Economia

Google, multa record della Ue: 2,42 miliardi per posizione dominante

(reuters)
Nel mirino i vantaggi illeciti concessi dal motore di ricerca alla piattaforma Shopping, i cui risultati sono indebitamente privilegiati rispetto agli altri. L'azienda: "Non siamo d'accordo" e studia il ricorso
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BRUXELLES - La Commissione europea colpisce duramente Google con una multa da 2,42 miliardi di euro, la più alta sanzione mai comminata dall'Antitrust europeo per abuso di posizione dominante e al di là delle aspettative della vigilia, quando si prevedeva una sanzione intorno al miliardo. Ora l'azienda americana avrà 90 giorni per cambiare le sue pratiche commerciali, definite illegali da Bruxelles, relative al servizio Google Shopping altrimenti sarà colpita da nuove multe pari al 5% del giro d'affari di Alphabet, la società madre che controlla tutte le attività del gigante del web, per ogni giorno di violazione del giudizio europeo. Pochi minuti dopo l'ufficializzazione della decisione presa da Margrethe Vestager, commissario Ue alla Concorrenza, Google ha annunciato un ricorso presso la Corte di giustizia europea.

In concreto, Bruxelles ha condannato i servizi di Google Shopping dopo sette anni di indagine approfondita perché ritiene che questi abbiano dato sistematicamente maggior risalto al suo servizio di comparazione degli acquisti: quando un utente cerca su Google un prodotto, il suo servizio di shopping gli propone le varie possibilità accanto ai risultati in alto, quindi molto visibili. I servizi di comparazione degli acquisti dei suoi rivali sono invece lasciati nella colonna dei risultati generici. "Le prove dimostrano che il competitor messo maggiormente in risalto compare soltanto a pagina 4 dei risultati", scrive la Commissione. Il problema è che i consumatori cliccano molto più spesso sui prodotti più visibili, e quindi su quelli sponsorizzati da Google. I numeri non lasciano dubbi, spiegano i regolatori europei: i risultati sulla prima pagina guadagnano il 95% di tutti i click, quelli sulla seconda solo l'1%. Per la Vestager quindi "Google ha abusato della sua posizione dominante sul mercato della ricerca per promuovere il suo servizio di comparazione dello shopping, declassando quelli dei suoi concorrenti" negando loro la possibilità di competere e di innovare e negando ai consumatori europei una scelta completa e imparziale dei servizi.
Secondo l'Antitrust Ue, Google dà un vantaggio illegittimo al suo servizio di Shopping mettendo i risultati in posizione migliore rispetto ai competitor 
La multa è inferiore al tetto massimo previsto dalle regole Ue, che sarebbe potuto arrivare al 10% del giro affari di Google, pari a 80 miliardi di euro nel 2016 quindi con una sanzione di 8 miliardi. Ma si tratta comunque della più grande stangata per un caso di concorrenza mai inflitta da Bruxelles, il cui record risaliva al 2009 con la sanzione a Intel di 1,06 miliardi. Lo scorso anno inoltre Vestager aveva piegato Apple imponendole di pagare all'Irlanda 13 miliardi di euro di tasse arretrate.

Per quanto Donald Trump, al contrario di Obama, sia sempre stato freddino verso i giganti della Silicon Valley, la decisione della Commissione europea guidata da Jean-Claude Juncker è destinata a far salire ulteriormente la tensione tra Unione e Stati Uniti a sole due settimane dal G20 di Amburgo e con i rapporti già sotto stress per le divergenze tra l'altro su clima, commercio e Russia. La decisione avrà una portata immensa, cambierà quello che centinaia di milioni di consumatori europei vedono sul display dei loro smartphone, pc e tablet, costituirà un precedente per il futuro e darà via a una colossale battaglia legale che potrebbe occupare la Corte di giustizia europea per anni. A Bruxelles si parla di milioni di pagine web già pronte ad essere depositate presso i giudici del Lussemburgo per confutare la condanna e soprattutto i rimedi che le saranno imposti dall'Antitrust europeo. Dal canto suo, la direzione generale per la Concorrenza della Commissione non ha mai perso un caso antitrust in 40 anni e ha preparato la decisione con cura maniacale. Google inoltre è sotto inchiesta per altri due casi legati ad Adsense e Android. Bruxelles - che nega di prendere di mira le aziende americane - sta indagando anche su altri giganti a stelle e strisce come Starbucks, Apple, Amazon e McDonalds.