Genova

Genova, alluvione 2014: indagata Raffaella Paita

L'assessore alla Protezione Civile è accusata di omissione di atti d'ufficio per mancata allerta ma anche di omicidio e disastro colposo. Lei: "Sono sorpresa, già chiarito tutto, sono a disposizione del mio partito"

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Il  primo avviso di garanzia per l'alluvione del 9 ottobre scorso è stato notificato a Raffaella Paita, l'assessore alla Protezione Civile, attuale candidata alla Presidenza della Regione Liguria. La Procura della Repubblica le contesta la "mancata allerta", perchè quella sera, nonostante le previsioni meteorologiche sfavorevoli e le fortissime piogge in corso, rimase chiusa fino alla mezzanotte la sala operativa della Protezione Civile in viale Brigate Partigiane a Genova, che avrebbe dovuto coordinare i soccorsi. Ma  - si è saputo in un secondo momento - la candidata Pd è indagata anche per concorso in disastro colposo e omicidio colposo, reato ipotizzato all'inizio dell'indagine dai due magistrati genovesi e contestato anche alla dirigente di Protezione civile Gabriella Minervini.  
 
I magistrati Gabriella Dotto e Patrizia Ciccarese da oltre sei mesi hanno aperto un fascicolo per disastro colposo ed omicidio colposo (la morte dell’ex infermiere Antonio Campanella), ma battono due filoni: il primo, appunto la mancata "Allerta-Due", il bollettino meteo dell’Arpal “errato” alle 18, che rassicurava sull’indebolimento della perturbazione; il secondo filone riguarda invece quanto è accaduto nei 40 minuti precedenti l’esondazione del Bisagno.
Tutto questo anche se Paita, durante l'interrogatorio nei mesi scorsi,  ha sostenuto "di essere stata presente in sala operativa tutta la notte".
Paita: "Già chiarito, a disposizione del partito". Con una nota diffusa in serata la Paita ha chiarito la sua posizione. "Sono davvero sorpresa del merito delle contestazioni che mi vengono rivolte, considerando che ho già avuto modo di chiarire nel novembre scorso la meticolosità della mia condotta nel corso di quella giornata durante la quale ho tenuto costanti contatti con la Protezione Civile, sollecitando la parte tecnica ad operare con il massimo dell’attenzione e della prudenza".
"La contestazione che mi viene rivolta è la mancata allerta e i provvedimenti conseguenti. L’allerta meteo e i provvedimenti conseguenti sono normativamente di competenza della struttura tecnica e non competono in alcun modo agli assessori. Non mi sono mai sottratta alle mie responsabilità. Chiedo alla magistratura di andare avanti senza indugio e ribadisco di essere a totale disposizione per tutti gli ulteriori chiarimenti. Esattamente per la chiarezza che è dovuta per una vicenda così dolorosa per la nostra terra. Sono certa di aver agito nella massima correttezza e rimango a disposizione del mio Partito".

La fiducia del Pd.  "Siamo certi che Raffaella Paita avrà modo di chiarire la propria estraneità ai fatti contestati. Confermiamo a lei la nostra fiducia e il nostro sostegno". Così, in una nota diffusa in serata, Giovanni Lunardon, Segretario Pd Liguria, Fulvio Briano, Segretario Pd Savona, Luca Garibaldi, Segretario Pd Tigullio, Pietro Mannoni, Segretario Pd Imperia, Juri Michelucci, Segretario Pd La Spezia, e Alessandro Terrile, Segretario Pd Genova.
"Abbiamo piena fiducia nell'operato della magistratura - proseguono i segretari regionale e provinciali del Partito Democratico - e siamo certi che in tempi rapidi si arrivi a fare piena luce sugli eventi relativi all'alluvione dell'ottobre scorso. La contestazione che viene mossa a Raffaella Paita riguarda il provvedimento di diramazione dell'allerta che - sottolineano - non è un atto politico dell'assessore alla Protezione Civile ma un atto tecnico amministrativo che non compete all'assessore".

I funzionari. Nei momenti a ridosso del disastro, però, il funzionario responsabile Stefano Vergante alle 22,15 era a casa, a Molassana, impossibilitato a raggiungere l'ufficio perchè il Bisagno nel frattempo era esondato. Alla Protezione Civile non era presente neppure Gabriella Minervini, in quei giorni direttore alla Protezione Civile. 

 "Sono tranquilla e sono pronta a difendermi dalle accuse che mi vengono contestate. A mio avviso in quelle ore non c'erano i presupposti per dare l'allarme meteo". Gabriella Minervini, direttore del dipartimento ambiente della Regione Liguria ha ricevuto oggi l'invito a comparire dai sostituti procuratori Patrizia Ciccarese e Gabriella Dotto: "Mi contestano la mancata allerta - dice al telefono - ma ho fatto tutto quello che dovevo fare. Abbiamo agito sulle previsioni di Arpal che parlavano di temporali. Non c'era la base per fare scattare un'emergenza meteo"



 
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