Equitalia cambia nome e si trasforma in “Agenzia delle Entrate-Riscossione”, ma le multe sono escluse dalla rottamazione delle cartelle. Via, invece, gli interessi maturati sulle sanzioni amministrative perché, ha spiegato da Messina Matteo Renzi, “non si pagano gli interessi che sono stati aumentati talvolta al doppio o al triplo in modo scandaloso”. Quindi, non è un condono e nemmeno un modo per “lisciare il pelo” agli italiani, anche perché le multe, ha continuato, “si devono pagare”. Dalla “definizione agevolata” delle cartelle, poi, dovrebbe arrivare un gettito di due miliardi nel 2017. Inoltre, la trasmissione dei dati Iva diventa trimestrale e salta la flat tax al 35% sull’emersione del contante, dopo l’allarme e le polemiche sull’utilità e la trasparenza della voluntary disclosure. Sono questi alcuni dei punti contenuti nel decreto fiscale che accompagna la manovra. Arrivato al Quirinale, bollinato dalla Ragioneria e firmato nel pomeriggio dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Sono fiero e orgoglioso che questo decreto sia stato firmato”, ha commentato il presidente del Consiglio.

La nuova Equitalia – Equitalia, come anticipato, sarà sciolta a partire dal primo luglio 2017 e al suo posto ci sarà l'”Agenzia delle Entrate-Riscossione“, ente pubblico economico che sarà sottoposto all’indirizzo e alla vigilanza del Mef e presieduto dal direttore dell’Agenzia delle Entrate. Lo statuto della nuova Agenzia delle Entrate-Riscossione “disciplina le funzioni e le competenze degli organi e indica le entrate dell’ente” ed è stato “approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Economia”. Il decreto anticipa così di fatto alcune norme della riforma Madia che danno più poteri sulle Agenzie fiscali alla presidenza del Consiglio. Il personale stabile verrà automaticamente trasferito da Equitalia all’Agenzia Riscossione senza soluzione di continuità, “previo superamento di apposita procedura di selezione e verifica delle competenze in coerenza con i principi di trasparenza, pubblicità e imparzialità”.

“Con Equitalia c’è un meccanismo per cui, quando non paghi una multa o le tasse, scattano interessi devastanti e sembra che lo Stato voglia fare cassa”, sottolinea Renzi a Messina. Ma, aggiunge parlando del superamento dell’agenzia, “lo Stato deve essere il tuo consulente. A breve partirà il meccanismo per cui ti avverte con un messaggino. Il meccanismo è quello di avere uno che ti viene incontro e che ti dice ‘ehi occhio..’. Non ti dice condono”.

Massimo 4 rate per le cartelle rottamate – Le multe sono escluse dalla rottamazione delle cartelle, così come “le sanzioni amministrative per violazione del Codice della strada“. A essere rottamati, in base alla definizione agevolata prevista dal decreto, sono però gli interessi maturati sulle sanzioni amministrative, incluse le maggiorazioni previste per i tardati pagamenti dalla legge di depenalizzazione del 1981. L’Iva, invece, rientra nell’operazione di rottamazione. Ad essere esclusa, si legge nel testo, è solo “l’imposta sul valore aggiunto riscossa all’importazione”. Sono anche escluse le somme dovute “a titolo di recupero di aiuti di Stato, i crediti derivanti da pronunce di condanna della Corte dei Conti, le multe, le ammende e le sanzioni pecuniarie dovute a seguito di provvedimenti e sentenze penali di condanna”. 

Chi aderisce alla rottamazione (entro 90 giorni dall’entrata in vigore delle norme) può scegliere se pagare l’importo dovuto in un’unica soluzione oppure in un massimo di quattro rate. La terza deve essere versata entro il 15 dicembre 2017. La quarta entro il 15 marzo 2018. Rientrano nella rottamazione anche le cartelle Iva (con esclusione solo di quelle sull’importazione) e gli interessi sulle multe.

