È stato il nipote Jordan Walker-Pearlman a confermare la notizia della scomparsa di Jerome Silberman, più noto come Gene Wilder. La morte è avvenuta a causa delle complicazioni del suo stato di salute dovute al morbo di Alzheimer (nel 1989 gli era stato inoltre diagnosticato un linfoma non-Hodgkin).

Il gigante della commedia, nato a Milwaukee l’11 giugno 1933 in una famiglia di ebrei russi immigrati negli USA,  si è spento all’età di 83 nella sua casa di Stamford, nel Connecticut.

Wilder è stato nominato due volte all’Oscar, una per aver aver interpretato Leo Bloom nel capolavoro di Mel Brooks Per favore, non toccate le vecchiette (The Producers) e una per aver firmato, sempre insieme a Mel Brooks, la sceneggiatura dell’imprescindibile gemma della cinematografia mondiale nota come Frankenstein Junior, soleva dire di sé:

La mia quiete esteriore era una maschera per l’isteria. Dopo sette anni di analisi, è diventata un’abitudine.

L’attore è stato sposato dal 1985 al 1989 con la collega Gilda Radner, indimenticabile protagonista del Saturday Night Live, scomparsa nell’89 a causa di un tumore alle ovaie. Dopo la morte della compagna, Gene Wilder si è dedicato solo saltuariamente al cinema e alla TV (nei primi anni 2000 è apparso nella sit-com Will & Grace nei panni di Mr. Stein vincendo un Emmy).

Quello con la Radner è stato il suo terzo matrimonio: dal 1960 al 1965 è stato legato con Mary Mercier e dal 1967 al 1974 con Mary Joan Schutz, mentre dal 1991 è stato sposato con Karen Boyer, ma proprio dopo il decesso di Gilda Radner, Wilder è diventato un testimonial molto attivo della lotta contro il cancro in favore della quale ha organizzato raccolte fondi e campagne di sensibilizzazione in materia.

Molti dei 22 film per il cinema che ha interpretato nel corso della sua carriera, sono diventati veri e propri cult amati in ogni angolo del globo, dai già citati The Producers e Frankenstein Junior, passando per Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso* (*ma non avete mai osato chiedere), Non Guardarmi: non ti sento, Scusi: dov’è il West?, Mezzogiorno e mezzo di FuocoLa Signora in Rosso e Il Fratello più Furbo di Sherlock Holmes (questi due anche diretti da Wilder).

Domani dedicheremo un tributo al grande attore, qui sotto invece traduciamo il toccante comunicato della famiglia:

Una dichiarazione riguardo Gene Wilder da suo nipote Jordan Walker-Pearlman

Gene Wilder 11 giugno 1933 – 29 agosto 2016

È con incredibile tristezza e malinconia, ma con gratitudine spirituale per la vita che ha vissuto, che annuncio la morte di Gene Wilder, marito, genitore e artista universale, nella sua casa a Stamford Connecticut. Per noi, una vita senza di lui è quasi impossibile da concepire.

Le cause del decesso sono state le complicazioni del morbo di Alzheimer, con il quale ha convissuto per gli ultimi tre anni. La scelta di mantenere la privacy su questa malattia è stata sua, ne abbiamo parlato insieme e abbiamo preso questa decisione come famiglia. Ci rendiamo conto che nonostante tutte le sfide che questa situazione ci ha presentato, sia sul piano fisico che emotivo, siamo stati fortunati: la malattia, contrariamente a tanti altri casi, non gli ha mai impedito di riconoscere chi gli stava accanto, né ha indebolito la sua personalità ferma ma gentile. Ha preso molto altro, ma non quello.

La decisione di farci parlare della sua malattia solo ora e non prima non dipendeva dalla sua vanità, ma dal fatto che non voleva esporre tutti i bambini che sorridevano nel vederlo o che lo chiamavano Willy Wonka a una malattia e a un tema così adulto, non voleva tramutare il piacere in turbamento, delusione o confusione. Non poteva pensare che ci fosse anche solo un sorriso in meno al mondo.

Ha continuato ad apprezzare l’arte, la musica, a baciare la sua compagna degli ultimi 25 anni, Karen. Ha danzato nella navata di una chiesa a un matrimonio, come padre della sposa e portatore degli anelli, ha partecipato a infinite maratone pomeridiane di film western, si è goduto la compagnia di chi lo amava.

Rimangono Karen, Jordan, e i Webb (Kevin, Gretchen, Tucker, Spencer), e la moglie di Jordan Elizabeth. La sorella di Gene, Corinne, è morta a gennaio.

Aveva 83 anni ed è morto stringendo la nostra mano con la stessa tenerezza e amore che ha esibito sin da quando ricordi. Mentre le nostre mani lo stringevano e ha esalato un ultimo respiro, la radio ha iniziato a suonare una canzone di una delle sue cantanti preferite: Ella Fitzgerald. C’è una foto di lui con Ella, quando si incontrarono in un bistro di Londra anni fa, una delle cose a cui teneva di più. Stava cantando Somwhere Over the Rainbow, la canzone che abbiamo sentito quando è morto.

“Noi siamo i creatori della musica… e noi siamo i creatori dei nostri sogni”

 

 

https://www.youtube.com/watch?v=1WhdRg3AXxg

 

 

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