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Il libro dedicato al primo agricoltore biologico

Sarà presentato domenica alle 15 a Romena (Pratovecchio) il volume "La terra è la mia preghiera" del giornalista Massimo Orlandi sulla vita di Gino Girolomoni

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E' stato il padre dell'agricoltura biologica in Italia, personaggio profetico e fuori dagli schemi. Contadino che ha dedica tutta la vita all'amore e al rispetto per la terra (sarà lui a ispirare il marchio "Alce nero", oggi Girolomoni), ma anche un uomo di fede capace, impresa unica per un laico, di ridare nuova vita al monastero di Montebello (vicino Urbino). Le tante vite di Gino Girolomoni sono oggi raccolte in una biografia, "La terra è la mia preghiera", scritta dal giornalista Massimo Orlandi, prefazione di Vandana Shiva. Il volume, pubblicato da Emi edizioni, dedicato al padre dell'agricoltura biologica in Italia sarà presentato nella pieve di Romena (Pratovecchio) domenica alle ore 15. 

Per la prima volta viene raccontata in un libro la vicenda umana, spirituale e professionale di Gino Girolomoni, ispiratore e fondatore della prima cooperativa agricola biologia in Italia con il marchio "Alce Nero" (oggi "Girolomoni"), ma anche "monaco" contadino come è stato definito, o "poeta religioso" come lui stesso si presentò. Amico e confidente di personaggi della cultura italiana come Sergio Quinzio, Guido Ceronetti, Massimo Cacciari e Vittorio Messori, Girolomoni è conosciuto per il suo forte impegno ambientale.

Ammirato da Pier Paolo Pasolini (come Orlandi nel libro ricostruisce) già negli anni Settanta, Girolomoni ha ridato vita ad un monastero abbandonato a Montebello, in provincia di Urbino, da cui ha sperimentato un nuovo modo di coltivare la terra e allevare animali in sintonia con la natura e i suoi ritmi. Già sindaco del suo paese, Isola di Piano, per due mandati come indipendente di sinistra, Girolomoni ha avuto anche negli anni Novanta un impegno politico esplicito nel partito dei Verdi, in particolare nella lotta contro gli OGM.

Appassionato lettore della Bibbia (intorno alla sua casa di Montebello si radunò un "cenacolo" di cultori come Quinzio, Ceronetti, Piero Stefani, Daniele Garota e altri), Girolomoni fece delle sue convinzioni cristiane un emblema di appassionata ricerca umana da intraprende in un nuovo modo di rapportarsi con la terra e la coltivazione. Di qui la decisione di avviare un'agricoltura che non usi sostanze tossiche già nel 1977 e l'organizzazione, l'anno seguente, del primo corso nazionale di agricoltura biologica. Molto critico con i cattolici che non capiscono la portata epocale e sconvolgente della comparsa degli OGM, Girolomoni si è impegnato in prima persona contro la brevettabilità del vivente, presente anche nelle istituzioni europee a fianco dell'amico Alex Langer: "Andare a scomporre sequenze di Dna è come togliere miliardi di chiavi dalle proprie serrature; chi sarà in poi grado di rimettere ognuna al proprio posto?".

Nel 2012 Girolomoni è morto per un infarto. Diceva:"Nella realtà del mondo ha ragione solo chi vince. Nella realtà di Dio, non conta solo vincere o perdere. Conta servire la causa".