Firenze

La tecnologia cambia il linguaggio: addio italiano scritto, ora ti mando un audio

Due ricercatrici dell'Accademia della Crusca all'Internet Festival di Pisa spiegano: "Le ragazze spediscono messaggi vocali, i maschi video"

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Un cuore rosso vuol dire "ti voglio bene", ma sei o sette sono una vera e propria dichiarazione d'affetto incondizionato. Corre veloce la lingua al tempo dei social network, dove "emoji" e punti esclamativi stanno ormai scalzando intere conversazioni. Se tante faccine in fila possono diventare il racconto di una giornata tra adolescenti, l'ultima frontiera della comunicazione "fast" sono gli audio su Whatsapp. Meno invasivi di una telefonata perché non obbligano l'altro a rispondere subito e più immediati di una chat, sono lo strumento preferito dei giovanissimi. Parola dell'Accademia della Crusca, che nella sua veste social sta cercando di intercettare le tendenze linguistiche dei nativi digitali. La squadra web dell'Accademia, composta dalla storica della lingua Stefania Iannizzotto, dalla linguista Vera Gheno e dalla filosofa Simona Cresti, è così andata in esplorazione all'Internet Festival di Pisa, in programma fino a domenica. Dopo il laboratorio di ieri alla Cittadella Galileiana, si replica oggi dalle 10.15 alle 11.15. "Come parla Internet? Lingue in uso sul web e sui social network" è l'incontro/confronto organizzato proprio per chi mastica il linguaggio della rete dalla mattina alla sera. Sempre oggi, dalle 16.40 alle 17.20, a Palazzo Franchetti, verrà invece ripercorsa la storia social dell'Accademia dal 2012, anno in cui sono stati aperti i canali Facebook e Twitter, al caso di "Petaloso" e le questioni di genere.

"La lingua in rete è talmente fluida che mentre stiamo parlando ci sono già altre mille parole o codici nuovi che stanno nascendo - spiega Stefania Iannizzotto - quello che però ho potuto osservare negli ultimi tempi, grazie all'esperienza di insegnante in una scuola media, è un ritorno all'oralità. Se le chat e la messaggistica erano apparsi come i mezzi per far tornare i ragazzi a scrivere, oggi la tendenza sembra un'altra". E l'audio registrato da inviare all'amica o al gruppo di compagne di classe sembra essere la forma di comunicazione preferita, soprattutto tra le ragazze: "A patto di essere confidenza con l'interlocutore, perché c'è sempre il timore che la voce cambi e risulti brutta". A essere messa da parte non è solo la scrittura, ma anche la lettura: "Prima i giovani andavano a cercare i blog in rete - aggiunge Iannizzotto - oggi invece si preferisce guardare un video su Youtube. Tendenza molto diffusa tra i maschi, che da spettatori spesso si trasformano in produttori di video nei quali parlano di sé o delle loro passioni come i videogiochi".

Quel che di scritto sopravvive, ha però delle caratteristiche specifiche. "Ad andare per la maggiore sono le tachigrafie, vale a dire le scritture veloci - spiega Vera Gheno - un modo per zippare le parole omettendo le vocali: 'cmq' per 'comunque', 'nn' per 'non'. Poi ci sono i troncamenti come 'ci si domà per 'ci si vede domanì o 'asp' per 'aspetta'". Molto usati anche gli acronimi e le sigle come il classico 'tvb' o l'inglese 'lol'(laughing out loud, ridendo rumorosamente) che tra i ragazzi italiani ha dato luogo alle espressioni 'lollarè o 'lollone'. "I giovani amano anche il citazonismo e comunicano con frasi diventate celebri grazie a film o talent - aggiunge Gheno - penso al 'per me è un sì' di Italia's got talent o al 'famolo stranò di Verdone". Un linguaggio reinterpretato, storpiato o inventato non deve però far paura: "Questi elementi pop sono importanti perché permettono ai ragazzi di riconoscersi tra simili. Nella comunicazione social c'è un grosso elemento tribale: come l'appartenenza a una comunità è sancita dagli usi linguistici, lo stesso avviene in rete". E così ogni social network ha il proprio codice: su Facebook "ci si tagga e si cambia stato", su Twitter "ci followiamo". Il rischio non è che gli studenti scrivano "perké" o "postare" anche nei temi di scuola? "Non possiamo attribuire ai ragazzi o al mezzo la rovina della lingua italiana - replica Iannizzotto - è importante che i giovani usino i diversi registri della lingua a seconda dei contesti e il compito di noi grandi è proprio fornire loro gli strumenti per capire come orientarsi".