i talebani rivendicano

Attacco dei talebani a una caserma, 150 morti in Afghanistan

di Redazione online

Le cure a un soldato ferito durante l’attacco talebano a una caserma a nord di Kabul (Ap)

3' di lettura

Conseguenze devastanti, quelle dell’attacco di un commando talebano a una caserma dell’esercito afghano nella provincia settentrionale di Balkh. Almeno 150 i morti, ha comunicato a 1TvNews di Kabul un membro del Consiglio provinciale. Poco prima fonti del ministero della Difesa avevano portato il numero delle vittime, prima indicato in «100 soldati morti o feriti», a quota 140. Il membro del Consiglio provinciale di Balkh, Shujauddin Shuja, ha aggiunto che ci sono «molte decine di feriti». Sette degli aggressori sono stati uccisi nello scontro a fuoco durato quattro ore, uno è stato arrestato.

I talebani hanno rivendicato diffondendo una foto che mostra il commando composto di dieci militanti con indosso divise militari afghane. Il portavoce del sedicente Emirato islamico dell'Afghanistan, Zabihullah Mujahid, ha aggiunto alla foto una didascalia: «Ecco gli eroi suicidi tattici delle coraggiosissime attività di Balkh».

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Dietro i membri schierati con in mano un fucile kalashnikov si vede uno striscione bianco su cui c'è scritto: «Non c'è nessuno degno di preghiere, eccetto Allah. Maometto è il messaggero di Allah».

L’effetto sorpresa
Mujahid ha spiegato che prima un kamikaze si è fatto esplodere «in mezzo alle forze colte di sorpresa», e che poi «altri nove sono entrati con armi leggere e pesanti ed hanno cominciato una battaglia. Circa 500 mercenari, anche alcuni comandanti, sono stati uccisi o feriti. Il messaggio per il nemico è che i prossimi attacchi saranno più cruenti e devastanti».

I dieci mujaheddin, a bordo di veicoli militari, sono riusciti ad avvicinarsi al compound senza particolari difficoltà, facendo irruzione al suo interno nel momento in cui la maggior parte dei soldati, disarmati, era nella moschea, mentre altri avevano preso posto nel refettorio per il pranzo.

Il massacro è avvenuto ieri nel primo pomeriggio nella caserma che ospita il Corpo d'armata Shaheen, con un piano e una tempistica meticolosi che hanno stupito i vertici militari e del governo. Il ministro della Difesa afghano, Abdullah Habibi, aveva visitato la caserma meno di due settimane fa.

Afghanistan, un centinaio tra morti e feriti in attacco talebano

I complici dentro la base
Personalità politiche afghane, come il vicepresidente della Camera, Humayun Hymayun, hanno denunciato che il commando talebano aveva quasi certamente complicità interne alla base, e che da ciò emerge «una grave debolezza» dell'intelligence e «responsabilità chiare» dei vertici militari. Nella sua rivendicazione, il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid, ha assicurato che quattro dei mujaheddin entrati in azione erano stati soldati afghani nella base e quindi «la conoscevano molto bene».

L’attacco più grave dal 2001
L'operazione, hanno sottolineato i media afghani, rappresenta la più grave in termini di vittime militari in un singolo attacco da quando il conflitto afghano è scoppiato nel 2001 con l'intervento della Coalizione internazionale. Ed è avvenuta a sole sei settimane di distanza da un'altra a Kabul, rivendicata dall'Isis, in cui 50 persone sono state uccise nell'assalto all'Ospedale Sardar Mohammad Daoud.

Un imbarazzato ministero della Difesa ha allungato i tempi dei comunicati ufficiali, proponendo prima un bilancio di otto morti, per giungere quasi 24 ore dopo, alla realtà di «140 soldati uccisi». Che però, ha reso noto Shujauddin Shuja, membro del Consiglio provinciale di Balkh, sono stati «almeno 150».

Lo sconcerto del presidente Ghani
Sconvolto per l'accaduto e in un quadro di massima sicurezza, il presidente Ashraf Ghani è giunto a sorpresa in visita alla caserma, la più grande dell'Afghanistan settentrionale, a 13 chilometri dal capoluogo di Balkh, Mazar-e-Sharif, e coordina l'attività militare nelle varie province del nord. Poi Ghani si è recato in ospedale per portare conforto ai feriti.

Oltre che dal presidente, lo spietato attacco dei talebani è stato condannato dal coordinatore del governo, Abdullah Abdullah, dal comandante della Nato, delle truppe Usa e della missione “Resolute Support”, generale John Campbell, ed anche dai governi di Pakistan e India.

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