Esistono veramente le femmine?

Da LogicaUnitaria.

Esistono veramente le femmine?

Intendo dire: "femmina" indica il contrario di "maschio" o semplicemente un modo di funzionare del maschio stesso e viceversa "maschio" indica solo un modo di funzionare della femmina stessa?

Per chi è preso dalla testa ai piedi, immerso fino al midollo nelle tante varianti di welthanshauung antroporiferite sarà difficile non dico accettare ma anche solo comprendere ciò che si andrà ad affermare in questo articolo e magari ne uscirà scandalizato gridando al delirio, comunque queste sono le argomentazioni e la tesi di cui si intende ritenere almeno verosimili.


Il pieno e il vuoto

Nella interpretazione della simbologia si è sempre avvicinato il concetto di "pieno" a quello di "maschio" e al contrario un altro concetto quello di "vuoto" a quello di "femmina".

Oggi grazie alla fisica moderna, la fisica quantistica delle alte energie, siamo giunti alla consapevolezza che il concetto di "vuoto" è solo un retaggio dell'esperienza dei nostri antenati perchè oggi proprio l'esperienza ci ha insegnato e continua sempre più ad insegnarci che non esiste in natura alcun vuoto e che la natura conosce solo il "pieno" e se vogliamo proprio fare delle distinzioni dovremmo semmai parlare di due tipologie di pieno: il pieno propriamente detto e il vuoto-pieno.

Infatti la fisica moderna ha potuto appurare come il cosiddetto "vuoto" sia estremamente popolato e pieno di vita ovvero come il vuoto non possa essere in nessun modo associato ad una assenza ma semmai ad una presenza di altro tipo.


Maschi e femmine

Questo discorso che fa la fisica del novecento ci fa pensare alla teoria che sto portando avanti presente nel pensiero della psicoanalista Silvia Montefoschi ma da me pienamente condivisa che "la donna altro non è che un soggetto travestito da donna".

La psicoanalisi quindi e in qualche modo anche la fisica quantistica sembrano confermarci che non esiste alcuna femmina ma semmai un'altra tipologia di maschio ossia che siamo tutti maschi.

Le femmine, soprattutto le femministe potrebbero offendersi ma cambiando il discorso ossia che siamo tutti femmine, due tipologie diverse di femmine, che pur anch'essa regge come vedremo, il senso della proposizione non cambia.


Potenza e atto

La vera verità però la si può cogliere abbandonando definitivamente i concetti ancora antropomorfi e antroporiferiti di maschio e femmina di uomo e donna, perchè in verità si tratta di potenza e atto del pensiero. Che cos'è infatti la potenza del pensiero se non la potenza di un vecchio atto di pensiero e che cos'è l'atto del pensiero se non ciò che diverrà nuova potenza? E del resto sappiamo che il vero maschio non sono gli atti finiti ma l'unico atto infinito del pensiero ossia il continuum del pensiero e non i singoli atti del pensiero colto nel suo aspetto discreto e non continuum. E del resto Dio è proprio l'atto infinito (oltre che la potenza infinita beninteso).


L'unità processuale dell'unico pensiero

In verità si tratta di un'unità processuale dove si può verificare la realtà della formula "magica" dell'intersoggettività che è:


"Io sono te

e tu sei me

anche se io sono solo io e tu sei solo tu"

(Silvia Montefoschi, "La glorificazione del vivente nell'intersoggetività tra l'uno e l'altro del discorso", 1995)


La simbiosi invisibile

Infatti l'universo con la sua logica della separazione apparentemente ha fatto uscire gli esistenti dalla simbiosi assoluta in cui erano prima del Big bang, la realtà è che esiste ancora una simbiosi invisibile che lega tutti a tutto e che è ciò che determina l'interdipendenza universale che smentisce ogni pur minimo sogno e fantasia di autonomia dagli altri esseri.

In conclusione potremmo dire che le femmine sono un'altra tipologia di maschi: ecco a quali conclusioni siamo giunti nel tentativo di esplicitare sempre di più le implicazioni del pensiero nuovo "il pensiero Uno" quale pensiero coerente con la nuova logica unitaria a cui è pervenuta la storia della psicoanalisi dopo cento e più anni di prassi psicoanalitica.


Tuttavia affermando questo non scopriamo nulla di nuovo poichè Sigmund Freud aveva scoperto come l'inconscio fosse più maschile cioè attivo della stessa coscienza e ancor prima Hegel ci faceva consapevolizzare nella sua "Fenomenologia dello spirito" che il padrone in verità pur se in una posizione superiore fosse invece a sua volta anche lo schiavo dello schiavo.


Ordine e disordine

Esistono quindi in natura degli elementi anarchici per così dire che non si è riusciti a addomesticare ossia a ridurre all'ordine e pur tenendoli sottomessi non di meno esercitano un'azione sull'ordine stesso. ordine che sollecitato da questa azione di disturbo non riesce più a percepirsi come l'Ordine con la O maiuscola ma pur continuando a considerarsi l'ordine percepisce anche la precarietà di questo ordine continuamente minacciato da un'altra vita, la vita del vuoto.


