Stefano Pioli lo va ripetendo ormai da tempo: questa, per la Fiorentina, sarà una stagione di transizione. Un campionato utile a gettare le basi per una squadra – quella del prossimo anno – che ci si immagina già più solida, esperta, rodata. Per scremare dalla rosa i giocatori che non si dimostreranno all’altezza ed inserire innesti che rimedino agli errori odierni (ai terzini e a Corvino fischiano le orecchie da tempo). Senza fretta, senza troppe pretese. Una stagione che, se fosse un film di medio cabotaggio, potrebbe tranquillamente intitolarsi “Fiorentina è andata così, ormai aspettiamo il prossimo anno”.
Al di là dei facili catastrofismi – comunque – un dato è evidente. Il mister è completamente allineato al pensiero della società. E’ un aziendalista: punto. Non ci sono frizioni. Non esistono correnti di pensiero opposte che talora si scontrano. Navigare a vista va bene a tutti, per quest’anno. E come sono lontani, in questo senso, i tempi delle schermaglie continue con Sousa e Montella. Archiviate le battute sulle omelette ed anche quelle sulla dimensione della Fiorentina. Ora è tempo di fare azienda: per i contrasti (quelli costruttivi), semmai, citofonare l’anno prossimo.