All'appello mancano 30 mila euro. La metà di quanto Arthemisia Group, la società che ha prodotto e organizzato la mostra "Giacometti. La scultura" allestita dal 5 febbraio al 25 maggio scorso alla Galleria Borghese, avrebbe dovuto versare alla Soprintendenza per il Polo museale romano. E, in particolare, ai custodi della Galleria che per 4 mesi e mezzo hanno vigilato sulle opere del maestro svizzero. E che ancora attendono il pagamento dei turni "extra". A denunciare il caso è la Fp Cgil, che a fine luglio ha avviato una vertenza contro Arthemisia.
L'accordo fra la Soprintendenza e la srl che organizza mostre d'arte in tutta Italia prevedeva che Arthemisia dovesse pagare il personale aggiuntivo necessario per tutti gli step della mostra e per la vigilanza (2 custodi nei feriali, 4 nei festivi), liquidando mensilmente le somme dovute. Per un totale di 60 mila euro. "Ma Arthemisia - denuncia il sindacato - ha versato solo una prima tranche da 30 mila, sostenendo poi di non poter pagare il resto perché i guadagni erano stati inferiori alle loro previsioni". Eppure la società ha incassato, come da protocollo d'intesa, ben l'85% dei 5 euro di integrazione del biglietto d'ingresso alla Galleria, richiesti per tutta la durata della mostra: 4,25 euro da moltiplicare per circa 1.500 visitatori al giorno. Non solo. A Arthemisia sono stati concessi 1.500 biglietti omaggio oltre alla possibilità di organizzare fino a venti eventi serali speciali senza pagare alcun canone di concessione d'uso degli spazi della Galleria.
A nulla sono valsi i solleciti della Soprintendenza, che alla fine si sarebbe rivolta all'avvocatura dello Stato. Mentre i sindacati, dopo un ultimatum lanciato a luglio, hanno aperto una vertenza. Ma puntano il dito anche contro la Soprintendenza stessa: "Il protocollo d'intesa prevedeva che Arthemisia dovesse fin dall'inizio costituire un deposito cauzionale di 60 mila euro o garantire con una fideiussione, ma non lo ha mai fatto. La Soprintendenza, inoltre, aveva il diritto di recedere dal protocollo d'intesa per grave inadempimento, ma non lo ha fatto".
L'accordo fra la Soprintendenza e la srl che organizza mostre d'arte in tutta Italia prevedeva che Arthemisia dovesse pagare il personale aggiuntivo necessario per tutti gli step della mostra e per la vigilanza (2 custodi nei feriali, 4 nei festivi), liquidando mensilmente le somme dovute. Per un totale di 60 mila euro. "Ma Arthemisia - denuncia il sindacato - ha versato solo una prima tranche da 30 mila, sostenendo poi di non poter pagare il resto perché i guadagni erano stati inferiori alle loro previsioni". Eppure la società ha incassato, come da protocollo d'intesa, ben l'85% dei 5 euro di integrazione del biglietto d'ingresso alla Galleria, richiesti per tutta la durata della mostra: 4,25 euro da moltiplicare per circa 1.500 visitatori al giorno. Non solo. A Arthemisia sono stati concessi 1.500 biglietti omaggio oltre alla possibilità di organizzare fino a venti eventi serali speciali senza pagare alcun canone di concessione d'uso degli spazi della Galleria.
A nulla sono valsi i solleciti della Soprintendenza, che alla fine si sarebbe rivolta all'avvocatura dello Stato. Mentre i sindacati, dopo un ultimatum lanciato a luglio, hanno aperto una vertenza. Ma puntano il dito anche contro la Soprintendenza stessa: "Il protocollo d'intesa prevedeva che Arthemisia dovesse fin dall'inizio costituire un deposito cauzionale di 60 mila euro o garantire con una fideiussione, ma non lo ha mai fatto. La Soprintendenza, inoltre, aveva il diritto di recedere dal protocollo d'intesa per grave inadempimento, ma non lo ha fatto".