Sollicciano, "500 detenuti in digiuno e preghiera, Papa Francesco vieni a trovarci"

Partirà il 24 maggio l'iniziativa promossa da don Vincenzo Russo per chiedere al pontefice di fare tappa al carcere fiorentino in occasione della sua visita a Barbiana

Un'immagine del carcere di Sollicciano (New Press Photo)

Un'immagine del carcere di Sollicciano (New Press Photo)

Firenze, 19 maggio 2017 - Digiuno e preghiera "per chiedere a Papa Francesco di indirizzare i suoi passi verso il carcere di Sollicciano". Così don Vincenzo Russo, cappellano del carcere fiorentino, spiega l'iniziativa presa da lui e "da oltre 500 detenuti di Sollicciano" (una percentuale piuttosto alta, se si pensa che in totale sono oltre 700) per lanciare un appello al Papa, affinché li vada a trovare in occasione della sua visita a Barbiana, il 20 giugno, in onore di don Lorenzo Milani. Un'iniziativa annunciata da Russo  a "Radio Carcere" su Radio Radicale.

"Secondo noi _dice don Russo_ il carcere di Sollicciano è in evidente continuità con Barbiana. E' un luogo in cui si concentrano tantissime criticità: malattie, povertà, ignoranza".  Il cappellano e i detenuti hanno scritto al Papa chiedendo "che sia con noi non solo con il cuore, ma anche con una presenza fisica". Da qui l'iniziativa di preghiera e digiuno che partirà il 24 maggio: "Non è uno sciopero della fame, non è una protesta _tiene a precisare don Vincenzo Russo_  è un modo per condividere la vita e le sofferenze dei detenuti e chiedere al Papa di venirci a trovare". Si tratta per Russo di "aprire una nuova strada guardando in faccia alla realtà del carcerato, bisognoso di un rapporto che entra nel vivo delle sue difficoltà"

Per Papa Francesco (sempre molto attento alla sofferenza dei carcerati) potrebbe essere l'occasione per visitare un carcere pieno di problemi, dove il sovraffollamento (774 detenuti su 494 posti regolamentari) e l'inadeguatezza delle strutture creano gravi disagi e sofferenza ai detenuti, ma anche a chi ci lavora che, al contrario, è costantemente sotto organico.

Sui tempi del digiuno ancora non ci sono decisioni, ma don Vincenzo Russo non vuole mollare: "Io penso di andare avanti, tengo particolarmente al fatto che il Papa sia con noi perché è vicino alla sofferenza e alla povertà. Lo aspettiamo nel campo di calcio dove il suo elicotttero può atterrare. Vogliamo abbracciarlo". 

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