IL FENOMENO

La psicosi sulle teorie gender
si diffonde nelle scuole veronesi

La denuncia di una madre: «Spiegano le teorie del gender in una quinta elementare di una scuola cattolica». Il Pd: «Basta con queste falsità»

IL FENOMENO

La psicosi sulle teorie gender
si diffonde nelle scuole veronesi

La denuncia di una madre: «Spiegano le teorie del gender in una quinta elementare di una scuola cattolica». Il Pd: «Basta con queste falsità»

VERONA «La scuola elementare di mio figlio, che tra l’altro è cattolica, ha organizzato per le classi quinte un corso di affettività e sessualità per gli alunni. Degli psicologi si sono proposti ma quando alcuni genitori hanno letto la loro relazione, è scoppiato il finimondo: in sostanza, in quelle parole hanno visto il tentativo di instillare le teorie del gender nei nostri ragazzi». Il racconto è di una mamma veronese, che è anche rappresentante di classe e, in quanto tale, si è trovata coinvolta sua malgrado in un dibattito interno all’istituto che, racconta, ha assunto i toni della psicosi. Con le suore della scuola nella paradossale posizione di difendere il corso sull’affettività e la sessualità da genitori convinti che, in quelle ore a contatto con gli psicologi, potesse far breccia nei loro ragazzi il germe di una «confusione sessuale» che potrebbe sfociare un domani nell’omosessualità.

I toni sono esacerbati anche da messaggi scambiati su Whatsapp che invitano a firmare petizioni per «fermare l’ideologia del gender», che «si sta insinuando tra i banchi di scuola», tanto che «milioni di euro sono stati stanziati per approvare nelle scuole la masturbazione infantile a partire dagli asili nido, lezioni sessuali fin dalle classe elementari per poi condurli verso l’orientamento sessuale dove ognuno può scegliere a “quale genere” appartenere a seconda di come ci si sente».

Con un’estrema semplificazione, i «gender studies», nati in Nord America a partire dagli anni Settanta, sanciscono una differenza tra il sesso, che è una caratterista biologica degli individui, e il genere, che rappresenta invece una costruzione culturale e sociale. Diversi candidati alle elezioni regionali, di orientamento cattolico, mettono ai primi punti dei loro programmi il contrasto alla diffusione nelle scuole dell’«ideologia del gender», cui contribuirebbe la riforma della «Buona Scuola» del governo Renzi. Il tutto trae origine dall’approvazione di un emendamento anti discriminazione. «Fa male leggere falsità, fa male sentire la propaganda sulla pelle dei bambini e degli studenti. Sono molto preoccupata delle riunioni senza contradditorio che vengono organizzate, anche in sale parrocchiali, in giro per la provincia di Verona - dice a tal proposito la deputata del Pd Alessia Rotta - L’emendamento contestato condanna ogni forma di violenza e discriminazione, cosa vorrebbero invece questi cacciatori di streghe? Che nel ddl si incitasse al contrario?».

«Non c’è nessun catastrofico lavaggio del cervello in arrivo - assicura il segretario del Pd veronese Alessio Albertini - e sarebbe grave se queste legittime preoccupazioni dei genitori venissero strumentalizzate da professionisti, insegnanti, figure di riferimento nelle nostre comunità, che invece di informarsi e spiegare la realtà dei fatti, agitano fantasmi inesistenti per ottenere un immediato consenso elettorale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Alessio Corazza
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