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Virzì, le recensioni di Natalia Aspesi e di Concita De Gregorio

Le due firme di "Repubblica" esaltano il Capitale Umano di Virzì per attaccare gli imprenditori del Nord strozzati dalla crisi

Lucia Esposito
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Natalia Aspesi e Concita De Gregorio, le due firme di Repubblica non riescono a trattenersi e non si lasciano sfuggire il film Il Capitale umano di Paolo Virzì. Si attaccano alla pelliccola per sferrare un attacco senza sconti alla borghesia del Nord, agli imprenditori che dal loro punto di vista sono tutti evasori. Eccole allora che ripercorrono i luoghi comuni già ampiamente sfruttati dalla sinistra radical-chic, si scagliano contro i piccoli industriali "arricchiti", cafoni e trash. Il film di Paolo Virzì è tratto dal romanzo di Stephen Amidon, ambientato in Connecticut, ma il regista ha scelto di trasporre la storia nella provincia italiana. La Brianza, per la precisione. Quella Brianza un tempo ricca, fatta da piccoli e medi imprenditori, che davano ossigeno a questo Paese, per anni motore dell'Italia e adesso soffocati dalla crisi.  Senza scrupopli - I personaggi del film sono senza scrupoli. C'è un immobiliarista fallito e uno speculatore finanziario pronti a tutti, capaci di dare un prezzo anche ai valori, insomma il peggio della solita solfa "rossa". "Mi pare che gli italiani abbiano pochissimo senso civico e che la nostra borghesia sia molto egoista e carente verso i bisogni degli altri", risponde Virzì in una lunga intervista alla Aspesi pubblicato ieri, lunedì 6 gennaio. Stesso tono l'articolo di Concita De Gregorio pubblicato oggi, martedì 7 gennaio. Sotto il titolo "Le vite meschine degli speculatori, quelli che vincono sui disastri italiani", l'ex direttore dell'Unità si lancia in un elogio del regista "ormai pronto per il giro del mondo". Dice che è andato in Brianza "a raccontare com'è cambiata l'Italia, ed è entrato nella terra dei ricchi. La terra dei ricchi sarebbe in Brianza. La terra di quelli che "hanno scommesso sulla rovina del nostro Paese e hanno vinto". Ma come? La De Gregorio non sa che la crisi economica ha ucciso anche quel mondo produttivo e laborioso della pronvincia lombarda? Qualcuno l'ha informata, a Roma, che "gli speculatori, i maghi della finanza, quelli che ti promettono di guadagnare il 40% suoi tuoi risparmi e che poi se li mangiano con la tua vita intera" non sono figli solo della Brianza?    

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