Gli influencer, più di ogni altra persona e personalità, esercitano ai livelli più alti una consapevole (o meno) costruzione della propria identità digitale, ovvero lavorano alla propria auto-rappresentazione online. Non si tratta di qualcosa di oscuro e demoniaco, ma di quello che l'essere umano fa dall'alba dei tempi, si tratta del riadattamento dell'auto-concezione dell'uomo all'interno del contesto greco di Socrate e Platone. Semplicemente in un nuovo luogo, cioè online.
Chiara Ferragni ha raggiunto il successo con il suo blog di moda,The Blonde Salad, ma ha raggiunto la notorietà grazie al suo account Instagram. Non appare un caso, infatti, che l'account Instagram del blog @theblondesalad abbia 403 mila follower, mentre il canale personale @chiaraferragni ne ha ben 11 milioni (anche se qualcuno ci ha fatto notare che quest'ultimo esiste da molti più anni). *
In che modo Chiara Ferragni ha strutturato la propria identità digitale?
Effortlessly chic
Alla base dell'identità digitale di Chiara - facciamo un inciso, stiamo parlando di identità digitale che coincide "più o meno" con l'identità sociale, differente e non del tutto sovrapponibile, con quella personale - c'è quella che i brand e le istituzioni definiscono generalmente mission. Stiamo parlando del cuore pulsante del fenomeno Chiara, quel punto da cui tutti i fashion blogger (e non solo) dovrebbero partire. Cosa comunico io? Chi sono?
"I used to mix and match Chanel bags with Zara or H&M clothes. My followers always liked this becaus they could see how cool a cheap sweater can look when you wear t well. It was something they could relate to".
In questa citazione di Chiara Ferragni è racchiuso il core message: la sua identità digitale si costruisce intorno alla scoperta rivoluzionaria che il mondo del fashion poteva essere economico, alla portata di tutti. Questa cosa - che adesso appare scontata, nel 2008 non lo era affatto. Ai lettori piace l'idea di potersi, finalmente, permettere il look che vedono vestire dai propri idoli. La Ferragni è diventata la portavoce di una complessa rivoluzione copernicana del fashion: negli anni 2000 noi nerd indossavamo le Converse sotto gli sguardi perplessi e denigratori dei ragazzi cool della scuola, che ricercavano le scarpe con il più alto tasso di estensione di logo sui tessuti. Adesso le cheerleader abbinano la loro Cèline alle old school della Vans. Merito della Ferragni.
Me, myself and I
Chiara Ferragni è l'assoluta affermazione dell'individualizzazione dell'identità digitale. Nello schema di Propp estrapolato dallo studio delle narrazioni fiabesche emergeva come nelle narrazioni - tutte le narrazioni, da una foto a un testo - intorno all'eroe si sviluppano una lunga serie di altri personaggi: l'antagonista, l'aiutante, gli oppositori etc etc. Nella narrazione dell'identità digitale della fashion blogger invece appare esserci spazio solo per l'eroe circondato, al massimo, da qualche aiutante.
Questo cosa significa? Che l'intero flusso della narrazione è Chiara Ferragni: chi è, cosa mette, cosa fa. Non ci sono sfide, non ci sono malumori, non ci sono draghi nè streghe cattive, al contrario di come può essere nella narrazione dell'identità digitale di Steve Jobs o di Donald Trump o di Bebe Vio. In questo senso Chiara Ferragni è disciplinatissima nel mantenere fede alla promessa fatta ai lettori: qui si parla di moda, della mia idea di moda. La blogger ha capito che i valori sono divisivi e le emozioni lo sono ancora di più, quindi sperimenta un nuovo tipo di narrazione universale: una narrazione senza contenuti esterni, ma solo della propria identità digitale as it.
Il sogno americano dentro lo stile di vita italiano
Abbiamo detto che l'identità digitale di Chiara Ferragni si basa sull'essere "a portata di mano", affordable, in uno stile perfettamente italiano che trova la sua "realizzazione" semantica nel grande sogno americano. In altre parole la realizzazione di quel sogno che consente a chiunque, anche alla ragazza della porta accanto, di essere invitata ai party più esclusivi e ad avere un posto in prima fila alle sfilate più importanti.
Come può quindi coniugare l'essere parte di un mondo tanto sofisticato ed elitario con quello stile che l'ha resa un punto di riferimento per milioni di follower? Chiara costruisce con grande sapienza questa narrazione digitale attraverso una condivisione di contenuti meno glamour rispetto allo standard dell'account. Quando va ad una sfilata, o a un concerto, non vediamo più le foto chiaramente realizzate da fotografi e videomaker, ma la saggia Chiara realizza dei selfie o utilizza le fotografie realizzate dalla stampa e dai fan. Insomma, fa quello che farebbe ognuno di noi, a modo suo.
Sex in the lounge
Nell'ultimo periodo Chiara Ferragni is in love. Vera o meno che sia la sua storia d'amore con Fedez, è un dato di fatto che nasce in un momento in cui c'è stato una sensibile disaffezione da parte dei suoi follower italiani in un periodo in cui la notorietà online di Fedez era alta. Inoltre, Fedez stava ridisegnando la propria identità digitale cercando di arginare alcune "problematiche" sorte intorno a quest'ultima.
Chiara ha sempre avuto fidanzati in qualche modo legati direttamente al suo business. Con Fedez, invece, Chiara ha compiuto la sua narrazione online: da blogger a imprenditrice, in un rapporto paritario con un altro influencer che opera in un settore parallelo al suo, ma diverso. Quest'aspetto dell'identità digitale di Chiara piace molto al suo pubblico tanto che nella top 3 dei contenuti con un più alto tasso di engagement ci sono solo foto con Fedez.
La morale? Chiara Ferragni ci sta vendendo la più bella storia d'amore digitale dai tempi di Lady D. Solo che adesso non c'è più un'umile donna che si relaziona al potente: ma una donna potente con un uomo che lo è meno. She is the boss.
* I dati riguardo il numero di followers sono stati aggiornati il 17/11/2017