Le nuove ideologie gender

Va anche detto, a scanso di equivoci, che tali affermazioni non hanno nulla a che fare con una pubblicizzazione delle moderne ideologie gender nè le concezioni tipiche dei movimenti cosiddetti LGBT e la differenza sta nel fatto che noi ci muoviamo in una impostazione di pensiero che nulla ha a che fare con l'antroporiferimento in quanto l'intento finale non è nè l'emancipazione delle donne come nei movimenti femministi nè un rinnovamento del diritto in senso meno omofobo e libertario rispetto alle sessualità cosiddette diverse. No qui ci si muove solo nella direzione della liberazione del processo del pensiero da ogni resistenza al suo movimento e per una accelerazione dello stesso convinti come siamo che tutto ciò che è altro non è che la manifestazione fenomenica di eventi che avvengono principalmente sul piano del noumenico e che quindi il fattore "pensiero" è centrale nel fenomeno vita.


La sessuazione dell'Essere

In questi ultimi tempi la chiesa, e non solo la Chiesa, ha un bel da fare con la questione delle nuove e sempre più emergenti "ideologie gender" che non sa più come esorcizzzare come se queste fossero il diavolo stesso aggiornatosi alla modernità ma del resto si sa che i sessi sono una invenzione della natura: prima non c'erano eppure la vita esisteva già come esisteva già anche la coscienza e Theilhard de Chardin specialista in scienze della natura attribuiva una coscienza sia pur rozza perfino alle particelle sub-nucleari e i sessi sono in un certo senso una novità recente, recente si fa per dire rispetto ai 13,7 miliardi di vita dell'universo.


Donne o travestiti?

Un sogno può aiutare a delucidare il senso di questo discorso:

Silvia Montefoschi psicoanalista ma precedentemente biologa dedita a ricerche di genetica, vede in sogno un umano non ben definito sessualmente così si domanda fra sè e sè avvicinandosi sempre più al soggetto per ricercarne una risposta:

" Ma è una donna o un travestito?"

Ma una voce sembra dargli quella risposta che la sua volontà di sapere cercava:

"Ma perchè! Forse che la donna non è un soggetto travestito da donna?!"


Dai cinque sensi del processo di umanizzazione al nuovo sesto senso del processo di transumanizzazione

Che poi questo discorso sia allo stato dell'arte del sapere più moderno lo si può anche dedurre dal fatto che questo è il tempo non più del processo di umanizzazione che è già terminato ma è il tempo del nuovo processo di transumanizzazione la cui caratteristica più evidente è proprio il trapasso dai vecchi cinque sensi come strumenti di conoscenza e di orientamento nel mondo e nel discorso di verità al nuovo sesto senso del pensiero che percepisce il pensiero come realtà concreta e vivente. Come riconoscere allora il maschio dalla femmina sulla base del solo pensiero?


Donne: Lilith, Eva, Maria, Silvia

Comunque anche alle stesse femmine questo discorso non dovrebbe insegnare nulla di nuovo o per lo meno già ai due estremi della storia evolutiva della femmina e cioè Lilth prima di Eva e Silvia dopo Maria, la loro natura maschile non era sconosciuta a Lilith e a Silvia e tuttavia perfino le altre due figure meno maschili cioè Eva e Maria ditemi voi se non hanno scombussolato la storia? La prima con la seduzione e la seconda facendo un figlio particolare che in sua vece parlasse con la lingua muta della madre.


Superare l'antroporiferimento

Una sola parola d'ordine in questo nuova e ultima epoca in cui a noi è capitato di vivere la fine della storia universale: superare l'antroporiferimento in ogni sua variante da quella più manifesta e conclamata a quella più occulta e falsamente progressista ma sempre reazionaria.

Oggi solo l'antiumanismo è rivoluzionario e non intendiamo essere i profeti di un ritorno ad un nuovo rinascimento e a vecchie visioni che contemplano l'armonia uomo-mondo ma paladini dell'evoluzione a tutti i costi auspichiamo l'evoluzione ulteriore della vita fino alla emancipazione del pensiero dal mondo e non l'armonia del pensiero con il mondo.


L'ultima generazione

"L'ultima generazione", come la chiamava Giovanni il teologo altro nome sempre di Giovanni evangelista, è la generazione di coloro che "Sono nati nel mondo ma non appartengono al mondo" i figli del Pensiero, la luce che brilla nella tenebre e che le tenebre, ossia le ideologie del mondo sia qeulle espliciatemente materialiste che quelle ammantate di falso spiritualismo ma sempre dualiste, non sono mai e poi mai riusciti ad offuscare in maniera definitiva.


L'Uno duale oltre l'uno e oltre il due

Nel nuovo regno della natura che è il Regno specificamente Umano non c'è più nè maschio nè femmina e tutti gli opposti propri al pensiero dualista sia di matrice materialista che di matrice idealista vengono meno.

Superare l'antroporiferimento quale narcisismo di gruppo anzi di specie che è la radice di ogni egoriferimento.



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