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Uomo muove doppio materia di terremoti e vulcani

Ricercatore Istat, 50-60 miliardi di tonnellate di roccia,pietre

27 febbraio, 10:18

L'uomo, per le quantità di materiali che movimenta sulla Terra per produrre energia, cibo, alimentare l'industria e ridisegnare il territorio, ad oggi è in grado di competere con le più imponenti cause di cambiamento geomorfologico. Per queste attività vengono spostate intenzionalmente ogni anno tra i 50 e i 60 miliardi di tonnellate di roccia, pietre, sabbia e ghiaia, di cui un terzo circa per il prelievo di minerali per l'industria metallifera e due terzi per altre industrie e per le costruzioni. Una mole di materia che nella maggior parte dei casi verrà sprecata per trasformarsi in rifiuto.

E' una fotografia "inedita" dell'attività umana sul Pianeta - riportata sul secondo numero di Materia Rinnovabile, il primo magazine dedicato all'economia dei flussi di materia pubblicata da Edizioni Ambiente - quella contenuta in un articolo di Aldo Femia, primo ricercatore presso l'Istituto Nazionale di Statistica (Istat).

Queste enormi quantità di materiali sono il doppio di quella eruttata dai vulcani oceanici, il triplo di quella portata al mare da tutti i fiumi del mondo, il quadruplo di quella che sposta la formazione di montagne, dodici volte quella trascinata dai ghiacciai, sessanta volte quella dovuta all'erosione eolica.

Persino maggiore è lo spostamento di terra involontario, ma comunque dovuto all'azione umana, e in particolare all'erosione indotta dalle pratiche agricole: 80 miliardi di tonnellate.

La 'sete' di combustibili fossili comporta poi il prelievo annuo di circa 45 miliardi di tonnellate di materia dormiente in natura, di cui 14 miliardi sono i combustibili effettivamente utilizzati. L'appropriazione umana di biomasse è arrivata invece a 27 miliardi di tonnellate di cui 5,5 miliardi non utilizzati.

Le cifre contenute in questo numero di Materia Rinnovabile mostrano che il trend attuale di consumo del pianeta contiene uno squilibrio capace di minare le possibilità di recupero e stabilizzazione dell'economia: un cambio di passo appare necessario a livello globale. Aver trasformato il pianeta in miniera produce un impatto sempre più pesante perché si devasta il territorio nel momento del prelievo delle materie prime e si inquinano gli ecosistemi nel momento del rilascio dei rifiuti.

Un rilascio che in buona parte avviene usando l'atmosfera come discarica: i 36 miliardi di tonnellate di CO2 emessi annualmente bastano da soli a far suonare il campanello d'allarme per il disastro climatico che si sta configurando.

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