Tra carta e tablet: i cavalieri del digitale

C'era una volta... l'editore che, con il suo lavoro, sceglieva di rendere accessibili al pubblico scritti e pensieri altrui; aveva una grande libertà e anche una grande responsabilità culturale. Un editore che, parlando ad un popolo, attraverso il proprio catalogo, appassionava perché era appassionato, orientava, esplorava mondi e raccontava storie....

C'era una volta... l'editore che, con il suo lavoro, sceglieva di rendere accessibili al pubblico scritti e pensieri altrui; aveva una grande libertà e anche una grande responsabilità culturale. Un editore che, parlando ad un popolo, attraverso il proprio catalogo, appassionava perché era appassionato, orientava, esplorava mondi e raccontava storie.

Oggi è facile ritrovare quello spirito attento, impegnato e coerente, tra molti piccoli e medi editori per ragazzi.

Un valore che si misura sulla qualità delle storie pubblicate, sul talento di abbinare la mano di un illustratore al tono di una storia creando matrimoni perfetti e atmosfere indimenticabili. A fatica immagino una cultura che non trovi spazio per editori così attivi e di qualità, che riescono a parlare ai bambini degli argomenti più diversi, lasciando in loro un segno, un dubbio o un sorriso. Una magia, per lo più di carta.

Il bambino ascolta, sfoglia, muove i passi della lettura autonoma, si appassiona appollaiato sul genitore, in biblioteca, a scuola, nel letto; incuriosito o rapito dall'universo della storia e dalla forza delle immagini.

Ma un brutto giorno, da un mondo marziano, è arrivata la tecnologia degli smartphone e dei tablet, affamata di contenuti...

In Italia - secondo l'AIE - l'editoria tradizionale per ragazzi è la sola a resistere alla crisi. Che cosa ha spinto allora alcuni editori del settore a occuparsi delle nuove opportunità digitali? Perché orientare risorse e budget per intrufolarsi in una foresta sconosciuta, ma già affollata, dove le regole sono nuove e le modalità di produzione e promozione così diverse dall'intramontabile e sicuro cartaceo?

Produrre app, bookapp o ebook è un investimento di denaro e di tempo, di interminabili ore trascorse a confezionare storyboard e a immaginare storie interattive, efficaci e valide come quelle cartacee ma in una nuova e sorprendente veste digitale. L'innovazione non è obbligatoria, è una scelta da fare con attenzione alla qualità.

Ma gli eroi della nostra storia, dopo esitazioni e valutazioni, sono arrivati cavalcando un tablet; per loro anche questo è essere un editore, avventurarsi senza paura su un terreno difficile, declinare in modo diverso la creatività.

Lo Stampatello, che allarga il proprio sguardo sul tema delle famiglie, nel giro di cinque mesi, ha confezionato e pubblicato il celebre Piccolo Uovo illustrato da Altan in versione ebook interattivo, con la lettura del testo di Lella Costa.

Kite Edizioni, da Piazzola sul Brenta agli store virtuali, forse i primi a entrare nella corazza di ferro, sempre pronti al confronto, divertenti e divertiti nella loro avventura. Convincente la loro conversione in bookapp dal cartaceo di Valentina Mai, Rosso come l'amore, intima, ritmo poetico e interazioni pertinenti e delicate.

Come nelle fiabe, non potevano mancare i topi, i Topipittori, da Milano, casa editrice di albi illustrati suggestivi e imperdibili ha prodotto l'app Facciamo! dal volume Facce, creato dalla sapienti mani dell'illustratrice Antonella Abbatiello con forbici e cartone colorato; non resta che toccarle per vederle animarsi, offre acquisti in app.

E infine, da Reggio Emilia sul cavallo bianco, i prìncipi, i Minibombo, giovani dentro e giovani fuori, ricchi di idee tanto più semplici quanto strabilianti. Silvia Borando e il suo gruppo convertono in app sorprendenti albi disponibili in versione cartacea. Il loro modo di passare da un supporto all'altro è un trionfo di fantasia, sperimentano l'uso delle potenzialità del tablet a servizio del divertimento. E' loro Il libro bianco (Premio Andersen 2014 per la miglior opera digitale) e fresco di uscita, nella doppia versione, segnalo Forme in gioco, animate forme geometriche dai colori primari, creatività senza freni per piccoli.

La morale della storia: questi editori (e pochi altri che dimentico) osano, si avventurano, intuiscono e sperimentano. Fanno ciò che ci si aspetta da un editore per bambini. E vissero tutti felici e digitali.