È un piccolo gruppo di case, San Martino di Fiastra, nel Maceratese. Una dozzina di edifici tutti di pietra dorata, uno dietro l’altro su un piccolo crinale che guarda sulla verdissima vallata in fondo a cui c’è la città di Camerino. Case costruite a regola d’arte nel cinque-seicento, e poi amate dai loro proprietari: un amore che però non è bastato a proteggerle dalle scosse di terremoto del 26 e del 30 ottobre. Qui un muro si è “spanciato”; lì si è distrutto in decine di pietre sparse sulla via. Lì la botta ha fatto saltare un pezzo di tetto, ora appoggiato su un armadio. Il signor Mario e suo fratello Michele fanno avanti e indietro tra Roma e qui per cercare di recuperare quello che si può dalla loro casa: mobili, quando si riesce. Quadri, libri, fotografie, ricordi, come questo “Coniglin senza paura”, un libro di fiabe per bambini che Mario sfoglia religiosamente.

E i due fratelli “vengono su” soprattutto per provare a rimediare al disastro: si può puntellare qualche parete, si possono proteggere gli ambienti esposti alle intemperie? Sono state compilate le schede - prima la Fast, poi la AeDes - per dichiarare i danni e poi avviare i lavori di ricostruzione? Il Comune e la Regione avvieranno le procedure urbanistiche indispensabili? Il terreno è solido abbastanza per poterci rifare una casa simile a quella precedente, anche se antisismica? Solo alcuni dei mille grattacapi riassunti nel termine “ricostruzione”.

(Un’immagine simbolica del Comune di Fiastra, Macerata: un intero palazzo puntellato affinché non crolli )

Una ricostruzione che per questo angolo di Marche al confine con l’Umbria potrebbe richiedere molti anni, anche se nessuno ha il coraggio di ammetterlo. Colpa soprattutto della potenza distruttiva dello sciame sismico, che ancora giovedì notte si è fatto sentire con tre scosse intorno ai 4 gradi della scala Richter. Chi è rimasto in zona - gli altri sono stati ricollocati, col contributo statale per affittare una casa, o sull’Adriatico - ha superato la comprensibile paura di dormire in una terra tanto ballerina, ma resta fortissimo il timore di «Zio Sette» (gradi Richter). Il terremoto dell’Italia centrale è già costato al nostro Paese oltre 23,5 miliardi di euro (stima della Protezione Civile). E anche se i 6 miliardi circa sbloccati dal governo sono considerati per il momento più che adeguati, basta una passeggiata per le mille frazioncine sparse nella valle del Fiastrone o sul versante di Visso per capire che ci vorrà molta pazienza.

I marchigiani sono molto pazienti; ma la sofferenza è grande. E in quest’era in cui i cittadini sono sempre meno disponibili verso le istituzioni e le autorità costituite, qui all’ombra dei Monti Sibillini sono nati i “Comitati”. Gruppi di cittadini più o meno numerosi, più o meno rappresentativi, più o meno politicamente caratterizzati (a destra estrema, o verso M5S, dice qualcuno), ma uniti nel criticare l’operato di chi sta gestendo la ricostruzione. Dopo varie proteste, mercoledì scorso una delegazione di questi Comitati è stata ricevuta a Roma dal Commissario alla Ricostruzione Vasco Errani, presenti i presidenti delle Regioni Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio e il sottosegretario al Tesoro Paola De Micheli. «Abbiamo ottenuto grandi concessioni», hanno esultato (su Fb) al termine della riunione i rappresentanti dei Comitati, indicando una lista di risultati conquistati al tavolo negoziale.

(Una dozzina di abitazioni che risalgono al 1500/1600: siamo a San Martino di Fiastra. Dall’angolo di una casa spunta un armadio. Qualche sfollato torna a casa per recuperare oggetti, ricordi)

«Hanno ottenuto loro? Ma stiamo scherzando! Sono tutti risultati di noi istituzioni locali. E neanche ci hanno invitato», tuona il sindaco di Fiastra Claudio Castelletti. Castelletti e i suoi colleghi dei 13 Comuni del cratere marchigiano, infuriati, hanno scritto al premier Gentiloni chiedendo chiarimenti. Ieri il commissario Errani ha cercato di ridimensionare l’incidente. «I sindaci sono i rappresentanti dei cittadini - afferma Errani - e le istituzioni sono le istituzioni. L’incontro con i Comitati dei cittadini è stato un incontro per informare anche per questa via i cittadini delle cose che le istituzioni, Comuni compresi, stanno facendo».

Fabrizio Pastorella, uno dei leader dei Comitati, nega ogni contrasto. «Siamo stati piacevolmente sorpresi dall’incontro col governo, ma noi siamo a fianco dei nostri sindaci. Lavoriamo tutti insieme per lo stesso obiettivo: accelerare la ricostruzione». Non ne pare molto convinto Gianluca Pasqui, sindaco di Camerino, la città più importante della zona con 7.000 abitanti. «Se non siamo abbastanza bravi a fare il nostro lavoro - dice - allora ci commissarino. Ma non è accettabile che le massime autorità trattino di queste materie senza coinvolgere noi, che siamo in prima linea. Io rispetto tutti - conclude Pasqui - ma ho tutto il centro storico in Zona Rossa, 220 partite Iva non lavorano più, 47 frazioni con gravi danni, tutti i musei chiusi, tutte le chiese danneggiate meno una. Il sindaco deve essere informato di tutto».

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