Milano, 4 settembre 2014 - 17:20

«Vitelli maschi lasciati morire nel fango»: video choc sulla bufala

L’inchiesta di due anni dell’organizzazione Four Paws International su 50 allevamenti campani diffusa dalla Lav. Gli allevatori: «Casi da denuncia ma la realtà non è questa»

di Beatrice Montini

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Due anni di indagini e riprese in 50 allevamenti del casertano e salernitano. Un video di 3 minuti che denuncia maltrattamenti e crudeltà nella produzione di uno dei prodotti più tipici del territorio campano: la mozzarella di bufala. La video inchiesta è stata condotta dall’organizzazione Four Paws International e diffusa in Italia dalla Lav. Immagini dure che mostrano in alcuni casi veri e propri maltrattamenti verso gli animali. In particolare dei cuccioli maschi delle bufale da latte considerati, dice la Lav, un «sottoprodotto indesiderato» della produzione di mozzarella.

«Ogni anno uccisi 70mila maschi»

Nelle immagini diffuse si vede un vitello strattonato, preso a calci, e caricato a forza sulla pala di un trattore. E ancora animali colpiti con pesanti mazze, annegati nelle pozze dei liquami, lasciati morire di fame e sete nel fango, sotto gli occhi delle madri. «Secondo le nostre stime ogni anno vengano uccisi senza controllo circa 70mila vitelli maschi, la cui carne è ritenuta di scarso interesse economico. Il dato è una stima al ribasso – dice la Lav- a cui siamo arrivati incrociando, anche con la collaborazione di veterinari, il numero dei bufalini maschi presenti negli allevamenti e quelli macellati. Solo una minima parte dei vitelli maschi, infatti, viene lasciata vivere, a scopo riproduttivo o per essere destinata al consumo di carne, insignificante in Italia».

Gli allevatori: «Casi da denunciare ma la realtà è diversa»

«Le immagini diffuse dalla Lav non sono affatto belle e rappresentano un danno a tutta la categoria. I protagonisti di questi comportamenti illegali devono essere individuati e denunciati e chiediamo alla Lav di segnalarci i nominativi– risponde Angelo Coletta, direttore dell’Associazione nazionale specie bufalina – Ma non è giusto che le attività discutibili di pochi gettino discredito sull’intera categoria. La prassi dell’allevamento della bufala è tutt’altro. E i vitelli maschi fanno parte della produzione esattamente come le bufale. Vengono avviati alla macellazione oppure alla riproduzione. La carne di bufala, oggi come oggi, ha un suo mercato e quindi è stupido e antieconomico non macellarli come prevede la legge».

La denuncia: «Il governo intervenga»

Nelle immagini diffuse si vedono anche bufale ammassare e rinchiuse senza la possibilità di uscire, costrette a vivere tra fango ed escrementi. Alcuni animali hanno ferite aperte, non curate, hanno problemi di deambulazione dovuti all’eccessiva crescita degli zoccoli. «Ci chiediamo come sia possibile che dietro un prodotto di presunta eccellenza come la mozzarella di bufala, possano essersi consolidate prassi così discutibili e con profili di illegalità che non vanno lasciati impuniti - denuncia la Lav - Chiediamo ai Ministri della Salute e delle Politiche Agricole un piano straordinario di controlli negli allevamenti e nei caseifici che utilizzano bufale, al fine di perseguire con la massima severità gli illeciti documentati dall’investigazione, ma anche per far emergere tutta la verità circa l’alta crudeltà di un sistema d’allevamento che “usa e getta” i bufali e che ha trasformato le bufale in macchine da latte».

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