Milano, 26 marzo 2015 - 08:40

L’ex parà: «Ho ucciso io il rom»
E fa trovare la pistola nel camino

Costelli ammette di aver sparato contro i camper. L’ipotesi del raid razzista. Su Facebook insultava nomadi e immigrati. Oggi l’interrogatorio per la droga che coltivava in casa

di Armando Di Landro e Pietro Tosca

Roberto Costelli, 39 anni, mascherato da cardinale, la sera del delitto Roberto Costelli, 39 anni, mascherato da cardinale, la sera del delitto
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Ha ammesso di aver premuto lui il grilletto, sparando contro i camper: cinque colpi nella notte, uno letale per Roberto Pantic, papà rom di 10 figli, una vita nella miseria finita a 43 anni. Difficile pensare a un esito più tragico, per il gesto folle confessato da Roberto Costelli, 39 anni, disoccupato di Calcio, un tempo muratore: ex paracadutista, produttore di marijuana in casa, una bacheca Facebook in cui non mancano invettive contro gli zingari e gli immigrati in genere. Il movente, di quel gesto, è ancora protetto dalla riservatezza del verbale di interrogatorio, circa due ore e mezza di fronte al pubblico ministero Carmen Pugliese nel tardo pomeriggio di lunedì, nella caserma di via delle Valli a Bergamo.

Il rom ucciso dall?ex parà
Pantic ucciso sul suo camper

Al termine della giornata in cui è stato arrestato per la produzione e il possesso di stupefacenti — 13 chili e 17 piante di marijuana in casa — Costelli si è liberato del suo segreto, che custodiva dalla notte tra il 21 e il 22 febbraio. Ha raccontato di aver trascorso quel sabato sera in compagnia di amici all’interno del bar Locomotiv, a nord di Calcio, vicino alla stazione ferroviaria: non più di dieci minuti a piedi, molti meno in auto, da quello spiazzo vicino al Naviglio cremonese e all’Oglio, dove i Pantic dormivano sui loro due camper. Dopo la festa per il Carnevale ambrosiano — sempre stando alla sua confessione — ha raggiunto una stradina della zona, e ha sparato, mirando i camper da una certa distanza, solo per colpirli all’esterno. Da che distanza? Costelli si è mosso da solo? Era stato alla festa portandosi una pistola in auto? Dettagli che forse l’ex paracadutista ha rivelato, ma che restano coperti dal riserbo assoluto del magistrato.

Le sue ammissioni, però, sono apparse credibili. E secondo indiscrezioni il movente non resterebbe ignoto: semmai in bilico tra la bravata e la folle azione dimostrativa di chi non prova certo simpatie per i rom. In quel contesto si sarebbe mosso Roberto Costelli, che il luogo del delitto lo conosce bene, perché poco più su, lungo il Naviglio cremonese, l’ex parà frequentava spesso il cosiddetto Put Gob (Ponte Gobbo), zona di ritrovo di giovani del paese.

Già nella prima settimana di indagini i carabinieri del Nucleo investigativo di Bergamo, coordinati dal tenente Michele Capone, avevano accertato che in zona non c’erano soggetti con particolari rancori, e quindi possibili moventi specifici, nei confronti di Pantic. L’ipotesi di un’azione dimostrativa era emersa rapidamente e aveva fatto anche scattare un controllo sui detentori di armi della zona. Informazioni che, incrociate con altri tipi di indagini, al momento non rivelate, hanno portato alla perquisizione di lunedì mattina nell’abitazione di Costelli. I carabinieri, appena entrati, gli hanno chiesto di poter vedere le sue armi, denunciate regolarmente. Lui, piuttosto nervoso, ha subito spiegato di avere solo una pistola in casa, mostrandola. «L’altra me l’hanno rubata un po’ di tempo fa». Ma non ha mai sporto denuncia. I militari hanno proseguito la perquisizione, trovando la marijuana, e l’hanno arrestato, portandolo a Bergamo.

Nella caserma di via delle Valli è stato lui stesso, messo sotto pressione dai carabinieri, a spiegare di aver nascosto la pistola mancante dentro il caminetto di casa. Ritorno a Calcio, per i militari e per Costelli. L’arma è stata recuperata proprio dove aveva detto lui. È una 357 che può aver sparato anche proiettili calibro 38, come quelli contro i camper: gli investigatori l’hanno spedita alla sezione balistica del Ris di Parma, per un test sulla compatibilità con quell’ogiva che ha ucciso Roberto Pantic. Circostanza che spiega anche il riserbo assoluto di chi indaga: solo dopo l’esito delle analisi il pubblico ministero Carmen Pugliese dovrebbe chiedere la custodia cautelare in carcere per Costelli, con l’accusa di omicidio. Anche il legale del disoccupato, Carlo Pressiani, non rilascia dichiarazioni. Oggi lo assisterà nell’interrogatorio di convalida del gip Alberto Viti, per il possesso della marijuana: un sequestro di stupefacenti finito quasi casualmente nell’inchiesta su quei cinque, folli, colpi di pistola, che hanno tolto un papà a 10 figli.

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Il delitto del rom ucciso nel camper

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