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Insieme possiamo combattere il bracconaggio, aumentare le superfici protette e migliorare le condizioni di vita delle popolazioni indigene. Il tuo contributo è fondamentale per poter difendere le specie in pericolo e la biodiversità

Dove lavoriamo

Foreste Siberiane, la casa della Tigre dell'Amur


Le foreste russe rappresentano 1/5 delle foreste mondiali. E stanno scomparendo ad un ritmo impressionante. Dal 2004 al 2011 la raccolta di legname è più che raddoppiata, se non addirittura quadruplicata. Nell'estremo oriente, li dove troviamo le foreste delle nevi, la casa delle ultime tigri dell'Amur, le estese foreste siberiane, interi ecosistemi forestali di pini, larici e querce secolari sono stati letteralmente spazzati via dalle compagnie di legname asiatiche, che in quelle aree operano spesso nella totale mancanza di rispetto delle normative di rifermento. La legna delle foreste russe, esportata oltreconfine, viene lavorata e rifinita in Cina, e infine utilizzata per realizzare mobili e parquet, quelli stessi che in numero sempre maggiore sono esportati in Usa, Europa e Giappone per soddisfare la nostra crescente domanda.


Le estese foreste russe con la loro diversità di ambienti custodiscono ancora oggi una incredibile diversità di specie animali e vegetali lupi, orsi bruni, cervi muschiati, ghiottoni, aquile reali e renne cedono poi indiscutibilmente lo scettro di padroni della foresta nell’estremo oriente, a grandi predatori come il leopardo delle nevi, l’orso dell’Himalaya, il leopardo dell'Amur e soprattutto la vera anima delle foreste siberiane la tigre dell'Amur, uno tra gli animali più affascinanti del Pianeta, la tigre più grande esistente, ma anche la specie tra quelle più colpite dal bracconaggio e dalla deforestazione e degradazione delle foreste che la ospitano! Ad oggi nelle foreste delle nevi ne rimangono soltanto 450!


Grazie al progetto Zero Poaching (Zero Bracconaggio), il WWF è riuscito a ridurre il livello di caccia illegale della tigre dell’Amur e delle altre specie vittime del bracconaggio. Infatti da anni i nostri ranger vigilano sul campo per proteggere le specie a rischio e le foreste dal taglio illegale del legname.​

Il Cuore Verde dell’Africa


Nel Bacino del Congo, il cuore verde dell'Africa, le superfici di foresta tropicale che si estendono tra i diversi paesi non conoscendo confini o limiti amministrativi coprono ancora oggi una superficie di oltre 300 milioni di ettari, circa il 15% della superficie totale di foresta tropicale rimasto al mondo. La regione è più che mai oggigiorno minacciata da uno sfruttamento incontrollato delle sue risorse naturali, legname, minerali, carbone di legna e dallo sviluppo di progetti per grandi infrastrutture come strade, dighe e porti fluviali. La verde foresta vede anche incredibili progetti di conversione in distese senza limiti di piantagioni di olio di palma e acacie per la carta. Questa progressiva e incontrollata deforestazione del territorio sta mettendo a repentaglio non solo la ricca flora e fauna della foresta, gli ultimi rifugi di gorilla ed elefanti di foresta, ma questo sfruttamento irresponsabile mette a serio rischio la salute e il benessere di più di 75 milioni di persone che vivono nel bacino del Congo.


Le lussureggianti foreste tropicali del Bacino del Congo ospitano una biodiversità unica, ricca di oltre 10.000 specie di piante vascolari di cui almeno 3000 endemiche, di più di 1000 specie di uccelli, 700 di pesci d'acqua dolce e oltre 400 specie di mammiferi. Tra quelle più conosciute, testimonial della ricchezza di vita che potremmo perdere vi sono i gorilla, i bonobo, gli scimpanzé, l'ippopotamo pigmeo, l'okapia, e l'elefante di foresta. Deforestazione e bracconaggio costituiscono oggi le principali minacce alla loro sopravvivenza in un futuro non troppo lontano. La spasmodica ricerca di avorio, l'oro bianco d'Africa, portata fin nel cuore delle foreste da bande criminali senza scrupoli sta giorno dopo giorno riducendo le ultime popolazioni di elefanti basti pensare che dai circa 200.000 esemplari degli anni 60', ora ne restano poche decine di migliaia. Anche la caccia di gorilla e scimpanzé per la loro carne, favorita dalla sempre maggiore diffusione delle armi da fuoco e da nuove strade forestali e non più motivata da una semplice ricerca del sostentamento quotidiano ma per la commercializzazione della carne ritenuta pregiata sui ricchi mercati cittadini delle principali città dell'Africa centrale africane e a volte anche fuori dal continente, sono una minaccia per la conservazione di queste specie.


