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UNIVERSITÀ

Medicina: pubblicate le graduatorie, ma il Tar Lazio apre a una nuova pioggia di ricorsi

Graduatorie in tilt per l'ammissione ai corsi di laurea a numero chiuso. Per ora sono solo due a essere riammessi, ma il numero degli esclusi dalla graduatoria nazionale per l'ammissione ai corsi di laurea a numero chiuso (medicina, veterinaria, architettura e professioni sanitarie) e che potrebbero essere reinseriti, rischia di avere qualche zero in più.

Nel giorno in cui il ministero dell'Istruzione ha reso note le graduatorie nominali che hanno permesso a migliaia di candidati di scoprire in quale università sono stati assegnati, il Tar del Lazio con due decreti identici (nn. 4171-4172/15) ammette il ricorso di due candidati ai test di medicina che si erano visti escludere dalla graduatoria per motivi, scrive il Tar, «formali». E ne dispone l'immediato inserimento nell'elenco in questione. Almeno fino al giudizio collegiale.

Il nodo
Gli aspiranti alla professione medica (così come molti di altri corsi di laurea) infatti avevano omesso di apporre la firma nella scheda anagrafica , distinta per garantire l'anonimato, da quella contenente il test. Una dimenticanza che secondo le disposizioni ministeriali ha determinato stando alle norme l'esclusione dalla graduatoria. Non è dello stesso avviso il tribunale capitolino, secondo il quale «l'annullamento della prova di ammissione sostenuta dal ricorrente risulta disposta per motivi formali (mancata sottoscrizione della dichiarazione di veridicità dei dati anagrafici e di corrispondenza dei codici etichetta in calce alla scheda anagrafica) in assenza di una specifica previsione di bando al riguardo». A questo punto sarà la camera di consiglio fissata per il 5 novembre a decidere se riammettere definitivamente i due candidati, con un effetto a cascata che potrebbe essere dirompente. Il numero degli aspiranti che ha commesso lo stesso errore per ora è in mano solo al Cineca e al Miur, ma secondo alcune indiscrezioni si parla di circa 500 soggetti solo a medicina e la quota potrebbe salire anche fino a 3mila soggetti. Molte università, invece, si difendono ribadendo che l'obbligo di apporre la firma non solo era stato chiaramente espresso nel bando, ma anche consegnato nelle istruzioni fornite ai candidati e infine ribadito durante la lettura delle istruzioni in aula.

I ricorsi
Non la pensa così però l'avvocato dei ricorrenti. «Siamo riusciti a svelare perché moltissimi studenti abbiano omesso di sottoscrivere l'anagrafica», spiega Michele Bonetti che ha patrocinato il ricorso, «non si è trattato di una leggerezza da parte dei candidati, ma di un vero e proprio buco nelle istruzioni ministeriali, giacché gli studenti alla fine della prova si sono ritrovati privi di penna in quanto ritirata dalla commissione. Stiamo avviando un maxi ricorso per oltre mille studenti e nel frattempo valutando casi di tutti gli altri corsi a numero chiuso». «Il ministero - aggiunge invece Jacopo Dionisio coordinatore dell'Udu,l'Unione degli studenti universitari - si trova a un bivio, poiché le graduatorie sono state già pubblicate; non accetteremo la soluzione giudiziale di compromesso di accettare solo questi mille studenti in sovrannumero, tutti hanno diritto a studiare. Anche quest'anno il sistema dei test ha mostrato di essere una lotteria che non funziona, e si presta a irregolarità e distorsioni che danneggiano gli studenti».

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