Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Coming Out, R-Esistenze

Una sex worker spiega come parlare ai/alle sex workers

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E’ un pezzo pubblicato su Vice.com a firma di April Adams. Per la traduzione dall’inglese grazie a Francesca. Buona lettura!

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Una sex worker spiega come parlare ai/alle sex workers

 

di April Adams

Lo scorso weekend ho incontrato gente nuova. Ho già fatto coming out come sex worker ad un* amic* e stavo incontrando la sua comitiva per la prima volta. Quando lui ha detto ad uno di loro cosa faccio per vivere ho provato apprensione. Se Pretty Woman fosse la vita reale, il suo amico cercherebbe di stuprarmi e poi si arrabbierebbe moltissimo per una fumosa transazione con un uomo anziano, e non ero sicura di cosa si sarebbe verificato.

Non mi sarei dovuta preoccupare. Se c’era imbarazzo probabilmente ero stata io a portarmelo dietro, come al solito. Ciò nonostante, per diverse volte nel corso nella serata mi sono resa conto che l’Amico-Non-Stupratore ascoltava con molta attenzione le mie risposte a domande elementari. Magari stava aspettando che i miei occhi diventassero caleidoscopici, o che emergessero le mie problematiche con la figura paterna.

Poi ho realizzato: probabilmente sono la prima sex worker che lui abbia mai incontrato in un contesto sociale.

Accade spesso. Sono sincera su quello che faccio, e sono amica di una marea di “civili”. Potrei essere più circospetta, ma sono stata a troppi brunch in cui la mia vaga frottola sull’essere sous chef ha suscitato 20 entusiaste domande di seguito. Io odio il gusto di qualsiasi bugia più elaborata. Sono abbastanza fortunata da vivere a New York, una città grande abbastanza al punto che se qualcuno disapprova possiamo scegliere di non vederci più. Quindi fanculo.

La cosa inaspettata è quanto spesso sia un non-problema. Non so dire se è perchè tendo a frequentare gente iper-logica o perchè il mondo è cambiato, ma ricevo sempre più “Ah. OK.”. Ho la sensazione che molti programmatori di computer hanno in testa una cifra che accetterebbero per ogni comportamento che possano immaginare, e che credono che io stia semplicemente ottimizzando il mio tempo. Ma per chiunque altro, ecco un paio di cose che io terrei a mente se foste presentati ad un* sex worker davanti un noto chiosco di tacos, in un bar da karaoke o, cavolo, direttamente da Richard Gere.

PUOI FARE DOMANDE

Sarei un’idiota a non capire che sesso e denaro sono argomenti coinvolgenti. Tu saresti un* idiota a non capire che io non voglio essere resa oggetto esclusivo di attenzioni da intrattenimento puerile. Se sei curios*, fatti avanti! Cerca di tenerti lontan* dagli aspetti pratici e non cercare di andare troppo in profondità, troppo velocemente. Fingi che per vivere io sopprima animali -non perchè è una professione analogamente triste, ma perchè gli animali sono un argomento altrettanto delicato. Non c’è nessun bisogno di cose tipo “Ma tu senti lo spirito del gatto che lascia il corpo?”. E per favore, almeno per amore degli amici comuni, non chiedermi delle malattie sessualmente trasmissibili a tavola.

RILASSATI

E’ assolutamente vero che al mondo ci sono donne coinvolte nel traffico, donne che lavorano come sex workers per ragioni che sono terribili e coercitive e altamente traumatiche. Se incontri in situazioni informali una persona con una storia del genere, fai del tuo meglio per aiutarla (e comunque, dove vai a fare baldoria?! Santo cielo).

Ma se incontri una persona che si identifica come sex worker (o ballerina, prostituta, cam girl), specialmente in una grande città, e alle sue spalle non vedi nessuno con una pistola, falle il favore di supporre che abbia il controllo della propria vita. Falle il favore di presumere che prenda decisioni in base a un’idiosincratica ma valida analisi delle proprie scelte e degli esiti economici che ne conseguono. Falle il favore di non presupporre che odi il proprio lavoro, o che lo ami, o che la sua storia sia come qualcosa che hai letto o visto in televisione o come quella di qualcun altro che conosci. Non fare supposizioni a proposito del suo tenore emotivo. Se è abbastanza tranquill* sulla propria vita da opporsi allo stigma e raccontare la verità, probabilmente cerca di barcamenarsi, è  imperfett* e confus* quanto il resto dei tuoi amici. Magari preferirebbe non parlare del suo lavoro tutto il tempo, proprio come te.

HO FATTO QUALCOS’ALTRO PRIMA DI QUESTO

Per me, la parte più difficile dell’essere sex worker è che questo rende noto a così tante persone le mie interazioni con altre, e ciò ha un effetto sulla mia identità percepita più forte di qualsiasi cosa io abbia fatto in precedenza. Io sono escort per il denaro, esattamente come ho svolto altri lavori per denaro. Quando ero cameriera, però, le persone non presumevano un mucchio di cose su di me perchè portavo il cibo a tavola o sparecchiavo. La gente non voleva rubarmi un minuto per parlare del vero significato del cibo, o per chiedermi se essere una cameriera era emotivamente stabile, o per  insistere su cosa avrei fatto quando non sarei più stata una cameriera. Non pensavo di dovermi comportare al meglio per garantire una buona reputazione ai camerieri. E’ stancante.

