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Pedofilia, stop all'inchiesta su don 'Mercedes': il Vaticano mette il segreto sugli atti

I pm di Cremona non avranno gli atti sui presunti casi di abusi: la denuncia del deputato Bordo (Sel). Don Inzoli era stato al centro delle polemiche per aver partecipato al convegno sulla famiglia tradizionale

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Il Vaticano stoppa tutto: la procura di Cremona non potrà avere i documenti richiesti su Mauro Inzoli, alias 'don Mercedes', il prete già ai vertici di Comunione e Liberazione e sospeso dalla Congregazione per la Dottrina delle Fede per pedofilia, lo scorso anno. La denuncia arriva dal deputato di Sel Franco Bordo, autore dell'esposto che aveva dato il via all'inchiesta della giustizia italiana, per una volta in ritardo rispetto a quella vaticana. "La scelta della Santa Sede di non trasmettere gli atti ci delude profondamente - spiega Bordo - ed è una contraddizione rispetto al nuovo corso annunciato da papa Francesco".

Per questo motivo Sel si augura che ci sia un ripensamento, "i tempi dell'omertà sono finiti". Su don Inzoli, per anni presidente del Banco Alimentare e famoso per il suo elevato stile di vita, è stato apposto il sub secreto pontificio, una specie di segreto di Stato della Santa Sede. La quale aveva speso parole durissime nell'imporre al dirigente di cielle una vita riservata e non più al contatto con i fedeli. "In considerazione della gravità dei comportamenti e del conseguente scandalo, provocato da abusi su minori, don Inzoli è invitato a una vita di preghiera e umile riservatezza, come segni di conversione e di penitenza. Gli è inoltre prescritto di sottostare ad alcune restrizione la cui inosservanza comporterà la dimissione dallo stato clericale", spiegò il decreto del vescovo di Crema, Oscar Cantoni.

[[ge:rep-locali:rep-milano:105301917]]Don Mercedes era salito di nuovo alla ribalta poche settimane fa, quando venne immortalato a Milano seduto in seconda fila, dietro a Roberto Maroni e a Roberto Formigoni, durante il convegno per la famiglia tradizionale al Pirellone. Convegno che aveva scatenato un vespaio perché organizzato dalla Regione con una associazione che si propone l'obiettivo di curare i gay (o perlomeno gli omosessuali che ne fanno richiesta). Il giorno dopo tutti i vertici del centrodestra lombardo fecero finta di non averlo visto, o addirittura di conoscerlo di sfuggita.

Comunque sia, le indagini vanno avanti. Al momento almeno una ventina di persone ascoltate sarebbero state ascoltate dagli investigatori. Il procuratore capo Roberto Di Martino, contattato da Cremaonline, ha spiegato che "da diversi mesi stiamo portando avanti le indagini, che tuttora procedono. Le persone interrogate sono residenti nel cremasco e nei territori limitrofi. Abbiamo accertato alcuni fatti che risalgono a diversi anni indietro. In parte potrebbero risultare prescritti, in parte no. Stiamo verificando".