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Radio digitale, parte il mercato

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Industria

Radio digitale, parte il mercato

  • –Marco Mele

roma

La radio digitale è pronta a decollare, dopo una “lunga marcia”fatta di attese, rinvii e sperimentazioni limitate. In Trentino-Alto Adige la copertura “esterna” raggiunge il 98% della popolazione (e il 75-80% al coperto); a Bolzano si possono ricevere una novantina di programmi; a Trento il 20% delle famiglie ha un ricevitore digitale. Tocca adesso a Piemonte occidentale (Torino e Cuneo), Val d’Aosta e Umbria.

I punti vendita di apparecchi digitali sono circa 1.200 in tutta Italia, mentre su circa 160 modelli di auto si può avere un’autoradio digitale con standard Dab e circa 25 modelli hanno l’autoradio digitale di serie. Sono arrivati a quattromila i chilometri di autostrade, tangenziali, superstrade serviti dal segnale digitale. Il 50% degli italiani, del resto, ascolta la radio esclusivamente in macchina. Gli apparecchi venduti, sinora, sono circa 250mila, ma i due consorzi privati (Club Dab ed EuroDab, che hanno i diritti d’uso delle frequenze) e la Rai, titolare del terzo multiplex nazionale, puntano ad un rapido incremento. Le loro trasmissioni, e quelle delle radio locali cui sono riservati sino a 11 multiplex, avvengono su frequenze autorizzate temporaneamente. La copertura attuale dei due consorzi è pari al 60-65% della popolazione; la Rai è intorno al 40 per cento. Il Club Dab, consorzio di cui fa parte il gruppo 24 Ore, conta di raggiungere il 75% di copertura “esterna” della popolazione entro fine anno.

Un limite all'espansione del digitale è rappresentato dal fatto di doverlo diffondere sulla banda VHF III, condivisa con la tv digitale terrestre, in gran parte sul canale 12 e, in Trentino, su parte del canale 10. Le frequenze “alte” prima destinate alla radio digitale dall’Agcom (i canali 1452-1492, la cosiddetta banda L) sono state invece destinate dal Governo, con la legge di stabilità, alla banda larga mobile. L’Agcom e gli operatori chiedono per la radiofonia digitale il canale 13 della banda VHF III, attualmente in uso alla Difesa.

La scelta delle zone dove si è partiti con l’assegnazione definitiva delle frequenze è dovuta all’assenza di problematiche di coordinamento con i Paesi confinanti e al numero non elevato delle emittenti che vi operano (cinque in Val d’Aosta, 18 in Umbria e 65 in tutto il Piemonte). L’Agcom, nella delibera 602 del 2014, annuncia un “cronoprogramma”, per dare agli operatori e all’industria le certezze richieste. E si oppone a ogni ipotesi di congelare lo sviluppo del digitale in attesa degli sviluppi regolamentari a livello internazionale.

La radio non deve effettuare lo switch off, ovvero lo spegnimento delle frequenze analogiche, per trasmettere in digitale. Gli operatori nazionali e locali, anzi, chiedono di non “smantellare” la banda FM. Alcuni Paesi europei, come la Norvegia, al contrario, hanno deciso, dal 2017, di chiudere l’FM e di lasciare in uso la sola radio digitale. La Gran Bretagna discuterà proprio domani, davanti al Ministro della Cultura, cosa fare dell’FM. In Danimarca la radio dovrebbe essere tutta digitale non oltre il 2019; anno nel quale Svizzera e Olanda potrebbero spegnere la modulazione di frequenza. Norvegia a parte, però, vi è ovunque una discussione aperta su come riutilizzare tali frequenze. In Italia, l’Agcom, in una delibera del 2009, ha stabilito che si discuterà il destino della radio in FM quando il 50% delle abitazioni avrà un ricevitore digitale e il 70% degli autoveicoli immatricolati (non quelli in vendita) sarà dotato di autoradio digitale.

Una tecnologia su cui puntano gli operatori è il seamless, che elimina ogni discrasia temporale quando un’autoradio passa dalla ricezione in FM a quella digitale, favorendo la diffusione degli apparecchi. I vantaggi offerti dal digitale sono: costi di esercizio delle reti dieci volte inferiori; eliminazioni delle interferenze che affliggono una banda FM dove operano circa mille soggetti; riduzione dell'inquinamento elettromagnetico; possibilità di inviare servizi dati testuali e visivi.

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I NUMERI

4mila Km

La copertura «in strada»

Sono arrivati a 4mila i chilometri di autostrade, tangenziali, superstrade, serviti dal segnale digitale: il 50% degli italiani, del resto, ascolta la radio esclusivamente durante i tragitti in macchina. Gli apparecchi venduti, sinora, sono circa 250mila, ma i due consorzi privati (Club Dab ed EuroDab, che hanno i diritti d’uso delle frequenze) e la Rai, titolare del terzo multiplex nazionale, puntano su un rapido incremento.

160

I modelli d’auto compatibili

Sono circa 160 i modelli di auto nelle quali si può avere un’autoradio digitale con lo standard Dab e circa 25 modelli hanno l’autoradio digitale di serie. I punti vendita di apparecchi radio digitali sono ormai circa 1.200 in tutta Italia