Portiamo avanti nel Bacino del Congo, la Network Initiative, “Green Heart of Africa”, che mira a promuovere lo sviluppo sostenibile della regione attraverso diverse azioni:

  • Creare una rete di Aree Protette finalizzate a conservare la biodiversità
  • Sostenere le migliori pratiche economiche sostenibili
  • Migliorare le condizioni di vita delle popolazioni indigene
  • Ridurre il bracconaggio e il commercio di carni selvatiche (bushmeat)

Amazzonia


L'Amazzonia è la più estesa foresta tropicale del pianeta, arriva ancora oggi a coprire circa 670 milioni di ha con una lussureggiante coltre arborea. Senza quei 6,7 milioni di chilometri quadrati, senza il respiro dei suoi alberi, senza l'acqua che quotidianamente la foresta ci dona non sarebbe possibile quel ribollio di vita che da essa dipende.  Nonostante questo, negli ultimi 30 anni, abbiamo perso più di 520.000 km² di foresta: si tratta di un'area grande all'incirca come il Belgio. Una volta che il terreno è stato deforestato con incendi e disboscamenti, questi territori vengono per lo più trasformati in aree destinate all'agricoltura,  agli allevamenti intensivi per la carne ed il pellame che i nostri consumi richiedono sempre di più.


L'Amazzonia è conosciuto da noi tutti come uno scrigno di biodiversità unico, una specie su 10 di quelle conosciute vive in quelle foreste. Gli studiosi contano 3.000 specie di pesci, 1.300 di uccelli, 427 di mammiferi, 400 di anfibi, 378 di rettili e oltre 100.000 specie di invertebrati ma molte molte altre centinaia se non migliaia si nascondono ancora oggi nell’ombra delle foreste di Mogano in attesa di essere scoperte, studiate annoverate nel libro della vita. Solo dal 2010 al 2013 sono state censite 441 nuove specie, escludendo invertebrati e microorganismi, parliamo di 2 nuove specie a settimana. Questo immensa distesa di alberi e fiumi copre una estensione di 6,7 milioni di km2 e da la vita a specie come il giaguaro, il delfino rosa, scimmie urlatrici e scimmie lanose, le minuscole uistitì e tucani, pappagalli di tutti i colori e dimensioni, lontre giganti nati e piccoli ocelot, tutti messi in pericolo dall’avanzare della massiccia distruzione della foresta.


Il WWF lavora per la salvaguardia dell'Amazzonia da oltre 40 anni!
Con il tuo contributo ci aiuterai:

  • a proteggere il prezioso sistema fluviale della foresta, contrastando la costruzione di dighe che non rispettano criteri di sostenibilità;
  • combattere la deforestazione puntano all'ambizioso obiettivo di "zero deforestazione netta".
  • aumentare la superficie protette e coinvolgendo in questa missione le comunità locali e le popolazioni indigene. Un sistema di protezione che abbracci tutta l'Amazzonia integrando i territori appartenenti alle comunità indigene con il sistema di aree protette riconosciuto istituzionalmente.

