Come si fa a far durare una relazione? Esistono delle regole da seguire? Se esistessero, forse ce ne saremmo accorti già da tempo. Visto che interessa a chiunque sapere come comportarsi perché le storie d’amore durino per sempre. Solo che, come capita spesso quando ci si interessa alle questioni esistenziali, le regole di «buona condotta» non servono a molto. Anzi, in genere non fanno altro che alimentare inutili illusioni. Anche, e talvolta soprattutto, quando a proporle sono alcuni esperti – scienziati, terapeuti, professoroni e via dicendo – che si propongono di ridisegnare le regole della monogamia.
Partendo dalla constatazione che ormai le persone vivono molto più a lungo del passato e che, a forza di aspettarsi troppo dalle relazioni d’amore, finiscono prima o poi con l’essere delusi dal matrimonio, c’è chi spiega che il solo modo per evitare la rottura sarebbe quello di introdurre una maggior flessibilità all’interno della coppia. Invece di essere tutti ossessionati dal tradimento, dovremmo capire che le scappatelle aiutano una relazione d’amore introducendo novità e benessere all’interno di una quotidianità che altrimenti, col tempo, rischia solo di peggiorare. Come si può d’altronde vivere per quaranta o cinquant’anni con la stessa persona, dicono alcuni? Come si fa, aggiungono altri, a non cedere al fascino discreto del tradimento dal momento che siamo tutti costantemente sollecitati a farlo?
Ecco allora che c’è chi pensa che la soluzione sia semplice: visto che nessuno di noi può essere del tutto soddisfatto della persona che ci vive accanto, molto meglio accettare la possibilità di un ménage à plusieurs che ostinarsi a difendere la fedeltà. Peccato che, quando si ami una persona, si desideri poi anche essere l’unico oggetto del suo amore. Peccato che il tradimento faccia soffrire, generi insoddisfazione, porti talvolta alla fine di una storia. Un conto è infatti pretendere che l’altro sia per noi «tutto» – visto che niente e nessuno può mai definitivamente colmare quel vuoto che ci portiamo dentro e che caratterizza ogni essere umano. Altro conto è rinunciare a essere «unici» agli occhi della persona che amiamo.
In amore, come in amicizia, la fedeltà è difficilmente concepibile come qualcosa che si possa promettere o giurare senza incatenarsi ad un legame che, un giorno, potrebbe ribellarsi alle emozioni e ai desideri di chi pretende essere fedele. Su questo punto non si può non concordare con gli esperti. Non per questo, però, la fedeltà non ha più alcun senso. Anzi. Forse bisogna solo intendersi meglio su ciò che si intende per fedeltà e sul modo in cui la fedeltà può illuminare o meno una relazione di coppia. La vera fedeltà non consiste forse nel riconoscere l’altro per quello che è, senza chiedergli di essere diverso o di cambiare? Non consiste nel rinnovargli ogni giorno il nostro sostegno, senza giudizi e senza pretese, senza richieste e senza ricatti?
Quando si ama, non si tratta di credersi al riparo dal tradimento. In quanto esseri umani, è impossibile non desiderare o essere desiderati, sedurre o essere sedotti. Si tratta piuttosto di essere capaci di accogliere l’altro così come è, con tutte le fragilità che si porta dentro. Accettare la sfida di lasciar toccare a qualcuno quello che è sepolto da qualche parte nelle profonde pieghe dell’esistenza. E poi esserci. Esserci quando è necessario. Esserci sempre, anche se non fisicamente. Perché l’altra persona senta di essere «unica» e desideri, a sua volta, farci sentire «unici».