Cronaca

Migranti, professoressa razzista su Fb: "Bruciateli vivi". Miur annuncia provvedimenti

Sul profilo di Fiorenza Pontini, insegnante di inglese al liceo Marco Polo di Venezia, una serie di post violenti e xenofobi: "Ammazzeteli tutti". A chiedere l'intervento del ministro della Pubblica Istruzione i deputati Marcon e Costantino di Sinistra italiana. "Ma su Twitter ho già i primi insulti, mi chiamano 'scrofa marxista'"

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VENEZIA - La pagina Facebook che usava come una lavagna è stata rimossa, ma in rete si trovano ancora i post della professoressa Fiorenza Pontini, insegnante di inglese al liceo Marco Polo di Venezia. "Bisogna ucciderli tutti". "Speriamo che affoghino tutti... che non se ne salvi nessuno", scrive parlando di migranti, di profughi, di bambini stranieri. Parole che non si cancellano come gesso, neanche oscurando un profilo.
D'estate, dopo la fine della scuola, in un italiano traballante, l'insegnante di 59 anni è prolifica e sgrammaticata: "A poi ho torto quando dico che bisogna eliminare i bambini dei mussulmani perché tanto sono tutti delinquenti", posta a fine luglio. Poi il 7 agosto, nel periodo in cui i barconi di migranti affrontano il mare, le persone muoiono nel tragitto, la cronaca parla di sbarchi, la prof incalza, scrive più spesso. "Bruciateli vivi", "ammazzateli tutti". Il 18 agosto si sfoga con un "almeno morissero tutti", e due giorni dopo "Mi dispiace che qualche profugo si salva".

Sono stati i ragazzi delle sue classi e i nuovi colleghi a visitare la pagina virtuale. A guardare, pollici su o giù, pollici attoniti, post sugli animali (che sono più buoni degli umani), foto di Mussolini, locandine fasciste, insulti a Matteo Renzi, alla moglie Agnese, al sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. E soprattutto a

Professoressa razzista su Fb, gli studenti: "Non ci rappresenta"

Al di là delle idee e della libertà di espressione, della funzione di un social network, di limiti e diritti, la professoressa Pontini usa toni violenti, senza equilibrio, xenofobi. Tanto che la storia è finita in Parlamento.

I deputati Giulio Marcon e Celeste Costantino, di Sinistra Italiana, in un'interrogazione rivolta al ministro della Pubblica Istruzione, chiedono l'apertura di un'indagine perché sia disposta un'ispezione al liceo Marco Polo. Lo scopo è verificare quanto e se la docente di lingua inglese, si esprima allo stesso modo in classe. Se insegni odio, diffonda razzismo, predichi violenza. Scarsa qualità, miseria umana.

E il Miur si è mosso subito, annunciando provvedimenti disciplinari per la docente, mentre la Procura di Venezia sta valutando la vicenda e gli elementi di rilevanza penale. "Bene cosi, la denuncia pubblica e l'interrogazione dei nostri parlamentari Marcon e Costantino stanno avendo i primi risultati - ha commentato Nicola Fratoianni dell'esecutivo nazionale di Sinistra Italiana -. Deve essere chiaro e inequivocabile a tutti nel nostro Paese che non si può in nessun luogo, a maggior ragione nel mondo della scuola e della formazione dei ragazzi, la propaganda razzista, xenofoba, fascista".

"Fa bene il Miur a intervenire sul caso della professoressa di Venezia che ha scritto frasi razziste e xenofobe. Un'insegnante non può permettersi esternazioni di questo tipo, ancor più se fatte sui social media", afferma il deputato del Pd Edoardo Patriarca, "l'integrazione di culture e religioni differenti fa ormai parte della nostra cultura".

"I docenti - dice deputata Elena Centemero, responsabile scuola e università di Forza Italia e presidente della Commissione Equality and non discrimination del Consiglio d'Europa - hanno il dovere di aiutare gli studenti stranieri a integrarsi e quello di insegnare il rispetto e la tolleranza nonché il rifiuto di ogni forma di odio, violenza e discriminazione".

"La segnalazione del profilo Fb c'è arrivata attraverso una nostra dirigente", spiega Celeste Costantino, capogruppo in Commissione Parlamentare Antimafia, che si occupa di diritti e fa parte dell'associazione @_daSud. "Ormai c'è un impazzimento tale che tutti pensano di poter scrivere qualsiasi cosa". O di offendere, minacciare. "Sono appena scesa dall'aereo per Reggio Calabria per partecipare alla manifestazione contro la violenza sulle donne e quando ho guardato Twitter, ho trovato i primi insulti. Una persona che denuncerò, difende la professoressa chiamandomi 'scrofa marxista'. Insiste a insultare la presidente della Camera, prende le parti dell'insegnante".

Basta un 'inviò per una gogna pubblica. "Ma noi ci occupiamo del fenomeno di cyber bullismo e abbiamo proposto una legge, che ora si discuterà, per quello che chiamiamo 'educazione sentimentale'", spiega ancora. Ha la voce ferma, delusa, ribadisce che non aveva pubblicizzato l'interrogazione parlamentare, aveva agito per gli studenti, per un'idea, per buona educazione.


Il liceo Marco Polo dove insegna da un anno la professoressa Pontini, ha avviato un accertamento a suo carico. "Il Consiglio d'Istituto (organo collegiale dei docenti, degli studenti, dei genitori e del personale ATA) dell'I.I.S. Marco Polo - Liceo Artistico di Venezia, esprime alla comunità locale, regionale e nazionale la propria estraneità ideologica a quanto asserito, sul proprio profilo Facebook, dalla docente Fiorenza Pontini", si legge in una nota inviata dalla professoressa Renata Mannise. "Le affermazioni della docente - continua la nota - risultano totalmente divergenti e in contrasto con gli orientamenti etici ed educativi del nostro liceo. Il Consiglio d'Istituto ha programmato per le prossime settimane una serie di iniziative sui temi del rispetto della persona, dell'immigrazione, del dialogo interculturale e dell'inclusione".

Precedentemente Pontini aveva insegnato al liceo turistico Algarotti poi all'europeo Foscarini dove era stato avviato un altro procedimento che si era concluso con il trasferimento. È stata anche candidata con l'Udeur al Senato nel 2006 e con la lista "Mestre venezia due grandi comuni" in appoggio al candidato sindaco Gian Angelo Bellati.

"Bisogna capire, mettere al riparo i più giovani dalle eventuali ricadute che una simile gretta e infame predicazione di odio e xenofobia può avere sui percorsi formativi - dicono i parlamentari di Sinistra Italiana -, agevolata, nel caso, dall'autorevolezza che di per sé, dato il ruolo, un'insegnante detiene".

Autorevolmente la professoressa Pontini ora non parla più, "non prima di aver sentito il mio legale", spiega. Perché è più difficile difendere le proprie idee, quando per farlo non basta una piccola finestrella virtuale con la sua domanda da sovrascrivere "A che cosa stai pensando?", e quel tasto blu "Pubblica", che sembra non giudicare, neanche un "Bruciateli vivi".