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POLITICA

Tensioni nel partito

Pd, lo strappo di Bersani: "Non vado a incontro con Renzi" e attacca: "Jobs Act incostituzionale"

L'ex segretario non parteciperà all'incontro dei parlamentari Pd: "Non sono un figurante". Poi lancia un avvertimento a Renzi su Italicum: "Se non cambia non lo voto". Anche Cuperlo e D'Attorre diserteranno la riunione

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Pierluigi Bersani
Non andrà all'incontro dei parlamentari del Pd convocato da Matteo Renzi. "Non ci
penso proprio - la dura presa posizione di Pierluigi Bersani - Perché io m'inchino alle esigenze della comunicazione, ma che gli organismi dirigenti debbano diventare figuranti di un film non ci sto".

In un'intervista che uscirà domani su Avvenire l'ex-segretario lancia poi un secco avvertimento al premier Matteo Renzi su Italicum e riforma costituzionale: "Il combinato disposto" tra i due testi "rompe l'equilibrio democratico. Se la riforma della Costituzione va avanti così io non accetterò mai di votare la legge elettorale".

Poi va all'attacco sul Jobs Act che "mette il lavoratore in un rapporto di forze pre-anni 70" e perciò si pone "fuori dall'ordinamento costituzionale".

Tutta la minoranza Dem si prepara a disertare la riunione, oltre a Bersani anche Gianni Cuperlo e Alfredo D'Attorre rinunceranno all'assemblea al Nazareno. "Non ci siamo mai sottratti al confronto né ci sottrarremo ad ogni convocazione vera, ma questo modo di comprimere in un'ora la discussione su problemi imortanti dell'agenda politica parlamentare viene vissuto da molti come una presa in giro", ha spiegato D'Attorre che parla di una fine del "metodo Mattarella", "una parentesi che si è chiusa rapidamente e si è tornati ai vecchi metodo".