Da rottamazione incassi per 2 miliardi nel 2017 – La “definizione agevolata” delle cartelle di Equitalia, si legge nella Relazione tecnica del decreto fiscale, garantirà nel 2017 un gettito erariale di 2 miliardi di euro. Una cifra che, unita all’effetto degli interventi di potenziamento della riscossione, porterà ad un totale di 3,7 miliardi nel triennio 2017-2019.

Voluntary disclosure – I termini vengono riaperti fino al 31 luglio 2017, con possibilità di integrare l’istanza e presentare i documenti fino al 30 settembre. Alla nuova operazione, però, non potranno partecipare i contribuenti che hanno già presentato istanza in precedenza. Le violazioni sanabili sono quelle commesse fino al 30 settembre 2016.

Trasmissione dati Iva trimestrale – Il testo prevede inoltre che dal 2017 la trasmissione dei dati Iva diventi trimestrale. L’innovazione, si legge nella relazione tecnica al dl, “comporterà un incremento di gettito dovuto sia al maggior stimolo alla compliance, tramite l’attività dissuasiva posta in essere dall’Agenzia delle Entrate, sia un incremento dovuto all’accelerazione delle somme riscosse tramite i controlli automatizzati”. Inoltre, le imprese che dovranno sostenere spese extra per “l’adeguamento tecnologico” necessario alle comunicazioni telematiche trimestrali dei dati Iva potranno godere di un credito di imposta una tantum di 100 euro. L’agevolazione è concessa ai soggetti che abbiano realizzato un volume d’affari non superiore a 50mila euro. Il credito è utilizzabile a decorrere dal primo gennaio 2018. L’onere per il bilancio dello Stato è quantificabile in 244 milioni di euro.

Centri di accoglienza – Per quanto riguarda le risorse destinate all’attivazione, la locazione e la gestione dei centri di accoglienza per stranieri irregolari, sono incrementate di 600 milioni nel 2016. Inoltre, quale concorso dello Stato agli oneri che sostengono i Comuni che accolgono i richiedenti asilo è autorizzata la spesa di 100 milioni per il 2016 e l’istituzione di uno specifico fondo. Un decreto del ministero dell’Interno definirà le modalità di riparto delle risorse per un massimo di 500 euro a richiedente.

Rete ferroviaria italiana – E’ autorizzata la spesa di 320 milioni per il 2016 e 400 milioni per il 2018 per Rete ferroviaria italiana, a copertura degli oneri derivanti dall’aggiornamento al 2016 del contratto di programma, parte investimenti. La misura non prevede oneri per la finanza pubblica, perché le risorse sono state già stanziate.

Tax credit per il cinema – Per l’anno 2016 l’importo di 140 milioni stabilito per il 2016 per il tax credit per il cinema e l’audiovisivo è incrementato di 30 milioni.

Fondo di garanzia per le Pmi – La dotazione del fondo di Garanzia per le pmi istituito nel 1996 è incrementata di 895 milioni per l’anno 2016. Inoltre ulteriori 100 milioni di euro potranno essere individuati a valere sugli stanziamenti del programma operativo nazionale ‘Imprese e competitività 2014-2020’ di cui è titolare il ministero dello Sviluppo economico. Il decreto autorizza anche la spesa di 30 milioni per il 2016 in favore dell’Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) per la concessione da parte dell’Istituto di garanzie. In sostanza, si legge nella relazione tecnica, la disposizione è finalizzata a facilitare l’accesso al credito delle imprese agricole, che potranno accedere alle garanzie a prima richiesta dell’Ismea senza dover sostenere costi, fino a un tetto di 15mila euro.

Missione in Libia – Il decreto fiscale firmato dal presidente della Repubblica e in arrivo in Parlamento prevede anche una spesa di oltre 17 milioni di euro per la partecipazione italiana a missioni in Libia. In particolare l’art.9 autorizza, fino al 31 dicembre 2016, “la spesa di euro 17.388.00 per la partecipazione di personale militare alla missione di supporto sanitario in Libia denominata Operazione ‘Ippocrate’ e delle Nazioni Unite denominata United Nation Support Mission (Unsmil)“. Alle due missioni gli italiani partecipano con 302 militari (300 per Ippocrate, due per Unsmil), con 209 mezzi terrestri, uno navale e due aeromobili.

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