frasi su sud, donne e alcol

Dijsselbloem: non mi dimetto, mi dispiace se ho offeso qualcuno

di Redazione Online

(Afp)

4' di lettura

Dopo un giorno di polemiche nate dalla frase sul sud, l’alcol e le donne, in serata è arrivata la precisazione del presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem: «In un’intervista con un media tedesco ho sottolineato l’importanza della solidarietà e delle reciprocità all’interno dell’Unione, dove tutti dovrebbero mantenere gli accordi. Soprattutto quando a un certo punto hai bisogno di assistenza finanziaria e chiedi agli altri sostegno. È davvero un peccato che sia stato fatto un collegamento tra la frase sul Nord e il Sud, e il principio di reciprocità», ha detto Dijsselbloem, precisando che «il messaggio che la solidarietà va mano nella mano con il rispettare gli accordi e attenersi alle regole, non si applica solo al Sud ma a tutti gli Stati».

Non ho intenzione di dimettermi. Mi dispiace se qualcuno si sia sentito offeso dal mio commento

«Non guardo al passato - precisa - ma soprattutto al futuro, quando vogliamo che l’Unione monetaria stia insieme e sia più forte, è importante che tutti rispettino le regole d’ingaggio». Quindi, prosegue, «mi dispiace se il mio messaggio sia stato frainteso e che sia emerso come uno scontro tra Nord e Sud. Non sento questo scontro Nord-Sud, e non lo sento nell’Eurogruppo».

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Per quanto riguarda la frase incriminata, sulle donne e l’alcol, Dijsselbloem spiega che «la frase si riferiva a me, ho detto che non posso aspettarmi che se spendo i miei soldi in modo sbagliato, posso poi chiedere aiuti finanziari. Non ho intenzione di dimettermi. Mi dispiace se qualcuno si sia sentito offeso dal mio commento. Era diretto, e può essere spiegato da una rigida cultura olandese, calvinista, con immediatezza olandese. Capisco che non sia sempre ben capito e apprezzato, altrove in Europa, e questa è un'altra lezione che ho imparato». Allo stesso tempo, prosegue, «credo di essere apprezzato perché mantengo il mio stile, affronto i ministri con rigore». Perché «credo che dobbiamo essere chiari, per il futuro dell’Unione monetaria e per l’Eurogruppo credo che dobbiamo tutti fare il massimo per rispettare le regole. Altrimenti sarà molto difficile mantenersi uniti». Il presidente conclude la sua nota invitando tutti a «proseguire le riforme», riconoscendo a «molti Paesi, inclusi quelli del Sud», di aver fatto sforzi profondi negli ultimi anni.

La gaffe potrebbe comunque costare la poltrona a Jeroen Dijsselbloem. «Durante la crisi dell’euro i Paesi del Nord hanno dimostrato solidarietà con i Paesi più colpiti. Come socialdemocratico do molta importanza alla solidarietà, ma hai anche degli obblighi, non puoi spendere tutti i soldi per alcol e donne e poi chiedere aiuto». A causa di queste parole, pronunciate in un’intervista alla Faz, il presidente dell’Eurogruppo Dijsselbloem si ritrova ora al centro di una bufera con i socialisti europei che si chiedono se sia ancora adatto al ruolo che ricopre e il M5S che ne chiede le dimissioni immediate. E non è detto che la nota giunta serata riesca a placare le polemiche.

Renzi: prima si dimette meglio è
Immediate le reazioni alle frasi del presidente dell’Eurogruppo, tutte ovviamente negative. L’ex premier Matteo Renzi su Facebook non usa messi termini: «Il Presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha perso una ottima occasione per tacere. In una intervista a un quotidiano tedesco si è lasciato andare a battute stupide - non trovo termine migliore - contro i Paesi del sud Europa a cominciare dall'Italia e dalla Spagna. Penso che gente come Dijsselbloem, che pure appartiene al partito socialista europeo anche se forse non se ne è accorto, non meriti di occupare il ruolo che occupa. E prima si dimette meglio è. Per lui ma anche per la credibilità delle istituzioni europee. Se vuole offendere l'Italia lo faccia al Bar Sport sotto casa sua, non nel suo ruolo istituzionale».

Calenda: parole Dijsselbloem irricevibili, scuse o lasci
Dura anche la reazione del ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda alle parole del presidente dell’Eurogruppo, a margine del question time alla Camera. «Sono molto d’accordo con Renzi. Sono rimasto molto colpito - ha detto Calenda -. Non solo sono parole irricevibili ma senza scuse sentite, e chiare, formali e pubbliche» va «messa in discussione la sua permanenza».

L’ira di Spagna e Portogallo
L'intervista di Dijsselbloem ha da subito avuto una vasta eco anche in Spagna tanto che ieri, nella sua audizione alla commissione economica del Parlamento Ue, proprio alcuni deputati spagnoli gli hanno chiesto pubblicamente di scusarsi. Ma il presidente ha resistito, spiegando che nessuno doveva sentirsi offeso, che non è questione di Nord e Sud, ma che vale per tutti la regola che se vuoi solidarietà devi rispettare i vincoli e gli impegni, cosa che «anche l'Olanda a volte non ha fatto». Oggi è tornato alla carica contro il presidente dell’Eurogruppo anche il premier portoghese Antonio Costa, chiedendo le dimissioni di Dijsselbloem: «Crediamo che sia assolutamente inaccettabile che resti al suo posto, ci ha insultato, ha dimostrato di essere sessista, razzista, xenofobo e un imbarazzo per l'Europa. E per tutto questo non può occupare nessun posto europeo».

Pittella: parole vergognose
Ma la sua spiegazione non è piaciuta nemmeno al presidente del gruppo dei socialisti e democratici Gianni Pittella: «Non è la prima volta che Dijsselbloem esprime opinioni economiche e politiche che contraddicono la linea della famiglia progressista europea. Ora con queste parole scioccanti e vergognose, è andato molto oltre usando argomentazioni discriminatorie contro i Paesi dell'Europa del Sud», ha aggiunto. «Mi chiedo davvero se una persona con queste convinzioni possa ancora essere considerato adatto a fare il presidente dell'Eurogruppo», conclude Pittella. E il M5S ne chiede le immediate dimissioni, e chiede a Padoan di prendere le distanze.

La difesa di Schaeuble
Se il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker «ha sempre espresso il suo rispetto, la sua simpatia e persino il suo amore per il fianco Sud dell'Europa» (così il suo portavoce), il collega tedesco Schaeuble fa sapere che il lavoro di Dijsselbloem è apprezzato dalla Germania («E noi contiamo sul fatto che l’Eurogruppo sia ancora pienamente funzionante per il resto della legislatura») .

Poltrona europea a rischio
L'olandese, ministro delle finanze uscente, resterà presidente dell'Eurogruppo fino a che non sarà formato il nuovo Governo, che potrebbe impiegare parecchi mesi a nascere. Sostenuto dai tedeschi, è stato riconfermato nel 2015 per un secondo mandato avendo la meglio sullo spagnolo Luis De Guindos, che punta ancora a prendere il suo posto. Il crollo del Laburisti alle elezioni mette a rischio le sue chanche di mantenere il ministero delle Finanze e di conseguenza anche la poltrona di presidente dell’Eurogruppo, in scadenza nel gennaio del prossimo anno.

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