2003, Vassalli è tornato alle grandi storie raccontando di un giovane chierico di Casale Monferrato che, nel 1441, intraprende un viaggio verso Parigi. Nel 2005 ha pubblicato Amore lontano (Einaudi) e Terra d'acque. Novara, la pianura, il riso (Interlinea), dove racconta se stesso e i luoghi dove ha trascorso gran parte della sua vita e dove ha ambientato molti dei suoi romanzi. 

Negli ultimi anni Vassalli si è avvicinato al presente, riscoprendo anche il genere del racconto con La morte di Marx e altri racconti, (Einaudi, 2006), mentre nel 2007 ha pubblicato per Einaudi L'italiano, dodici storie esemplificative del carattere degli italiani, della loro debolezza e meschinità. Nel 2008 sono usciti Dio, il diavolo e la mosca nel grande caldo dei prossimi mille anni (Einaudi) e Natale a Marradi. L'ultimo Natale di Dino Campana (Interlinea). E proprio con la casa editrice Interlinea di Novara, diretta da Roberto Cicala, Vassalli aveva affidato negli ultimi 15 anni diversi scritti. I libri più recenti Vassalli li ha pubblicati con Rizzoli: Terre selvagge (2014), un viaggio nel tempo, in un'Italia ancora misteriosa, al tempo dell'antica Roma, e Il confine. I cento anni del Sudtirolo in Italia (2015). E' stato commentatore e opinionista per diversi giornali, tra cui La Repubblica, Il Corriere della Sera e La Stampa.

"Sebastiano Vassalli è stato uno dei massimi autori della letteratura italiana contemporanea, che ha saputo narrare con grande sapienza e profondità di pensiero la condizione umana. Con i suoi romanzi fortemente radicati nella storia sociale del nostro paese egli ha saputo raccontare agli italiani i tratti più contraddittori del carattere nazionale. La sua scomparsa è un grave lutto per la cultura nazionale, che da oggi ha perso una voce autorevole" ha deto il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini. Anche la Fondazione Il Campiello e il Comitato di Gestione del Premio "esprimono profondo cordoglio per la scomparsa di Sebastiano Vassalli, tra gli scrittori più illustri della narrativa italiana contemporanea". A Sebastiano Vassalli è stato assegnato il Premio Fondazione Il Campiello 2015, riconoscimento alla carriera che l'omonima Fondazione conferisce ogni anno ad un'insigne personalità della cultura letteraria contemporanea. Vassalli avrebbe dovuto ritirare il premio 12 settembre in occasione della finale della 53esima edizione del Premio Campiello al Gran Teatro La Fenice di Venezia. Il riconoscimento verrà ritirato per interposta persona e durante la serata sarà dedicato un momento di ricordo alla figura di Sebastiano Vassalli.