Il Tasso di Conversione dell'Inter è sotto la media della Serie A

Mazzarri sì, Mazzari no? Comunque sia, il valore dei nerazzurri espresso dai numeri è molto simile a quello dell'anno scorso. Resta da capire se a tifosi e società basta

Lo ha salvato un pareggio in extremis e lui, probabilmente, ringrazia. Domenica prossima Walter Mazzarri siederà ancora sulla panchina dell'Inter anche se, a sentire Massimo Moratti, il suo futuro resta incerto. E incerti sono anche i tifosi nerazzurri, un po' confusi da questo inizio di campionato in cui la loro squadra è stata capace di fare sette gol in una partita (al Sassuolo) ma anche di prenderne sette in due consecutive (da Cagliari e Fiorentina). E allora, quanto vale la Beneamata e che responsabilità ha il mister di San Vincenzo nell'attuale situazione? Proviamo a chiederlo ai numeri.

Le statistiche suggeriscono che la formazione di Mazzarri è un po' meglio di quello che i suoi punti attuali inducano a pensare ma non abbastanza da far sognare gli appassionati: una squadra di alta classifica sì, ma non in grado di ambire ai massimi traguardi, ovvero alla qualificazione in Champions League (e questa pare anche la convinzione del suo presidente).

Un'occhiata a 12 mesi addietro spinge il giudizio verso questa conclusione. Lo scorso anno, dopo sette partite, la squadra di Mazzarri faceva meglio di quella attuale non solo per quanto riguarda i punti ma anche rispetto ad alcuni valori che tendono ad essere ben correlati con la posizione finale in classifica, come il tasso di tiri in porta (TSR), il tasso di tiri nello specchio (STR) e il tasso di conversione (qui una spiegazione più dettagliata sul significato di queste metriche e su come si calcolano).

Insomma, un'involuzione? Sì e no. Se si effettua infatti il confronto con i valori complessivi della stagione passata, si scopre che sono piuttosto simili a quelli attuali, ovvero che in fondo il campionato è cominciato, in termini di prestazioni, dove si era concluso il precedente.

Questo vuol dire che i tifosi nerazzurri si devono attendere un torneo analogo allo scorso? Certezze nel calcio non ce ne sono (tanto meno alla settima giornata), ma i valori sembrano ben definiti. La formazione di Mazzarri è tra le prime 6 in tutte le metriche più significative (TSR, STR, ISR). Ma non eccelle in nessuna. Dove sta difettando, rispetto al 2013/14, è nel Tasso di Conversione, che misura quanto una squadra riesce a trasformare in gol i tiri nello specchio rispetto a chi le sta di fronte. Con 0,49, in questo primo scorcio di torneo, è sotto la media della Serie A (0,50) e lontana dai migliori (0,73 della Roma, che comunque è una cifra insostenibile, destinata a scendere).

Come abbiamo già osservato, però, il Tasso di Conversione è un indicatore assai variabile nell'arco di un campionato ed è più dipendente dalla fortuna (dal caso) rispetto agli altri. Insomma, con un po' di benevolenza, si può anche sostenere che finora la sorte non è stata dalla parte di Palacio e compagni. E si può ipotizzare che strada facendo i nerazzurri miglioreranno in questo indicatore. Risultato: al netto del ruolo del caso (che in poche partite può avere una parte consistente), Mazzarri sta facendo esprimere la propria squadra su livelli non tanto diversi dallo scorso anno, forse leggermente migliori.

Si tratta di livelli che se restano tali, a seconda di come tira il vento, stanno tra le sesta e la quarta posizione finale. Resta da capire se questo è l'obiettivo a cui tifosi e società ambiscono e che ritengono coerente con il potenziale della rosa. Perché il calcio, come la vita, è in gran parte questione di aspettative.