Milano, 25 ottobre 2014 - 08:44

All’università di Firenze scoppia
la guerra dei crocifissi

Campagna degli studenti di sinistra per togliere il simbolo della Chiesa Cattolica. La mozione in Senato accademico: facciamo un censimento. Forza Italia: brutta storia

di Claudia Voltattorni cvoltattorni@corriere.it

Un rappresentante di Azione Universitaria appende un crocifisso di cartone in un’aula dell’università di Firenze (dal web) Un rappresentante di Azione Universitaria appende un crocifisso di cartone in un’aula dell’università di Firenze (dal web)
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L’ultimo atto, per ora, è stato quello di appenderne uno di cartone in un’aula a Novoli. Una provocazione, ma non solo. Soprattutto la risposta a chi dice «Scrocifiggiamo» tutto. E così a Firenze da un po’ di tempo è scoppiata la guerra dei crocifissi. Da quando il rettore Alberto Tesi circa un anno fa, in occasione della ristrutturazione dell’Aula Magna, ha deciso di far togliere il crocifisso e di non riappenderlo più, neanche a lavori terminati. Nelle aule e nei corridoi dell’università, dalle mura antiche di San Marco e quelle moderne di Careggi, passando per le aule di Novoli, i crocifissi sono diventati motivo di battaglia tra le varie fazioni studentesche. E la questione è arrivata fino in Senato accademico. All’epoca intervenne anche il cardinale Giuseppe Betori proponendo ironico di «toglierli con Madonne e santi da Uffizi e altri musei».

«Scrocifiggiamo»

Sono gli Studenti di Sinistra ad aver alzato il polverone lanciando la campagna «Scrocifiggiamo l’Università!». «Partiamo dal principio che l’università è un luogo libero e di libertà in cui non ci devono essere né crocifissi né altri simboli religiosi», spiega Federico Fantechi, degli Studenti di Sinistra. «Partiamo da Firenze - continua - per estendere il “muro bianco” e promuovere la rimozione di ogni suppellettile religiosa in tutte le Università». Per questo lui e la sua collega Alice Bindi, entrambi rappresentanti al Senato accademico, pochi giorni fa hanno portato una mozione davanti a rettore e professori in cui hanno chiesto la «rimozione di tutti i simboli religiosi» attraverso la loro «individuazione, rimozione e dismissione dai luoghi universitari».

Il censimento

Si tratterebbe di un vero e proprio censimento da fare nei vari plessi universitari, tra corridoi, aule, biblioteche, aree antiche come a San Marco e pubbliche come Careggi affinché «si arrivi ai muri bianchi, spogli di simboli religiosi per incarnare quegli aspetti di morale dell’equidistanza e di rispetto reciproco, di pluralismo non discriminante che lascia il confronto dei cittadini tra pari». Il Senato ha ascoltato, ma senza decidere. «È stato preso atto della richiesta», ha detto il rettore Alberto Tesi che ha quindi promesso «un’istruttoria». Sarà il Senato a stabilire poi cosa fare: «La decisione è collegiale - ha puntualizzato il rettore - e arriverà quando i tempi saranno maturi». Niente censimento per ora, ma, dice Federico, «entro l’anno dovranno darci una risposta».

L’Aula Magna dell’Università di Firenze con e senza crocifisso (dal Corriere Fiorentino)
L’Aula Magna dell’Università di Firenze con e senza crocifisso (dal Corriere Fiorentino)

I simboli di cartone

Ma intanto le reazioni non si fanno attendere. E immediata è arrivata la risposta degli studenti di destra di Azione Universitaria che in un’aula della sede di Novoli hanno appeso un piccolo crocifisso di cartone. E su twitter lanciano l’hashtag #fateloorailcensimento. E anche la politica si fa sentire con Tommaso Villa, consigliere regionale di Forza Italia e vicepresidente della commissione cultura e istruzione che definisce la richiesta degli universitari «una brutta storia mascherata dietro il principio di laicità dello Stato». Ma i ragazzi promotori del censimento e della rimozione rispondono proponendo di appendere piuttosto «una Costituzione repubblicana come simbolo di unità dei valori del nostro ordinamento».

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