Bologna

Gorino e Goro, dopo le barricate contro i migranti. Renzi: "L'Italia che conosco li accoglie"

Il blocco stradale stamattina a Gorino 
Dodici profughe respinte dai paesi del Delta del Po. La rivolta ha prevalso. E infuria la polemica.  La diocesi: "Notte ripugnante". Il ministro Alfano: "Disonorata l'Italia". Salvini twitta: "Sto con gli abitanti di Gorino"
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FERRARA - "Goro e Gorino è una vicenda difficile da giudicare, da una parte c'è parte della popolazione molto stanca e preoccupata, ma dall'altro stiamo parlando di dodici donne e otto bambini, probabilmente da parte dello Stato andava gestita meglio, ma anche dal punto di vista del dialogo". Il presidente del consiglio Matteo Renzi, alla registrazione di "Porta a Porta", interviene al termine di una lunga notte e giornata di barricate nei comuni del Ferrarese di Goro e Gorino. Una clamorosa protesta che ha costretto il pullman di dodici donne migranti, destinate ad un ostello requisito dal prefetto Michele Tortora per "uno stato di necessità", a fare dietrofront. Le donne, di cui una incinta, sono state dirottate in altre strutture tra Ferrara e la provincia. Il premier è netto sulla vicenda: "Voglio essere chiaro: l'Italia che conosco io, quando ci sono dodici donne e otto bambini si fa in quattro per risolvere il problema".
Sull'accoglienza dei migranti Renzi ha chiesto il coinvolgimento di tutti. L'Italia è pronta a mettere il veto sul bilancio Ue se i paesi dell'Est non accoglieranno i migranti, il suo ragionamento.

Intanto sui profughi respinti la polemica infuria, con il leader della Lega Matteo Salvini che twitta: "Io sto con gli abitanti di Gorino". Mentre la diocesi di Ferrara tuona, con il vicario generale, monsignor Massimo Manservigi: "In queste ore drammatiche, in cui tante città italiane sono chiamate a rispondere all'emergenza umanitaria che ogni giorno si fa più preoccupante, la Chiesa di Ferrara-Comacchio è vicina a coloro, donne e bambini in particolare, che hanno vissuto sul nostro territorio una notte così difficile e ostile, che ripugna alla coscienza cristiana". La Chiesa non ha dubbi.  "I 'respingimenti' di Gorino e Goro lasciano esterrefatti", dichiara don Armando Zappolini, presidente del coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca),

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Il blocco stradale è ancora lì, al mattino dopo, all’ingresso del paese, e anche le autorità alzano le mani, cercando soluzioni decenti altrove. Le dodici donne, di cui una incinta, sono state dirottate in altre strutture tra Ferrara e la provincia, i loro bimbi le hanno seguite, e mentre in paese si decidono altre forme di lotta per non ricevere i migranti, lo stesso prefetto pencola fra comprensione e sarcasmo. «Il mio primo pensiero - dice il prefetto di Ferrara, Michele Tortora - va a quelle donne, di cui non oso pensare cos’hanno provato, attraversando il Mediterraneo, andando in pullman fino a Bologna e poi a Gorino e trovandosi infine davanti a quelle barricate». E poi, piegando le considerazioni in amarezza, «ci sono stati alberghi cui ci siamo rivolti che hanno detto di non aver posto. Già, ci sono orde di turisti che si riversano a novembre in riviera». 

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Non volevano profughi in paese e, per adesso, non ne avranno. La clamorosa protesta degli abitanti di Gorino e Goro, piccoli centri sul Delta del Po ferrarese, con tanto di barricate tirate su per le strade del paese, ha ottenuto che gli ospiti in arrivo finissero altrove, dopo una giornata (e una nottata) convulsa. Il pullman che stava portando i migranti sul posto ha fatto marcia indietro. Fiscaglia, Ferrara e Comacchio: in quei tre centri un tetto gliel'hanno dato. Quello che doveva accoglierle inizialmente era un ostello di Gorino, requisito dal Prefetto di Ferrara, per affrontare l’emergenza.

