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  • Lunedì 29 giugno 2015

Le manifestazioni in Grecia per il No

Le foto delle oltre 20 mila persone ad Atene e Salonicco per respingere le proposte dei creditori internazionali, al referendum del 5 luglio

Manifestanti a favore del NO a piazza Syntagma ad Atene, 29 giugno 2015. 
(LOUISA GOULIAMAKI/AFP/Getty Images)
Manifestanti a favore del NO a piazza Syntagma ad Atene, 29 giugno 2015. (LOUISA GOULIAMAKI/AFP/Getty Images)

Lunedì pomeriggio migliaia di persone hanno manifestato ad Atene e Salonicco a favore del No al referendum che si terrà domenica 5 luglio: il popolo greco voterà se accettare o respingere le nuove proposte dei creditori internazionali. In piazza Syntagma ad Atene, davanti al parlamento greco, c’erano circa 20mila persone, con cartelloni con scritto “No!”, “Non tiriamoci indietro”, “Le nostre vite non appartengono ai creditori». La posizione dei No (“oxi”, in greco), è sostenuta dal governo di Alexis Tsipras, mentre gli altri leader europei – tra cui il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker – hanno invitato i greci a votare SÌ, e quindi a favore dell’accordo tra i creditori e il governo.

I creditori sono i paesi che adottano l’euro, la Banca Centrale Europea, e il Fondo Monetario Internazionale, che in questi giorni dovrebbero ricevere il pagamento dei debiti che la Grecia ha contratto con loro negli ultimi mesi. La scorsa settimana i leader europei si sono incontrati più volte per trovare un accordo con il governo greco, incapace di ripagare il suo debito, proponendo nuove riforme strutturali nel paese (soprattutto per quanto riguarda la spesa pubblica legata alle pensioni), ma non è stato possibile trovare un accordo.

https://vine.co/v/eJtppmrA7vF

In serata Tsipras è apparso alla tv greca: ha spiegato che la vittoria dei No non comporterà automaticamente un’uscita della Grecia dall’Euro e permetterebbe invece di trattare un accordo migliore con l’Unione Europea. Ha anche lasciato intendere che se dovessero vincere i Sì, il suo governo si dimetterà.

https://twitter.com/tsipras_eu/status/615603952491601921

Contrariamente a quanto detto da Tsipras però, gran parte dei leader europei ha definito il referendum come una scelta tra restare nell’euro e ritornare alla dracma e ha accusato Tsipras di sottostimare le conseguenze del rifiuto dell’accordo. Il presidente dell’Unione Europea Donald Tusk ha detto che «ogni governo ha il diritto di tenere un referendum» ma ribadito che «una cosa dev’essere molto chiara: qualcuno dice che il governo greco potrà negoziare da una posizione di maggior forza dovessero vincere i No, ma non è assolutamente vero. Temo che se il referendum avrà un esito simile, ci sarà ancora meno spazio per un negoziato».

Come era stato annunciato nel fine settimana, lunedì in Grecia le banche sono rimaste chiuse in seguito all’imminente fine del prestito internazionale che il paese aveva ottenuto per affrontare la sua profonda crisi economica. Le banche resteranno chiuse fino al prossimo 6 luglio compreso, ma gli sportelli bancomat saranno comunque in funzione e sarà permesso a ogni correntista di prelevare al massimo 60 euro al giorno. I trasferimenti di denaro verso l’estero sono stati bloccati, salvo casi eccezionali da valutare caso per caso, per evitare la cosiddetta “corsa agli sportelli”, dove i correntisti ritirano tutto il loro denaro nel timore che le banche in cui lo hanno depositato non possano più offrire le garanzie necessarie per il mantenimento dei loro conti.

La diretta delle proteste da Atene