Borneo


Le foreste del Borneo sono tra le più ricche di biodiversità al mondo, e tra quelle meno esplorate, basti pensare che negli ultimi 15 anni sono state scoperte più di 400 specie sconosciute alla scienza. Circa 15 milioni di persone vivono su quest'isola dipendendo direttamente dalle risorse forestali: dalle piante usate sia a scopo alimentare che medico, pesce, carne, materiali da costruzione e acqua. Le foreste del cuore del Borneo sono sempre più attaccate da interessi commerciali  senza scrupoli, soggette a tagli incontrollati e illegali, convertite in estese piantagioni per la produzione di carta e gomma o per fare sempre più spazio ad enormi piantagioni di palme da olio.


La verde isola del Borneo, la terza isola al mondo per grandezza, è senza alcun dubbio uno dei luoghi del pianeta più ricco di biodiversità e nel suo cuore, il cuore del Borneo, cela ancora oggi incredibili tesori nascosti. In un solo decennio tra il 1994 ed il 2004 361 nuove specie sono state portate agli onori di cronaca, classificate dalla moderna scienza e annoverate tra quella incredibile, biodiversità che il Borneo ospita. Oranghi, rinoceronti, gibboni, leopardi nebulosi, orsi malesi ed elefanti sono solo alcune delle specie che popolano queste meravigliose foreste. Queste foreste sono anche ricche di specie endemiche: 6000 specie di piante, 160 pesci, 100 anfibi, 47 lucertole, 44 mammiferi, 41 serpenti e 39 specie di uccelli. Tutto questo meraviglioso mondo incantato è però messo a serio rischio dalla progressiva deforestazione dell'isola, dall’invadente creazione di sterili piantagioni.


Per salvaguardare le foreste del Borneo, il WWF ha lanciato la Heart of Borneo Network Initiative, un programma che garantisce un’efficace gestione e conservazione delle foreste equatoriali, attraverso una rete di aree protette, e che promuove uno sviluppo sostenibile delle attività economiche attraverso una cooperazione internazionale.

Sumatra


Sumatra era un tempo una isola verdissima, lussureggiante e coperta di foreste da nord a sud, da est ad ovest, uno smeraldo incastonato tra l'oceano indiano e l'oceano pacifico. Negli ultimi decenni la deforestazione ha cambiato il volto di questa isola, solo tra il 1985 ed il 2008 sono andati persi 12,5 milioni di ettari di lussureggianti foreste tropicali e di quella che un tempo era l'isola verde per eccellenza oggi rimangono appena 11 milioni di ettari, meno della metà di quelle foreste che un tempo ospitavano oranghi e tigri, elefanti e rinoceronti tutte specie oggi fortemente a rischio in Indonesia. Dove c'era la foresta selvaggia brulicante di vita, oggi ci sono invece, ampie estensioni di piantagioni di acacie per la domanda mondiale di polpa e carta e palme da olio.


Solo pochi decenni fa all'inizio degli anni 70' le foreste centrali dell'isola di smeraldo, Sumatra, ospitavano popolazioni vitali di elefanti indiani, centinai di esemplari di rinoceronti di Sumatra, sugli alberi decine di migliaia di oranghi si muovevano pigramente mentre i gibboni cantavano al nuovo giorno che l'alba annunciava. In questo paradiso nel buio della foresta vivevano almeno 1000 tigri di Sumatra, oggi ne restano meno di 400 esemplari. Questa unica popolazione di tigre è minacciata dai bracconieri fino nel cuore delle aree protette e come se non bastasse le ultime sue roccaforti sono accerchiate dai caterpillar che avanzano cancellando la foresta, un processo inarrestabile di deforestazione che le sta sottraendo da sotto le zampe il terreno dove cacciare, riposare, partorire ed allevare le nuove generazioni. Accanto alla tigre, sono minacciate tutte le altre specie che popolano queste foreste, che un tempo vivevano indisturbate nelle foreste lussureggianti di Sumatra.


Da anni lavoriamo sul campo per proteggere quel che resta della foresta di Sumatra, ottenendo importanti successi come l’impegno del governo di tutelare le foreste naturali dell’isola, o la nascita del Parco Nazionale di Tesso Nilo, famoso per la presenza di elefanti e tigri.