Non sto facendo la furba: capisco che quasi tutti conoscono un* camerier*. Ma esattamente come non ero Cameriera quando lavoravo come tale, cerca di comprendere il fatto che non sono Escort sopra ogni cosa.

SE MI LAMENTO DEL MIO LAVORO, E’ PERCHè TUTTI SI LAMENTANO DEL PROPRIO LAVORO

A volte, per tutta una gamma di ragioni, ho giornate difficili. Qualche volta la gente è in ritardo. Qualche volta ho due clienti di seguito che sono valli di lacrime travestiti da uomini d’affari. Qualche volta ho qualcuno che deposita cupcakes nel posto dove dovrebbe essere l’empatia per gli esseri umani, e lo odio, e ho bisogno di metabolizzare. E qualche volta Gmail sbrocca e mi fa perdere denaro e cliente, e questo mi fa incazzare. Se mi lamento di queste cose è tutto ok. Io sto bene. Tu stai bene. Tutti si lamentano del proprio lavoro: questo non vuol dire che per essere un* buon* amic* devi preoccuparti o iniziare un Discorso Serio. Sarebbe più carino se ti prendessi un bicchiere di vino con me e ti lamentassi del TUO, di lavoro.

NON MI INCAZZERO’ SE DIRAI QUALCOSA SULLA PROSTITUZIONE

Questa è chiaramente questione di gradi. Se ridi a crepapelle per una battuta sul cadavere di una prostituta in un bagagliaio sei una persona orribile, ma la penserei così anche se io non fossi una sex worker. Se inciampi in un tropo culturale, mantieni la calma – probabilmente non la prenderò sul personale. E’ come quando passano Kanye e c’è una persona nera nella tua auto: non canticchi quella strofa, lo sai? Però puoi cantare tutto il resto. Lui e i suoi tanti  “eezys” sono parte della cultura.

SE NON SAI COSA DIRE, FAI DOMANDE INCORAGGIANTI E ASCOLTA

Questo è un consiglio per chi tratta con un uomo di successo. L’ho imparato facendo l’escort. Le persone portano a un* sex worker i loro problemi, e noi scherziamo spesso sul fatto di essere terapeuti nudi. Dal momento che il mio tempo è prezioso e che, beh, deve succedere anche qualcos’altro, spesso le persone iniziano la storia nel bel mezzo, o comunque emotivamente nel bel mezzo. Senza alcun background o contesto, devo rispondere senza compiere passi falsi. Così ascolto e basta, e faccio sì che continuino a parlare. Alla fine si sentono meglio e io capisco meglio di cosa cazzo stanno parlando, e generalmente è quello che vogliono tutti (colloquialmente, ad ogni modo).

Se un* sex worker parla di qualcosa che non capisci o che ti fa sentire allo sbando, può essere difficile capire come reagire. E’ sconvolta? Sta parlando di stupro? E’ soltanto infastidita? Se non riesci ad immaginarlo, prova con “E poi che è successo?” o annuisci e vai avanti con l’incoraggiamento! Alla fine capirai cosa sta dicendo, il cervello andrà avanti e, soprattutto, l’altra persona non si sentirà come se avesse cercato di confidarsi e tu avessi dato di matto e poi fosse stata lei a dover calmare te.

SE VUOI TENERE TUO FIGLIO FUORI DAL GIRO, METTI DA PARTE I SOLDI PER L’UNIVERSITA’

Sto ripensando al mio weekend con l’Amico-Non-Stupratore, e sto riflettendo sulle sue domande. Lui ha dei bambini, e credo stesse cercando di immaginare da dove vengono le mie spaccature, o come tenere la mia realtà lontana dalle persone che ha a cuore. Beh, posso dirti che tutte le persone che conosco che sono entrate presto nel sex work avevano una cosa in comune: l’instabilità finanziaria. Non avevano tutti problemi con la figura paterna, abusi sessuali o divorzi in età infantile nel loro passato (io non ho niente di tutto ciò). Io ho fatto una scelta: prostituirmi o ritirarmi dall’università.

Sono contenta di aver scelto come ho fatto. Lo rifarei ancora.

E’ il mio consiglio: volete che la Cara Progenie non conosca mai quello di cui sto parlando? Trovate un buon ragioniere e iniziate a mettere da parte gli spiccioli. E’ così semplice e così banale.

Non voglio suggerire che questa sia una soluzione “adatta a tutt*”. Capisco di essere una sex worker molto privilegiata: uso il termine sex worker, ho una relazione odio/amore/aprilegambe con l’educazione secondaria e discuto lo stigma su uova alla Benedict abilmente reinterpretate.

La mia esperienza non è rappresentativa, ma credo che si possano applicare regole generali. Rispetta le decisioni che non hai preso, supponi il meno possibile e concedi a tutti la dignità basilare, in ogni caso.

Non so dicendo che sono una Zoccola con il Cuore d’Oro, ma vorrei essere trattata come tale.

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