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La Brexit e Colin Firth: "Troppa incertezza, meglio diventare italiano"

L'attore inglese, sposato con la produttrice Livia Giuggioli, ha appena acquisito la cittadinanza italiana: "Abbiamo pensato in famiglia che sia giusto avere tutti gli stessi passaporti". L'Evening Standard: "Ha definito la Brexit un disastro di proporzioni inaudite"

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LONDRA - Dal "discorso del re" a un discorso sulla Brexit. Colin Firth, il più famoso attore britannico odierno, premio Oscar per il film su re Giorgio VI, il re balbuziente, padre di Elisabetta II, ha preso la cittadinanza italiana e su questo non ci sono dubbi: la notizia è stata confermata dal ministero degli Interni del nostro paese. Ma quale è il motivo? L'Evening Standard, quotidiano della sera londinese, spara un titolo politico: "Ha definito la Brexit un disastro di proporzioni inaudite". L'agente dell'attore, tuttavia, dichiara al Guardian: "E' una decisione presa per ragioni di famiglia".
 
La famiglia sicuramente c'entra: Colin è sposato (in seconde nozze) con un'italiana, Livia Giuggioli, produttrice di documentari e film, ora direttrice di un'agenzia di consulenze eco-sostenibili alle aziende. Insieme hanno avuto due figli, nati a Roma, ma con i quali risiedono a Londra da anni.
  "Mia moglie ed io siamo entrambi profondamente orgogliosi dei nostri paesi", afferma Colin in un comunicato. "I nostri figli hanno la doppia cittadinanza da sempre. Io e Livia non avevamo mai dato molta importanza ai nostri passaporti differenti. Ma ora, con l'incertezza che ci circonda, abbiamo pensato che sia giusto avere tutti gli stessi passaporti. Così Livia ha fatto richiesta della cittadinanza britannica". E lui di quella italiana.
 
La frase attribuita all'attore dallo Standard, sulla Brexit che è "un disastro", verrebbe da un'intervista concessa in passato a un giornale austriaco. Colin non la ripete. L'accenno alla "incertezza" del momento creata dalla decisione britannica di uscire dall'Unione Europea fa capire che evidentemente un po' c'entra anche la Brexit. Ma l'attore si astiene dal ripetere commenti politici al riguardo. Solo chi conosce personalmente lui e la moglie sa come la pensano.
 
Nel comunicato, Colin allude a proposte ricevute per trasferirsi in "climi più remunerativi", evidentemente Hollywood, rifiutate perché "la Gran Bretagna è casa nostra e amiamo vivere qui e questo non è cambiato", sottinteso con la Brexit. Al tempo stesso non nasconde l'amore per il paese da cui ha ora acquisito una seconda cittadinanza: "Ho sposato l'Italia e tutti sanno che quando sposi un italiano non sposi una singola persona, sposi una famiglia e forse un intero paese", osserva con bonaria ironia. "Come quasi tutti", conclude, "ho un amore appassionato per l'Italia e unirmi a mia moglie e ai miei figli nell'avere una doppia cittadinanza è un grande privilegio".

L'INTERVISTA - Theresa May: "Usciamo dall'Unione ma restiamo in Europa"

Colin e Livia Firth, come riporta il Guardian, hanno anche una casa in Italia, in Umbria, dove trascorrono le vacanze con i figli, Luca, 16 anni, e Matteo, 13. Proprio oggi il Financial Times riporta che sono triplicate nell'ultimo anno le richieste di cittadinanza britannica da parte dei cittadini residenti in Gran Bretagna dei 14 paesi che formano il nucleo originale della Ue, tra cui l'Italia. Un aumento simile si registra fra i britannici che vivono in Europa. Per gli uni e per gli altri è un modo di prepararsi alle conseguenze della Brexit: per mettersi al sicuro, mantenendo intatti diritti e garanzie, nell'eventualità che l'offerta formulata ieri a Firenze da Theresa May di una stretta alleanza con la Ue, e la promessa ai cittadini europei ("vogliamo che restiate da noi"), incontrino ostacoli insormontabili nel negoziato in corso fra Londra e Bruxelles. Il protagonista del "Discorso del re" non è solo nel prendere queste precauzioni.