I Monti Annamiti


La catena Montuosa degli Annamiti è forse la colonna dorsale di quelle foreste che ancora oggi ricoprono l'area del Geater Mekong. Estese tra il Laos ed il Vietnam, rappresentano un'area di inestimabile valore per la sua ricchezza di biodiversità, in gran parte ancora sconosciuta eppure sempre più rara. Sono tanti i fattori che stanno mettendo a rischio questo ecosistema, come ad esempio l'agricoltura estensiva, il taglio illegale di legname, la caccia, la pesca, il commercio di specie selvatiche e lo sviluppo incontrollato di sempre nuove infrastrutture per sfruttare l'energia dei suoi fiumi e collegare in una rete sempre più impattante di strade la Cina con queste aree ricche di risorse naturali. Di questo passo entro il 2030 almeno 15 / 30 milioni di ha di foreste vergini andranno perse con tutta la loro ricca fauna e specie uniche come il Saola, e lo saranno per sempre.


In poco più di 14 anni i ricercatori al lavoro nel Greater Mekong hanno scoperto, identificato, ritrovato e arrivati a classificare consentendo di fare conoscere a noi tutti oltre 1.710 nuove specie, celate finora a noi tutti nelle valli, nei fiumi, nelle grotte e sulle chiome di quelle foreste che ancora oggi ammantano di verde gli ambienti attraversati dal Mekong, nelle cui acque nuotano oltre 850 specie di pesci tra cui il pesce gatto gigante del Mekong che può superare i 350 kg di peso, mammiferi come il sempre più raro delfino dell'irrawaddy, alcune tra le tartarughe d'acqua dolce più grandi e rare al mondo. Nelle lussureggianti foreste come quelle che coprono la catena dei Monti Ammaniti vivono specie uniche come il Saola, il Gaur, il Langur Duca o il Gibbone dalle guance bianche, così come l'elefante e la tigre che ancora abitano quelle foreste, ma per quanto ancora? Questa regione è una dei più ricchi e incredibili hotspot del nostro pianeta, la casa di specie carismatiche ma messe sempre più in serio pericolo da un massiccio bracconaggio e dalla devastante deforestazione.


Lavoriamo per tutelare i parchi nazionali e le altre aree protette dei Monti Annamiti e per crearne di nuove. Tra le azioni di tutela promosse abbiamo intensificato le misure di protezione già in atto per le specie bandiera in pericolo di estinzione, come il rinoceronte di Giava, l’elefante, il Saola, il langur di Delacour, il presbite di Francois, e i langur duca. Inoltre stiamo lavorando per un corretto sviluppo delle infrastrutture nell’area affinché non via sia un impatto negativo sull’ambiente e sulle popolazioni locali.​

I boschi d'Italia


Lavoriamo da quasi 50 anni per difendere e preservare gli ambienti più ricchi di biodiversità e significativi del nostro Paese. Abbiamo così creato un sistema di aree protette di carattere nazionale e regionale che hanno lo scopo di proteggere le bellezze naturali d’Italia. Basti pensare alle Oasi WWF, un estimabile patrimonio naturale che copre di 30mila ettari di boschi, visitati da più di 500mila persone.


Uniche e straordinarie sono le specie animali e vegetali che popolano i nostri boschi. Dalla Sicilia alle Alpi le Oasi del WWF ospitano lupi, orsi bruni, lontre, cervi, gatti selvatici, aquile, lanari, bianconi, astori, ululoni, salamandrine dagli occhiali, trote, rosalie alpine, anemoni, abeti, faggi secolari e ricche sugherete. Il nostro impegno è volto a tutelare e a conservare questo prezioso patrimonio di biodiversità.


Lavoriamo da oltre 50 anni per difendere e preservare gli ambienti più ricchi di biodiversità e significativi del nostro Paese, le foreste di alto valore per la conservazione. Abbiamo così operato per creare un sistema di aree protette di carattere nazionale e regionale che hanno lo scopo di proteggere le bellezze naturali d'Italia. Basti pensare alle Oasi WWF, un estimabile patrimonio naturale che copre oltre 30mila ettari di boschi, fiumi, laghi, arre palustri, acrigni di vita visitati da più di 500mila persone

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Numero Verde: 800-990099