C’è stata però, lunedì pomeriggio, la novità traumatica dei blocchi stradali, eretti a Gorino con bancali di legno in tre punti d’accesso al paese (e allargati poi anche a Goro) per bloccare il convoglio, scortato dalle forze dell’ordine. E questa protesta ha sortito effetti: prefettura, carabinieri, polizia, sindaco di Ferrara e di altri comuni della provincia hanno convenuto in tarda serata di dirottare i profughi in altre strutture della provincia ferrarese.

"Mi vergogno molto di quello che è successo a Ferrara, credo si debbano vergognare quelle persone che hanno impedito la sistemazione di donne e bambini", il commento del prefetto Mario Morcone, capo del dipartimento immigrazione del ministero degli interni, ai microfoni Gr 1 Rai, intervenendo sul caso. E lo stesso termine usa pure il sindaco di Ferrara, nonchè presidente della provincia, Tiziano Tagliani. "Mi vergogno. Se in un momento come questo un Comune come quello di Goro, che ha ricevuto molto dalle istituzioni, non accoglie dodici donne straniere bisogna che si rifletta sul significato di collaborazione istituzionale". Il sindaco ha poi definito "esagerata" la protesta anti-immigrati: "Voglio pensare che sia stata fomentata dalla politica. Rilevo una crescente difficoltà di dare esecuzione alle indicazioni del ministero dell’Interno". Le donne straniere sono rimaste per sei ore nella caserma dei carabinieri di Ferrara fino a quando si è deciso intorno a mezzanotte, e per motivi di ordine pubblico, di trasferirle in tre strutture, a Ferrara, Fiscaglia e  Codigoro. "Sono intervenuto - ha concluso Tagliani - perchè quando ci sono situazioni di questo tipo è un dovere trovare una soluzione".

Il sindaco di Goro: "Comprendo la reazione dei cittadini ma ora basta paure"

Goro non ospita al momento alcun profugo, dice il prefetto Tortora, rispetto ai circa 800 già presenti nella provincia di Ferrara. "Il sistema dell’accoglienza diventa sempre più stressante - sottolinea Tortora - ma le procedure sono state corrette. Non mi aspettavo una reazione del genere e l’ho trovata sconcertante". Quanto alla scelta di Goro e Gorino, il prefetto l'ha così motivata. "Goro è uno degli otto comuni del ferrarese che non ha nessun migrante. E dell'ostello abbiamo ritenuto che non fosse particolarmente frequentato d'inverno, ricevendone dunque un danno economico contenuto». O addirittura, ha fatto fa intuire, un guadagno, visto che le strutture che ospitano profughi vengono pagate. "Sono mesi che stiamo cercando anche in alberghi, ma appena sentono parlare di profughi tutti ci dicono che sono pieni. Lascio a voi giudicare...», ironizzando sulle «orde di turisti che a novembre si riversano in riviera».

L'Anci: "Basta mandare profughi negli alberghi". Sul caso interviene Matteo Biffoni, delegato Anci all'Immigrazione: "E' fondamentale che la gestione dell'accoglienza profughi sia spalmata in maniera adeguata su tutto il territorio nazionale e siano coinvolti in questa partita i sindaci. Quanto è accaduto a Gorino però ci spinge ancora una volta a sottolineare la necessità di affrettare l'applicazione delle richieste da tempo avanzate dall'Anci e recepite dal Governo nella circolare a firma del ministro Alfano. Il problema non è solo ripartire meglio fra i Comuni, ma soprattutto innalzare il livello della qualità dell'accoglienza garantendo la centralità dei Comuni e delle relazioni con il mondo associativo del territorio. Non è ammissibile continuare a mandare profughi negli alberghi, dove rimangono senza controllo e creano disagio nella comunità".
 
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