Dall’economia del prelievo a quella del riciclo e riuso. Già esiste ed è pronta all’utilizzo una nuova miniera di materie prime: sono i rifiuti urbani, gli scarti di lavorazioni agricole e industriali, i prodotti giunti a fine vita. Ed è la sola alternativa all’aumento esponenziale del prezzo delle commodities, delle materie prime, cresciuto del 147% nell’ultimo decennio a livello globale.

In Europa la bioeconomia - basata sull’utilizzazione sostenibile di risorse naturali rinnovabili, in gran parte vegetali - già vale 2mila miliardi di euro e 22 milioni di posti di lavoro. Il mercato complessivo della bioeconomia cresce a ritmi cinesi, del 7% l’anno, nel pieno della crisi che ha investito il vecchio continente. E anche in Italia rappresenta una parte importante della nostra economia. Solo la filiera della bioplastica italiana ha 3 impianti primi al mondo per produzione e ha generato investimenti di 200 mln in ricerca.

C’è poi il prodotto infinito dell’economia circolare che rimette in circuito il ‘già utilizzato’ e che anzi disegna i prodotti e i processi partendo dalla necessità primaria che poi ogni merce diventi qualcos’altro, senza mai trasformarsi in un ‘rifiuto’, qualcosa da cui doversi disfare.

I numeri e le storie di questo comparto vitale e innovativo del sistema economico italiano e internazionale sono il cuore di Materia Rinnovabile, il primo magazine interamente dedicato all’economia dei flussi di materia che a partire da oggi inizia una collaborazione con La Stampa con questo blog. Materia Rinnovabile è pubblicata da Edizioni Ambiente in due edizioni distinte, italiana e inglese, sia su carta che online. Grazie alla partnership con grandi aziende internazionali legate alla nuova economia dei materiali, le edizioni online sono free, a download gratuito su http://www.materiarinnovabile.it/.