Palermo

Palermo: chiesti quattro anni di carcere per Miccoli, estorsione aggravata da metodi mafiosi

Fabrizio Miccoli con Mauro Lauricella,figlio del boss della Kalsa, Antonino 
Il processo che vede alla sbarra l'ex capitano dei rosanero
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Per la procura di Palermo Fabrizio Miccoli, l'ex bomber e capitano del Palermo, si rivolse a Cosa nostra per far in modo che venisse saldato un debito ad un suo amico. Per questo al processo che lo vede imputato per estorsione aggravata dal metodo mafioso oggi il pm Francesca Mazzocco ha chiesto la condanna a quattro anni di reclusione. Il processo si celebra con rito abbreviato davanti Gup Walter Turturici. Il 7 luglio toccherà all'avvocato difensore di Miccoli, Giovanni Castronovo, confutare la tesi dell'accusa. La sentenza è attesa per il 6 ottobre.

Secondo l'accusa Miccoli avrebbe messo in movimento il meccanismo di una richiesta estorsiva avanzata nei confronti dell'imprenditore Andrea Graffagnini. L'ex numero 10 del Palermo avrebbe infatti sollecitato Mauro Lauricella, figlio del boss del quartiere Kalsa Antonino, a utilizzare metodi spicci per chiedere la somma di denaro di cui un ex fisioterapista del Palermo, Giorgio Gasparini, avrebbe preteso essere creditore.

Il figlio del boss e il campione

L'ipotesi era già stata vagliata in un processo tenuto contro Lauricella e Gioacchino Alioto, quest'ultimo assolto mentre il giovane figlio del capomafia è stato condannato a un anno: ma l'accusa è stata derubricata in violenza privata aggravata. L'indagine era stata aperta durante le ricerche di Antonino Lauricella, che nel 2010 era latitante: la Dia, ascoltando le telefonate di Mauro Lauricella, si era imbattuta in Miccoli e aveva notato l'estrema confidenza del calciatore con il figlio del mafioso. Al punto che, passando davanti all'albero Falcone, il calciatore aveva definito il giudice ucciso da Cosa nostra "un fango" e le sue parole erano rimaste impresse nella intercettazione ambientale del colloquio con Lauricella.

Miccoli in lacrime chiede scusa per le offese a Falcone

 "Siamo basiti" è la replica dei legali di Miccoli, gli avvocati Giampiero Orsini e Giovanni Castronovo: "Siamo in presenza di una evidente contraddizione visto che la stessa procura aveva invocato l'archiviazione per Miccoli, oggi invece ne chiede la condanna senza tenere conto peraltro di una precedente sentenza che ha fatto cadere l'ipotesi di estorsione nei confronti di un altro indagato, Mauro Lauricella".