Milano

Referendum autonomia, flop del voto elettronico. Maroni: "Qualche criticità, ma tutto valido"

Vigili in coda per la consegna della chiavetta elettorale (fotogramma)
I presidenti di seggio ostaggi per ore. La rabbia su Facebook: "Bloccati fino alle tre di notte per colpa delle chiavette usb". Il Pd: "Maroni chieda scusa"
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Doveva essere l'elemento più rivoluzionario dell'intera consultazione, ma il voto elettronico sperimentato per la prima volta in Italia nel referendum lombardo sull'autonomia - alla fine - ha mostrato più di un punto debole. Paradossalmente, lo scrutinio elettronico è stato lentissimo e ha visto la rivolta degli scrutatori bloccati per ore ai seggi. A metà mattinata del giorno dopo ancora non si sapeva il dato finale sull'affluenza e il governatore Maroni ha dovuto spostare più volte l'orario della conferenza di stampa sul bilancio del voto.

Maroni: "Criticità, ma i voti sono tutti buoni". Alla fine il governatore deve ammettere: "Presto sul sito - è la sua dichiarazione alle ore 13 - metteremo sul sito della Regione i risultati con il 99% delle sezioni". Poi aggiunge: "E' andato tutto perfettamente, abbiamo avuto un problema con 300 chiavette su 24mila tablet". Il risultato finale, alla fine, dice che in Lombardia ha votato il 38,33%, pari a 3 milioni 22.101 di cittadini che nel 95,29% dei casi hanno detto "Sì". Le criticità, spiega ancora Maroni, sono state due e "si sono verificate dopo la chiusura dei seggi: in alcuni casi si è votato in modalità test (ma le macchine hanno registrato i voti); in altri casi, i presidenti di seggio hanno utilizzato lo stesso pin per più voting machine, bloccando la lettura della chiavetta Usb". Ma, precisa l'assessore delegato al voto elettronico, Gianni Fava, "tutti hanno votato in modo valido, tutti i voti sono buoni". Il Pd: "Maroni chieda scusa". Il Pd non condivide il giudizio di Maroni e non si lascia scappare l'occasione di andare all'attacco con il segretario regionale Alessandro Alfieri che dice: "ll sistema che ci doveva portare nel futuro ci porta invece ad un passato lontano. E passata una notte intera e ancora non ci sono i risultati. Dopo aver festeggiato il superamento del 40 per cento, il sito della Regione dice che siamo al 38 per cento. Maroni deve chiedere scusa. Qualcosa non ha funzionato e la Regione deve mettere da parte l'arroganza". Da parte sua, il governatore lombardo, ribatte di "non dover chiedere scusa a nessuno, semmai lo deve fare chi, nei giorni del silenzio, ha parlato a sproposito e invitato a non votare". Maroni, poi ha chiesto al Pd di "lasciare fuori dalla porta la politica" e iniziare a lavorare sui contenuti della trattativa con il governo.

L'ingorgo delle chiavette Usb. Il problema pare si sia registrato non tanto per colpa dei famosi 24mila tablet, ma a causa degli ingorghi che si sono registrati successivamente alla chiusura delle urne. Uno dei nodi critici è stato il passaggio di mano delle chiavette usb che contenevano i voti riversati dalle voting machine (i tablet, appunto) con presidenti di seggio ostaggi per ore in attesa di sapere se la lettura delle usb fosse riuscita senza problemi di sorta. In molti, infatti, sono dovuti rimanere in attesa dell'ok necessario e sono potuti tornare a casa soltanto alle tre di notte, nonostante le operazioni di voto si fossero concluse intorno alle 23.30.

Referendum autonomia, la protesta su Fb dei presidenti di seggio bloccati nelle scuole: "Scrutatori liberi"

La rivolta degli scrutatori. Andrea Schieppati, scrutatore in uno dei seggi di Milano, ha postato su Facebook intorno alla mezzanotte un video intitolato 'Scrutatori liberi'. "Vi dico solo - ha scritto anche - che sui tempi di verifica delle usb girano leggende metropolitane livello 'Italia-Inghilterra venti a zero con gol di testa di Zoff su calcio d'angolo'". Alla fine, dal seggio sono usciti tutti attorno alle tre del mattino. Altre testimonianze sono quelle di Stefano Bolognini, presidente di seggio, nonché ufficio stampa del Movimento 5Stelle: "Io ancora al seggio e non posso andare via nonostante scrutinio finito da ore" scriveva nella notte, sempre su Facebook. E di Elisabetta Obertone, ancora sui social: "Sono esattamente le 01.00, abbiamo terminato alle 23.05 consegnando le chiavette Usb Non possiamo allontanarci fino a quando non ci danno l'Ok. A ora su 205 plessi di Milano ne hanno scrutinati soltanto 6!!! E' una vergogna! Con uno scrutinio manuale saremmo andati via al massimo alle 23.30".

Freddato l'ottimismo di Maroni. In questa analisi del 'day after' che mette in luce le disfunzioni di un sistema ancora da rodare, fa sorridere l'ottimismo del presidente Roberto Maroni che ieri sera commentava: "Invierò una relazione al ministro dell'Interno per suggerire di utilizzarlo anche per le prossime elezioni politiche e anche alle Regionali in Lombardia". A criticità quasi risolte, comunque, Maroni ribadisce: "E' stata una lunga notte di passione, ma ora abbiamo capito e metteremo le indicazioni nelle istruzioni: a maggior ragione, avendo capito come funziona chiederemo al ministro Minniti di utilizzarlo per le prossime elezioni".
 

Referendum, a Milano vigili in coda per consegnare le chiavette elettroniche con i voti


Maroni: "Inizia la partita con il governo". Maroni ha riferito di aver avuto un "cordiale" colloquio con il premier Paolo Gentiloni. "Mi ha confermato - ha detto il presidente della Regione - il via libera al confronto su tutte le materie previste dalla Costituzione, con anche il coinvolgimento del ministero dell'Economia" su quella del coordinamento del sistema tributario. Il tema delle risorse, insomma, sarà al centro della trattativa, ma questo non significa che ci sia stata un'apertura formale sul tema del residuo fiscale, ha poi precisato Maroni. Il coinvolgimento del ministero dell'Economia rappresenta per Maroni una sfida complessa: "Il Mef - ha detto il governatore - è un osso durissimo ma da questa parte c'è qualcuno che ha le spalle larghe...".

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Dove si è votato di più, dove si è votato di meno. La provincia in cui si è votato di più è stata quella di Bergamo con il 47,37%, quella con l'affluenza più scarsa la città metropolitana di Milano con il 31,20%.Dopo Bergamo nella classifica dell'affluenza è arrivata Brescia con il 47,37% seguita da Lecco (44,78%), Sondrio (42,31%), Como (41,64%), Cremona (39,90), Monza (39,52%), Varese (39,44), Lodi (39,39), Mantova (35,87) e Pavia (33,55). Nessuna provincia ha superato una percentuale del 50%, anche se è successo in singoli Comuni. Quello con la percentuale di votanti più alta è stato Piazzatorre (Bergamo) dove ha votato il 65,96%, mentre la più bassa si è registrata in provincia di Varese a Lavena Ponte Tresa con il 19,53%; una percentuale più bassa anche di Milano città dove è arrivata a 26,34%. La più alta concentrazione di Sì a Colere in provincia di Bergamo: su 538 abitanti hanno votato il 52,64%, i Sì sono stati pari al 99,44%, contro lo 0,56% di No.
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