Il caso non esiste, è solo improbabile

Presentato al Festival della Scienza il libro di David Hand. E no, non è palloso come gli altri volumi di statistica

I libri divulgativi di statistica soffrono dello stesso difetto della statistica: sono pallosi. Ma appena ho letto questo in inglese ho capito che era differente dagli altri”, racconta a Wired Marco Malvaldi, curatore dell'edizione italiana di Il caso non esiste, Rizzoli, di David Hand.

Sarà proprio Malvaldi a raccontare al Festival della Scienza in corso a Genova il principio di improbabilità che viene descritto da Hand, professore emerito di matematica all'Imperial College di Londra, come spiegazione del fatto che accadono cose incredibilmente inverosimili. E accadono in continuazione. Per fare degli esempi, di cui il saggio è farcito, si cerca il motivo per cui accade che una persona vinca più di una volta alla lotteria o venga colpita due volte da un fulmine, o che scampi ai due attentati alle torri gemelle.

Principio di improbabilitàIl principio a cui ricorre Hand è in realtà una collezione di leggi non solo statistiche ma anche cognitive e psicologiche. Le principali sono la legge dell'inevitabilità, quella dei numeri davvero grandi, la legge della selezione, la legge della leva delle probabilità e quella della prossimità sufficiente. Ognuna di queste leggi spiega una di quelle che comunemente verrebbero chiamate coincidenze.

SuperstizioniLa pars destruens è, come ci si aspetterebbe, densa di annotazioni che screditano calcoli alla mano tutte le forme di superstizione, che Hand definisce come “la convinzione che ci sia un nesso causale laddove non c'è” o non è quello immaginato, il confondere la consequenzialità con la causalità, attribuendo poi i più svariati significati alla spiegazione. Dai miracoli alla teoria della sincronicità junghiana tutte le argomentazioni superstiziose vengono smentite in virtù delle cinque leggi che costituiscono il principio di improbabilità.

Crisi finanziariaLa pars costruens descrive invece come il principio può essere applicato nella scienza, in economia e anche nelle dispute relative al copyright per la prevenzione dei plagi. Il paradosso statistico secondo cui due scimmie battendo a caso su una tastiera possano scrivere l'opera di Shakespeare è risolto secondo il principio di verisimiglianza applicato ad esempio per valutare se due studenti hanno copiato reciprocamente il compito in classe. Ma l'esperienza di consulente statistico presso una società di investimenti porta Hand a illustrare uno dei casi più eclatanti in cui il principio di improbabilità avrebbe potuto evitare guai seri, la crisi finanziaria del 2008.La crisi infatti era scritta nei numeri, semplicemente non sono stati considerati in correlazione eventi e dati che invece erano fortemente legati tra loro.

EbolaL'epidemia di ebola potrebbe rivelarsi il prossimo tragico errore di valutazione statistica. “La diffusione di malattie può essere stimata e prevenuta attraverso il calcolo delle probabilità. L'ebola oggi inizia a fare paura perché si sa che questo virus può mutare e propagarsi per via aerea infettandoci tutti come un'influenza. Può sembrare un evento improbabile se si pensa che ci sono cinquemila infettati contro sette miliardi di non infettati. Ma se non venissero prese delle precauzioni il rischio aumenterebbe esponenzialmente”, racconta Malvaldi, scrittore e ricercatore di Chimica Biorganica all'Università di Pisa. Quel che è improbabile è possibile e potrebbe diventare statisticamente inevitabile. Inutile andare a cercare spiegazioni strane dopo.